Finita la globalizzazione economica (e speriamo anche teologica)

di Padre Serafino Lanzetta

Diversi commenti in questi giorni mettono in evidenza la fine della globalizzazione causata dagli effetti del COVID-19, esploso improvvisamente così da trovare impreparati molti.
Ciò che è sotto gli occhi di tutti è il limite che il virus ha posto a una società senza limiti e particolarmente alla globalizzazione economica, cioè a quel modo sempre più libertario di puntare al libero mercato più che a un mercato rispettoso delle giuste ed eque condizioni di mercato; un mercato che mira a far crescere la domanda in modo esponenziale e consumistico, prima che favorire la qualità (morale) dell’offerta.
Si è generato con il tempo un conflitto del mercato con lo Stato, ma ancor prima dello Stato con una visione naturale dell’uomo e della famiglia come centro vitale della società.
Se lo Stato si separa dalla famiglia non riconoscendo più il principio di sussidiarietà e se addirittura la famiglia viene equiparata ad altri modelli di libera convivenza, è ovvio che il mercato si separa dallo Stato e lo metta in qualche modo sotto accusa.
Proprio questa globalizzazione ora è saltata: sia l’economia che lo Stato sono in crisi nel far fronte all’emergenza pandemica.

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Covid-19: Cancellato il film LGBT su Mario Mieli

“Anni amari” è un film su Mario Mieli, attivista gay, la cui programmazione nelle sale è saltata causa coronavirus.
Del finanziamento con i nostri soldi abbiam già parlato qui: https://www.fattisentire.org/le-lobbies-lgbt-celebrano-la-vittoria-quali-lezioni-per-i-pro-famiglia/
Ora è indispensabile una riflessione sulla incapacità di comunicare di noi cattolici.

Ma chi era Mario Mieli?
Il giornalista Marco Respinti, su IFN,  ci ricorda chi fosse Mieli: «Mieli nasce nel 1952 in un’agiata famiglia borghese e si forma nel crogiuolo degli anni 1960, dove si mescolano marxismo, freudismo, omosessualità e orientalismo spiritualista. Nel romanzo autobiografico Il risveglio dei Faraoni (Colibrì, Paderno Dugnano [Milano] 1994) ricorda i propri anni 1970, quando «[…] di giorno andavo a scuola truccato, partecipavo alle occupazioni, di notte andavo a battere sotto il ponte della “Fossa”, che è un po’ il cuore di Milano e quando piove molto sembra Venezia».

A Londra frequenta l’associazionismo omosessuale organizzato e nel 1971 è tra i fondatori, a Milano, del collettivo F.U.O.R.I., il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, che – dopo l’appoggio del Partito Socialista e Comunista – nel 1974 diviene una costola del Partito Radicale.
In seguito rompe con quei compagni, torna al socialismo e fonda il Fuori-autonomo solo per poi avvicinarsi alla Sinistra extraparlamentare.

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Gli LGBT vogliono arresti facili

Sintesi del DDL Zan
di Tommaso Scandroglio

E’ all’esame della Commissione giustizia della Camera il progetto di legge Zan sulla «violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere ». Se passerà, i reati connessi verranno puniti col carcere o con pesanti sanzioni fino a 6 mila euro, salvo aggravanti (Alessandro Zan – terzo da sinistra – al Pacs Day di Roma del 2005 – Foto Stefano Bolognini), si spalancherebbero le porte del carcere o si prospetterebbero pesanti sanzioni per chiunque osi criticare la galassia Lgbt, foss’anche citando Bibbia o Catechismo. Ed anche invocare la libertà di espressione varrebbe, ma fino ad un certo punto…

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Merola, la Commissione per le fake news e… il tribunale della verità?

