A Ferrara proposta una mozione contro l’aborto

Ferrara come Verona, presentata una mozione contro l’aborto

Alessandro Balboni (FdI) contro la cultura di morte “Gli aborti legali effettuati dal 1978 ad oggi sono circa sei milioni mentre non sono state in nessun modo pubblicizzate le conseguenze sulla salute psichica e fisica della donna a seguito dell’aborto chirurgico e farmacologico“. E chiede finanziamenti alle associazioni che si occupano di gravidanze difficili

IL TESTO INTEGRALE DELLA MOZIONE: https://www.fattisentire.org/db/20181110_mozioneprovita_Balboni_2.pdf

A proporre “iniziative per il sostegno alla maternità e alla prevenzione delle condizioni che portano all’aborto” è il giovanissimo consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alessandro Balboni.

Fratelli d’Italia sollecita la giunta estense a “inserire nel prossimo assestamento di bilancio un congruo finanziamento ad associazioni e progetti attivi sul territorio comunale che operino nell’ambito dell’aiuto alle gravidanze difficili”.

Tra le richieste, anche quelle di “farsi promotori presso la Regione Emilia-Romagna di un progetto ad hoc che sia diretto all’aiuto delle donne in gravidanza che si trovano in stato di difficoltà” e di “proclamare Ferrara ‘città che tutela gli indifesi’”.

Il documento cita lo statuto comunale (che all’articolo 4 “promuove la tutela della vita umana, della persona e della famiglia nelle sue varie forme, la valorizzazione sociale della maternità e della paternità, assicurando sostegno alla corresponsabilità dei genitori nell’impegno di cura ed educazione dei figli”) e la legge 194/1978, di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario della pubblicazione.

La 194 intendeva legalizzare l’aborto in casi particolari, come la violenza carnale, l’incesto, gravi malformazioni del nascituro ed altri, come di contrastare l’aborto clandestino – dichiara Balboni –; mentre ha condotto all’aumento del ricorso all’aborto quale strumento contraccettivo e non ha debellato l’aborto clandestino, tanto che durante un question time alla Camera nel 2017 l’allora ministro Lorenzin stimò tra i dodicimila e i quindicimila gli aborti clandestini per le donne italiane, a cui sono da aggiungere tra i tremila e i cinquemila casi ipotizzati tra le donne straniere”.

Anche l’articolo 1 resta in larga parte disatteso – contesta il consigliere FdI -, purtroppo l’informazione sulle possibili alternative all’aborto non è sufficiente e le possibili soluzioni, quali l’adozione in anonimato, gli aiuti economici, l’assistenza psicologica e altre, rimangono inattuate, quando spesso potrebbero essere sufficienti a restituire a una donna in difficoltà la serenità necessaria per portare avanti la gravidanza”.

La legge intendeva impedire il ricorso all’aborto dopo i primi novanta giorni, ‘tranne che nel caso di serio pericolo per la salute fisica o psichica della donna’ (art.4); mentre tale limite è stato ampiamente scavalcato – prosegue Balboni -. Gli aborti legali effettuati dal 1978 ad oggi sono circa sei milioni mentre non sono state in nessun modo pubblicizzate le conseguenze sulla salute psichica e fisica della donna a seguito dell’aborto chirurgico e farmacologico”.

Non manca infine il riferimento alla “diffusione della pillola abortiva” che “rende più difficile un approccio di reale e concreto aiuto per la donna incinta, lasciandola sola in un momento particolarmente critico” che si sentirebbe “meno sola” in una “città che tutela gli indifesi” come Balboni vorrebbe ribattezzare Ferrara.

Infine, come sempre, una farneticante presa di posizione dei DEM: «La mozione inizia dicendo che si vogliono aiutare i genitori in difficoltà – dichiara il segretario provinciale Luigi Vitellio al Resto del Carlino –, in realtà si versa il veleno del ritorno a un triste passato, dove gli aborti clandestini erano la norma, e le donne non avevano diritti».
Chi governa la Regione Emilia-Romagna non solo ignora la realtà, ma nemmeno si informa, non riflette, né vuole imparare: confermandosi così il maggior responsabile della diffusione della cultura di morte.

 

Tratto da: https://www.estense.com/?p=725883 con lievi modifiche per rendere meno fazioso.

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Fiore Mario Buonaccorsi

    L’aborto è un delitto abominevole

  2. Corrado

    Dato che siamo in grave calo demografico, perché non aiutiamo le donne a non abortire anche con incentivi economici e supporto psicologico. Promoviamo la cultura della vita e non della morte.

  3. Giuseppe

    Bisogna collaborare tutti affinché non si pratichino più aborti. Le donne e le coppie in difficoltà vanno aiutate e sostenute, solo così si può estirpare questa piaga alla radice!

    RISPOSTA. Bisogna prima di tutto abrogare la legge, poi bene tutto il resto.

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