La Convenzione del Consiglio d’Europa (CoE) sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul, è stata approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile del 2011. La Convenzione è stata poi firmata dall’Unione Europea nel 2017 e da 32 Paesi, tra cui l’Italia nel 2013, sebbene con riserva.
La Convenzione, stando alla lettera della stessa, mirerebbe a prevenire e punire tutti gli atti di violenza contro le donne e ad assistere le vittime di tali atti di violenza.
La Convenzione non riguarda solo le donne, ma anche le persone omosessuali e transessuali.
Infatti, più volte nel testo gli atti di violenza e di discriminazione vengono riferiti al “genere”.
La lettera c. dell’art 3 della Convenzione chiarisce che «con il termine “genere” ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini». Ciò a dire, come predica la teoria del gender, che essere uomini e donne non è prima di tutto un dato biologico, genetico, bensì un costrutto sociale.

LO VUOLE L’EUROPA: Convenzione di Istanbul, il credo gender imposto
Violenta polemica per una sala negata alle lobbies LGBT. Che però nascondono i loro scopi, complici il centro-sinistra e i mass-media locali.
Come mai l’Arcigay produce un gioco? «La lobby gay esiste, anzi ce n’è più di una!» è il motto di Lobbies, il gioco da tavolo ideato e appena pubblicizzato dal Cassero-Arcigay di Bologna (1).
Provoca nuovo disagio all’interno della maggioranza il patrocinio dato a una conferenza su «Corporeità, orientamenti affettivi, identità di genere negli adolescenti» (1).
1. Un piano nazionale di formazione degli insegnanti sui temi che riguardano la violenza di genere, che si vuol far credere sia dovuta alle differenze (nella propaganda chiamate “stereotipi”) tra maschio e femmina.
Forlì, Minutillo (FdI): “Contenuti gender ai bambini della scuola elementare”
Dopo il terribile 