Il Sindaco di Bergamo diffonde la notizia per la quale la pandemia è “un pregiudizio” (clicca per ingrandire)

Quando il Sindaco di Bologna – Virginio Merola del Partito Democratico – promette qualcosa, c’è sempre da preoccuparsi.
Infatti, non siamo di fronte solo a un amministratore incapace, ma anche al campione della lotta contro i valori non negoziabili: vita umana, famiglia naturale, libertà di educazione sono costantemente oggetto delle sue politiche.

Così, quando a Merola è stato chiesto «Nella fase due ci sarà spazio anche per la famosa app con cui controllare che i cittadini, positivi o no al virus, rispettino le normative?», ha risposto in modo da far gelare il sangue: «Mi sembra inevitabile utilizzarla […] la democrazia ha dimostrato quale sia la sua forza» (qui).

La “democrazia” che intende Merola è quella dei regimi socialisti, quella in cui lo Stato controlla e decide tutto della vita delle persone, “dalla culla alla bara”.
L’uso delle app nella Cina socialista è stato recentemente descritto dal settimanale Tempi.it così: «Con le app anti-coronavirus, la repressione in Cina diventa preventiva» (qui).

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l’On. Boldrini (PD): estendere l’aborto durante l’emergenza COVID-19!

Nel primo numero del 2010, Famiglia Cristiana proclamò italiana dell’anno Laura Boldrini, esponente del Partito Democratico e oggi di Liberi e Uguali.

Boldrini, Saviano e le Ong vogliono aborti per bimbi più grandi, a domicilio, con procedura da remoto

L’appello di cento Ong ai governi europei: “L’aborto sia considerato un servizio essenziale“, ma raccoglie solo 3.700 firme:
https://secure.avaaz.org/it/community_petitions/presidente_del_consiglio_dei_ministri_ministero_de_aborto_farmacologico_durante_emergenza_covid19_/details/


Laura Boldrini, Roberto Saviano e un centinaio di Ong scrivono al ministro della salute
per chiedere ai governi di tutelare il diritto delle donne ad abortire anche durante l’emergenza coronavirus.


Indispensabile scrivere al proprio deputato per manifestare indignazione e invitarlo a vigilare.

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Coronavirus: per il Governo occasione per distruggere le scuole libere

Coronavirus, 12mila scuole paritarie rischiano chiusura, 100mila dipendenti licenziamento.
Kaladich (FIDAE): noi discriminati [INTERVISTA]

Sono circa 12mila le scuole paritarie nel nostro Paese e non sfugge oramai a nessuno il destino incerto che le attenderà nei prossimi mesi quando, superata l’emergenza, si dovranno fare i conti con un tessuto produttivo gravemente minato e la disoccupazione alle stelle.

Tuttavia le richieste di sostegno economico a loro favore presentate nei giorni scorsi come emendamenti al decreto Cura Italia potrebbero, ma solo in parte, scongiurare lo scenario apocalittico della chiusura di tanti istituti e preservare così la libertà di scelta educativa delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese.

Non si sa in che misura queste istanze saranno accolte, ma gli estensori del documento si aspettano la giusta considerazione almeno dalle opposizioni al Governo.
La stragrande maggioranza delle scuole paritarie primarie e secondarie ha fatto la propria parte fin dal primo giorno di chiusura assicurando la didattica online e restando così accanto ai ragazzi e alle loro famiglie.
Ne abbiamo parlato con Virginia Kaladich, Presidente della FIDAE, la federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie che riunisce sotto la sua sigla più di 4mila istituti.

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“Pandemia cinese”: quattro possibili scenari per il nostro impegno.

Il virus SARS-CoV2 – ma chiamiamolo pure “virus cinese” – ha suscitato una pandemia che sta colpendo quasi tutto il mondo. Per affrontarla, innanzitutto bisogna che il popolo si mobiliti con preghiere e penitenze per chiedere a Dio misericordia e che, per rimediare alle conseguenze in campo sanitario, ricorra a tutti i rimedi sanitari.

