Roma, 28 gen – È stata la più votata di tutta l’Emilia Romagna, con ben 22mila preferenze. Un vero plebiscito. Stiamo parlando di Elly Schlein, il volto della new left che ha abbandonato le fabbriche per sistemarsi comodamente in un loft nel centro storico.
La Schlein, in effetti, ha tutto di questa sinistra urbana, liberal e post-operaia. Giovane, ecologista, femminista, immigrazionista, la Schlein ha tutte le carte in regola per rappresentare quel segmento di sinistra sempre più globalista e sempre meno nazional-popolare.
Da sinistra a destra: il segretario della Lega Rimini Bruno Galli, l’assessore forlivese Andrea Contorino, Matteo Salvini, il segretario della Lega di tutta la Romagna On. Jacopo Morrone, il consigliere regionale bolognese Daniele Marchetti.
L’esponente della Lega: “Risultati deludenti delle scelte politiche e culturali della sinistra contro la famiglia tradizionale. Noi siamo per la vita e la famiglia”
Capolista per la Lega alle elezioni regionali di domenica prossima 26/1/2020, il segretario della Provincia di Rimini Bruno Galli lancia il guanto di sfida alle politiche contrarie alla vita umana e alla famiglia naturale poste in opera negli ultimi cinque anni dal Partito Democratico.
Con una presa di posizione apparsa sui mass-media locali (1) Galli dà seguito a una serie di atti coerenti presi anche come assessore del Comune di Bellaria. Ad esempio:
2016: una raccolta di firme nella pubblica piazza a favore delle benedizioni pasquali nelle scuole (2);
2017: interrogazione parlamentare contro lo spettacolo gender ‘Fa’afafine’ imposto agli studenti di alcune scuole del riminese (3);
2018: condanna del Gay Pride di Rimini, “carnevalata di cattivo gusto” (4);
e, pochi giorni fa, richiesta di interventi urgenti per fermare gli “atti vandalici che colpiscono i nostri simboli religiosi” (5).
La dichiarazione va a completare il mosaico dei comportamenti e dei fatti favorevoli a vita e famiglia dei candidati della Lega in Romagna (6): Daniele Marchetti (Bologna); Massimiliano Pompignoli e A. Cintorino (Forlì-Cesena); Andrea Liverani e Gianfilippo Rolando (Ravenna); Bruno Galli (Rimini).
Ai candidati nelle elezioni in Emilia-Romagna interessa il crollo della civiltà occidentale?
E’ questa l’impressione che si ha da una campagna elettorale noiosa, le cui priorità sembrano limitarsi al “coprire le buche e tagliare l’erba” (cit. Alan Fabbri, Sindaco di Ferrara).
Fino al culmine della banalità: “gli ospedali servono per curare i malati”: sic!
Sembra quasi che non vi sia differenza tra il centro-destra e il Partito Democratico: non si capisce perchè è meglio votare l’uno invece dell’altro. Poi ci si meraviglia delle astensioni e che la maggioranza delle persone sia indecisa. Fortunatamente ci sono alcune eccezioni, che riaccendono la polemica e quindi l’interesse.
Si è già parlato della nuova Amministrazione di Forlì, che intende garantire il diritto a NON abortire e togli i finanziamenti al gender per evitare la corruzione dei minori (vedi QUI e QUI).
Buoni anche i propositi dei candidati di Fratelli d’Italia di Piacenza (QUI), Ferrara (vedi QUI e QUI), Ravenna (QUI) e Reggio Emilia (QUI). Eccellente la dichiarazione d’intenti di un candidato leghista per Ravenna, Gianfilippo Nicola Rolando, che riportiamo con le note: (altro…)
L’emergenza più drammatica per l’Emilia-Romagna è la difesa della vita umana – dal concepimento alla morte naturale – e la difesa della famiglia naturale.
Non è lecito ai cattolici dare il proprio voto a quei partiti o candidati che, pur non professando princìpi contrari alla dottrina cattolica o anzi assumendo il nome cristiano, tuttavia nei fatti si associano a politiche anti-vita o anti-famiglia: le sinistre e i 5Stelle (cfr. AAS, 1959, p. 271-272.).
Non guardare ai programmi perché vengono regolarmente disattesi. Stesso discorso per le promesse pre-elettorali. Guardare, invece, a quanto FATTO dai candidati in passato.
