Il vaticanista e la principessa
Volevo votare Udc poi ho conosciuto il cagnolino Pucci
Per chi votare? La Borghese potrebbe aiutarmi a fugare ogni dubbio, se non fosse che…
di Paolo Rodari
Per chi votare? La Borghese potrebbe aiutarmi a fugare ogni dubbio, se non fosse che…
di Paolo Rodari
Nel corso della trasmissione "AnnoZero" su Raidue il 6 marzo, Giulio Tremonti ha ribadito il suo esplicito attacco alla globalizzazione finanziaria che ha gettato il mondo in una crisi finanziaria senza precedenti. Ma questa volta, in concomitanza con l’uscita del suo libro "La Paura e la Speranza", Tremonti ha fatto un passo in più: per affrontare il "disastro globale", ha detto, ci vuole "un nuovo accordo tra i grandi Paesi del mondo… Ci vuole una nuova Bretton Woods". L’attacco di Tremonti al "mercatismo" – il termine che usa per definire l’aderenza fanatica al liberismo, e che definisce "l’ideologia totalitaria inventata per governare il mondo nel XXI secolo" – non è nuovo.
Negli ultimi mesi, Tremonti ha ripetutamente sfidato il falso dibattito imposto dall’establishment politico ed economico, denunciando i "folli" che hanno imposto la globalizzazione, la "tecnofinanza" utilizzata per mettere in piedi una bolla speculativa enorme, e paragonando l’attuale crisi a quella del ‘29, se non peggio.
Molti nella popolazione e nella classe politica sono stati colpiti dalle bordate di Tremonti, ma la casta – quella vera, fatta dai grandi giornali e dall’establishment economico – ha imposto la linea del silenzio: non reagire, ignorarlo, e si troverà il modo di metterlo all’angolo.
Pare che l’uscita del suo nuovo libro e le dichiarazioni sulla "Nuova Bretton Woods" abbiano cambiato tutto questo.
Evidentemente Tremonti ha oltrepassato la linea rossa tracciata dalla finanza.
Sicuramente contribuisce il fatto che potrebbe tornare al ministero dell’Economia tra breve, se il Pdl dovesse vincere le elezioni; e questo proprio mentre la crisi richiede soluzioni urgenti, prima che la prossima banca (italiana questa volta?) che "scopre" perdite di decine di miliardi di euro metta in ginocchio l’intero sistema.
Adesso si è creato un dibattito nazionale, con numerosi articoli sui giornali nazionali e dichiarazioni dei politici.
I liberisti "folli" come Francesco Giavazzi e Renato Brunetta hanno fatto del loro meglio per tappare la falla; ma non dovrebbe sorprendere che il loro meglio è ben poca roba davanti alla necessità di salvare l’economia reale.
Fare la voce grossa non sta funzionando questa volta, e questo dibattito intorno alla globalizzazione e le misure protettive necessarie per affrontare la crisi ha la potenzialità di ridefinire la geografia politica in Italia e altrove…
1) E Tremonti denunciò la globalizzazione
2) «Subito Banca del Sud con azioni a un euro». Intervista a Tremonti
Anestetizzati da una contesa sonnacchiosa e opaca nei contenuti, gli italiani rifuggono i dibattiti in tivù, percepiscono uno scarso agonismo tra programmi elettorali e si trascinano verso un voto stanco e incerto…
L\’associazione Nuove Onde ha preparato un interessante dossier “Verso le elezioni politiche 2008″ che studia i partiti sui temi eticamente sensibili per i credenti. Le coalizioni e i partiti che si presentano all\’esame delle urne tra due settimane hanno già al loro attivo un lungo curriculum. Sono stati monitorati strettamente alla Camera e in Senato durante l\’ultima legislatura. Sono state passate al microscopio le loro proposte di legge e i voti espressi dagli schieramenti anche nei consigli comunali e al Parlamento europeo.
Dopo la lettura le conclusioni sono ovvie.
«Io duro perché faccio» aveva affermato Romano Prodi il 28 dicembre 2007, parlando con alcuni giornalisti. Non l\’avesse mai detto. Dopo quella profezia ottimistica, per il Governo di centro sinistra – che ha sempre avuto una salute cagionevole – la situazione è letteralmente precipitata: prima l\’emergenza rifiuti in Campania, poi le dimissioni del Ministro della Giustizia Clemente Mastella e l\’abbandono della maggioranza da parte dell\’Udeur. Un\’agonia politica che ha avuto il suo epilogo la sera di giovedì 24 gennaio 2008, quando il Senato ha sfiduciato l\’esecutivo.
Silvio Berlusconi vuole Giulio Tremonti nel suo futuro governo. Gli affiderà il super ministero dell\’Economia, come nel suo secondo governo. Tremonti in un suo nuovo libro spiega: “La nuova politica deve essere basata su di un insieme articolato di valori. Le parole chiave che nell\’insieme definiscono una politica di questo tipo e perciò una politica opposta alla dittatura «sfascista» del relativismo, sono sette. Tre parole formano un gruppo unico, le altre stanno separate, in modo da figurare tutte insieme come quattro blocchi concettuali essenziali: valori, famiglia e identità; autorità; ordine; responsabilità; federalismo”.
Per gentile concessione, pubblichiamo stralci dal libro di Giulio Tremonti, ex ministro dell\’Economia di Silvio Berlusconi, in uscita per Mondadori. Il titolo del volume è "La paura e la speranza. Europa: la crisi globale che si avvicina e la via per superarla" (120 pagine, 16 Euro).
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