Pavia: abile azione della nuova Giunta rallenta la corruzione di bambini

Dopo il terribile gay pride per bambini di Catania (ospitato dalla CGIL), una buona notizia: la nuova amministrazione di centro-destra toglie spazi e soldi a un’iniziativa LGBT intesa a confondere i bambini.
Il Sindaco leghista di Ferrara, che è andato al gay pride, prenda nota e impari.
Accontentato il vescovo, esultano i cattolici, consolidato il proprio consenso elettorale.

Fracassi dice no a “Giocanda” nelle piazze:
«Fiabe gender? le raccontino nel castello»

Un anno fa 2mila persone erano state attirate in luoghi del centro: ma fortunatamente quest’anno la giunta di centro-destra toglie patrocinio e contributo

La giunta di centro-destra guidata da Fabrizio Fracassi (vicino a Gian Marco Centinaio) ridimensiona Giocanda: un festival omosessualista per bambini che un anno fa aveva radunato 2mila persone nelle strade e nelle piazze della città: vietato il centro e allontanata nel castello cittadino.
«Non diciamo no, anche se non condividiamo l’iniziativa dal punto di vista politico, ma, per motivi di sicurezza, possiamo concedere il castello, luogo prestigioso che intendiamo rilanciare e aprire ai pavesi», spiega il sindaco Fabrizio Fracassi che, alla manifestazione, toglie sia il patrocinio simbolico che quello oneroso, circa 5mila euro la somma erogata lo scorso anno dall’amministrazione di sinistra guidata Depaoli.

Associazioni deluse

Ad organizzare l’evento, che giungerebbe alla quinta edizione, è la galassia di associazioni LGBT (Liberi saperi, Teatro di Piuma ed Educatamente, ed altre del territorio, da Mamme Connesse a Kosmos. Dal Museo di archeologia di Pavia ad Arcigay Coming-out).
La setta omosessualista aveva scelto la data del 21 settembre per animare il centro. Ma ora non potranno più farlo. Niente più finti laboratori, giochi adescatori, videogames e momenti di lettura animata di fiabe arcobaleno, a tema Lgbt.
Tolti, come è normale che sia, anche i finanziamenti: «È evidente che offrire spazi senza il patrocinio, significa farci pagare quegli spazi», piange Gavino Starone, uno degli organizzatori.

E senza soldi pubblici si svela l’inconsistenza della “chiesa” LGBT: «Ora rifletteremo. Spostare la manifestazione al castello significa snaturarla».

L’abile tattica del Sindaco

Ma il sindaco smorza le polemiche, spiega che «le attività non sono allineate ai programmi socio culturali previsti dagli assessorati coinvolti», fa sapere come «siano già in fase di realizzazione nuove iniziative per i bambini» e sottolinea: «Le opinioni politiche qui non c’entrano nulla. Quando ci sono di mezzo le famiglie e i bambini, un’amministrazione deve garantire la massima sicurezza, per questo abbiamo deciso di dirottare la manifestazione in castello. Le favole gender si possono raccontare anche lì».

Il caso fiabe gender

Fiabe che nel 2017 erano state narrate in piazza del Carmine, suscitando le reazioni del vescovo e del parroco don Daniele Bardi.
Ma anche del consigliere della Lega Matteo Mognaschi, che aveva giustamente puntato l’indice, un anno fa, contro il videogioco che riproponeva lo scontro tra polizia e antifascisti.

Informazioni tratte da: Stefania Prato per https://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2019/08/24/news/fracassi-dice-no-a-giocanda-nelle-piazze-fiabe-gender-va-bene-anche-il-castello-1.37377268

 

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Marina

    Già il fatto che ci siano associazioni LGBT.. in sostanza di persone che si associano in base a come usano i propri organi sessuali, mi sembra paranoico.. Poi che costoro vogliano educare bambini ad accettare le loro abitudini… ma lasciateli stare nella loro innocenza di cui hanno diritto!

  2. attilio manfrin

    Era l’Italia, Repubblica nostrana
    fondata in primis proprio sul Lavoro,
    e per tant’anni gloria nostra e sana
    ci ha resi al mondo in onore e decoro.

    Quindi s’è visto, ed è la cosa strana,
    sfaldarsi detta Carta del Lavoro,
    che, dopo un po’ di tempo, poco ingrana,
    e resta sol la Carta e un po’ d’alloro…

    Virginia Elisabetta Castiglione
    un dì legò la Francia allo Stellone
    aprendo il letto al petit Napoleone.
    Speriamo che la prassi in adozione
    non porti come sfondo allo Stellone
    crasse natiche aperte in gran funzione

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