Tuttavia, per rimediare alle conseguenze in campo politico-sociale, bisogna pure che la nazione ricorra a rimedi politico-sociali, perché dopo l’emergenza potrebbero sorgere crisi più pericolose di quella sanitaria. È necessario quindi che gl’Italiani si trovino preparati ai cambiamenti che la pandemia potrà produrre a tutti i livelli della vita sociale. Per scegliere quelli prudenti ed efficaci, però, bisogna prima delineare alcuni scenari che potrebbero realizzarsi a breve in Italia e altrove. Ne proponiamo quattro.

Quattro possibili scenari sulle conseguenze della pandemia

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Donazioni alle Regioni per la salute? Serviranno a procurare più aborti

Già lavoriamo più di 5 mesi su 12 per lo Stato: ora, per fronteggiare il coronavirus, arriva l’assurda richiesta di dare soldi alle Regioni e agli Enti Pubblici.

E’ noto che gli assessorati alla salute delle Regioni promuovono l’aborto e la RU486, il sesso libero tramite gli Spazi Giovani, portano il gender nelle scuole (https://www.fattisentire.org/sanita-a-bologna-aborto-e-gender/ ).
Stupisce come nessuna Regione abbia ridotto o limitato la pratica dell’aborto o la formazione libertaria dei giovani al fine di liberare risorse per assegnarle ai malati di Covid-19.

E’, invece, meno noto che nelle Regioni a guida PD le attività intese a diffondere l’ideologia gender sono state incrementate.
E’ il caso della Toscana, che lo scorso 23 marzo 2020 ha stanziato 80.000 € a favore dei transessuali (qui il video-denuncia: https://youtu.be/TgOgvdtB4Jo ). E anche il Cismai (Bibbiano) approfitta del momento di crisi per cercare di far passare un decreto per incrementare le possibilità di sottrarre i figli alla famiglia.

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Le lobbies LGBT celebrano la vittoria: quali lezioni per i pro-famiglia?

L’irrisione del cristianesimo in un evento a Bologna nel 2015. La Magistratura ha archiviato nel 2017 (clicca sull’immagine per la notizia).

La sera del 29/3 è terminata la possibilità di vedere gratuitamente in streaming il film-documentario “Torri, checche e tortellini”: una celebrazione – con chiari intenti propagandistici – dei 43 anni del movimento omosessualista in Italia.
Il film è realizzato con denaro pubblico da Cinemare grazie al Ministero dei Beni Culturali e alla regionale Emilia Romagna Film Commission.
Scopo della visione gratuita è pubblicizzare l’imminente uscita di un nuovo film LGBT (realizzato sempre da Cinemare con Rai Cinema): la biografia di Mario Mieli, noto attivista della liberazione omosessuale in chiave marxista (morto suicida nel 1983) che – secondo Wikipedia – teorizza per primo la legalizzazione della pedofilia e la necrofilia.

 

C’è qualcosa da imparare da “Torri, checche e tortellini”. Qualcosa che narrano gli stessi attivisti LGBT e che può essere utile ai pro-famiglia. Vediamolo.

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Crisi migranti: il Governo del PD non aiuterà la Grecia

L’Europa per una volta dimentica le politiche immigrazioniste suicide perseguite finora e sostiene la Grecia per arginare la nuova “invasione” dalla Turchia. Ma l’Italia non ci sta e il governo Conte rifiuta di mandare agenti di polizia e navi in supporto ai greci che affrontano il ricatto turco.

Il confronto in atto tra Turchia e Grecia sui migranti, che Erdogan ha mandato in circa 150 mila al confine terrestre occidentale, si estende anche al fronte marittimo con i due paesi impegnati a sostenere con la propaganda le proprie posizioni. Ankara mostra video di migranti illegali su gommoni respinti a forza dalle motovedette greche mentre Atene diffonde video di navi turche che scortano gommoni di migranti fin dentro le acque territoriali di Atene e di blindati della polizia turca che aiutano i clandestini a rimuovere le barriere sul confine terrestre di Edirne.

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