Depresso dai primi faccia-a-faccia elettorali, qualcuno era già in dubbio se andare a votare chiedendosi:
- possibile che la differenza tra centro-destra e sinistra stia solo nel non far la coda all’ospedale?
- possibile che ci dobbiamo beccare un altro amministratore le cui priorità saranno «le piccole cose, dalle buche all’erba alta» (Alan Fabbri, sindaco di Ferrara)?
- possibile che non si capisca che la nostra civiltà non deriva dal PIL e che non è la crisi economica che la sta distruggendo?
- possibile esser così tonti da credere di riuscire a prender voti dall’elettorato con cultura di sinistra?
Una luce dalla Romagna. E invece, ecco che, poche ore fa, una voce si è levata dalla bella Forlì: il Sindaco del centro-destra ha inserito nel programma comunale un’azione che mette «al centro i valori della maternità e della paternità e la piena accoglienza della vita nascente riconoscendo […] il diritto a non abortire» (1).
La conferma di Salvini. Alla decisione del coraggioso sindaco Gian Luca Zattini, ha magnificamente fatto eco il capo della Lega, con parole ancora più chiare: «Mi auguro che il diritto a non abortire per chi non vuole abortire sia sacrosanto. Anzi, il 70% degli aborti sono fondati su motivi economici. Onore a tutti i volontari dei centri alla vita che danno alle donne la possibilità di scegliere di mettere al mondo dei figli» (2)
Una politica dei valori. «Quella a Forlì – conclude Salvini – mi sembra una polemica fondata sul nulla, ogni bimbo che non nasce è una sconfitta, ogni bimbo che nasce è una vittoria. Se la scelta è per motivi economici è dovere di un ente pubblico provare a dare la possibilità di una scelta diversa» (3).
La sinistra ha governato per gli anti-valori e sui valori si determinerà la vittoria o la sconfitta in Emilia-Romagna. In Umbria la Governatrice Tesei non ha taciuto, parlando anche di aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, invasione islamica, droga, rapimento di bambini, utero in affitto, sesso libero, imposizione del gender nelle scuole, libertà di educazione, dittatura sotto pretesto dell’omotransfobia.
La maggioranza silenziosa torna a votare solo quando lo scontro politico alza i toni: gli attuali temi del dibattito non interessano quasi nessuno. Pensiamoci: nel 2010 han votato alle regionali il 68% degli emiliano-romagnoli; nel 2014 solo il 37%. Lo stesso fenomeno si è registrato in Umbria…
A proposito di silenzio, giustamente il Sindaco di Forlì ha rilevato che «stupisce che rispetto a questo dibattitto e alle sue delicate implicazioni, l’associazionismo e i gruppi cattolici forlivesi non siano intervenuti» (4).
Come a Ferrara, è stato il voto cattolico che ha abbandonato la sinistra, ma con un dissenso non organizzato: a Forlì, infatti, mancano comitati di difesa della vita e della famiglia.
Perciò – sperando che Mons. Toso ne favorisca la nascita e si occupi un po’ meno del suo libro (5) -, occorre che noi cattolici facciamo gli interessi della nostra famiglia e dei nostri figli, agendo con, senza o nonostante il nostro Pastore.
“Fatti sentire” è la parola d’ordine per tutti i cattolici e gli uomini di buon senso, la sola che può provocare un vero cambiamento e la sconfitta del totalitarismo socialista.
Come? Si parte da un “grazie” sulla pagina del Sindaco (il “minimo sindacale”), poi una lettera al Carlino, per arrivare via via ad un’azione metodica e organizzata, capace di formare e comunicare ad un sempre maggior numero di fratelli nella fede.
Torneremo presto su questo tema ma, intanto, guardiamo a Forlì e ripetiamoci: «C’è del buono in questo mondo, padron Frodo: è giusto combattere per questo!»
FattiSentire.org
Bologna, 21/11/19
NOTE
(5) Cfr. http://www.forlitoday.it/politica/incontro-cattolici-politica-forli-18-febbraio-2019.html
Si. Occorre tornare a difendere i “valori non negoziabili” di Papa Ratzinger