Non tener conto dei proclami televisivi dei leader nazionali perché parlano per accontentare tutti (ricordarsi del Sindaco di Ferrara che fa il contrario di quanto Salvini dichiara). Occorre, invece, valutare i candidati locali, perché saranno costoro a governare la Regione.
Nella foto: Pio XII, il primo Papa che intuì l’importanza di un’azione civica svincolata dalla guida dei vescovi.
Diletti figli!
Affiora al nostro spirito una domanda suscitata dalla vostra presenza, una domanda che ha accompagnato la storia della vostra non lunga, ma varia ed intensa esistenza, fin dal principio, e poi via via all’apparizione dei vostri interventi nelle vicende della vita pubblica italiana […]: «voi chi siete?».
La risposta è pronta e chiara: «siamo i Comitati Civici» […] la curiosità incalza: «e i Comitati civici che cosa sono?».
Nasce uno strano dialogo: «Siete un Partito politico?». Risposta: «No, non siamo un Partito politico».
«Una corrente sociale?». Risposta: «Nemmeno».
Allora: «Siete un’associazione cattolica?». La risposta è ancora negativa: «Non siamo un’associazione cattolica, nel senso proprio della parola».
«Che cosa siete allora: un Comitato elettorale? un blocco sociale? una agenzia “doxa”? una compagnia di pubblicità? un’espressione spontanea e momentanea di opinione pubblica? Chi siete?».
Da 70 anni i Governi regionali si sono preoccupati di abolire “La religione, la famiglia, la proprietà privata” La difesa di questi valori è prioritaria se vogliamo risollevarci.
Firma per chiedere al centro-destra di porre in atto i provvedimenti elencati qui: https://www.fattisentire.org/elezioni-emilia-romagna-che-cosa-chiedere/
Questa non è la solita (inutile) raccolta della firma di candidati su una “lista dei sogni”.
E’ un elenco di ciò che ciascuno di noi dovrebbe discutere con i propri futuri rappresentanti: di persona, instaurando un dialogo (non occasionale) sui valori e su cosa concretamente fare per tutelarli.
Dittatura gender. A fronte dei quasi inesistenti casi di effettiva discriminazione verso le persone omosessuali, occorre abolire la Legge regionaleL.R. 15/2019 (omotransfobia) e implementare la L.R. 6/2014 (discriminazione), includendovi la crescente cristianofobia ed eterofobia.
Aborto. L.R. 27/1989. L’ interruzione volontaria di gravidanza deve prevedere il pagamento di un ticket.
Il coraggioso Sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, assieme Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale e capogruppo della Lega in Comune
Depresso dai primi faccia-a-faccia elettorali, qualcuno era già in dubbio se andare a votare chiedendosi:
possibile che la differenza tra centro-destra e sinistra stia solo nel non far la coda all’ospedale?
possibile che ci dobbiamo beccare un altro amministratore le cui priorità saranno «le piccole cose, dalle buche all’erba alta» (Alan Fabbri, sindaco di Ferrara)?
possibile che non si capisca che la nostra civiltà non deriva dal PIL e che non è la crisi economica che la sta distruggendo?
possibile esser così tonti da credere di riuscire a prender voti dall’elettorato con cultura di sinistra?
Una luce dalla Romagna. E invece, ecco che, poche ore fa, una voce si è levata dalla bella Forlì: il Sindaco del centro-destra ha inserito nel programma comunale un’azione che mette «al centro i valori della maternità e della paternità e la piena accoglienza della vita nascente riconoscendo […] il diritto a non abortire» (1).
Ricci, il candidato governatore dell’Umbria segnalato da Gandolfini, assieme a noti esponenti democristiani.
Aspetti nascosti del recente risultato elettorale.
I Comitati per la vita e la famiglia si preparino per le elezioni emiliano-romagnole.
1. I Governi del Partito Democratico sono stati i maggiori nemici della vita e della famiglia nella storia repubblicana (1).
2. Il recente Governo Conte 2 (sostenuto da PD e 5stelle) ha confermato le intenzioni contro la vita e la famiglia poco prima del voto: il Ministro Elena Bonetti ha aperto alle adozioni per le coppie gay (2), all’eutanasia e ad altro.
3. Anche in Emilia-Romagna il Partito Democratico conferma il proprio orientamento, ad esempio sui fatti di Bibbiano («in Val D’Enza […] emerge che non c’è un sistema criminale organizzato») e con l’intenzione del governatore Bonaccini di rendere obbligatoria la frequenza della scuola materna (3)
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