Dopo Katrina, la peste Planned Parenthood Federation

 Per gli alluvionati di Katrina arriva kit contraccettivo


Dopo l’uragano Katrina, la peste Planned Parenthood Federation of America (Ppfa): non cibo né medicine invia nelle zone colpite dal disastro, ma preparati abortivi…


di Respinti Marco

Dopo l’uragano Katrina, la peste Planned Parenthood Federation of America (Ppfa): che non cibo né medicine invia nelle zone colpite dal disastro, ma preparati abortivi.
Il sito Internet dell’organizzazione invita infatti a mandare denari deducibili al 100 per cento dalle tasse onde fornire ai sinistrati «servizi per la salute»: fra questi, un fabbisogno mensile di anticoncezionali più un «kit contraccettivo di emergenza», il “Plan B” che impedisce all’ovulo fecondato d’impiantarsi nell’utero materno. I suoi propugnatori dicono che è diverso dalla “RU-486” – la “pillola del giorno dopo” ribattezzata “primo pesticida umano” perché, abortivo, agisce sull’embrione un po’ come il Ddt -, ma i manuali medici li smentiscono. Così riferisce The FactIs.org, il periodico on-line di Washington («cattolico senza vergogna e senza equivoci») diretto da Austin Ruse, e nato come progetto comune della “Culture of Life Foundation” e del “Catholic Family and Human Rights Institute“. Oggi la Ppfa è la sezione Usa dell’International Planned Parenthood Federation, nata nel 1952 a Bombay durante la Terza Conferenza Mondiale di Pianificazione Familiare come federazione di otto associazioni nazionali: il più grande (ricco, potente e influente) network per la diffusione della contraccezione, dell’aborto e della sterilizzazione, accreditatissimo all’Onu e responsabile di colossali campagne autenticamente antiumane.
Fermare la proliferazione
Fu fondata nel 1942 da Margaret Louise Higgins maritata Sanger (1879-1966), l’inventrice dell’espressione «controllo delle nascite». Newyorkese di origine irlandese, figlia di uno scettico radicale e di una cattolica devota, passò per la controcultura del Greenwich Village e ne uscì socialista. Pioniere della rivoluzione sessuale, con i primi scritti incappa nella censura e, dopo undici anni di matrimonio e 3 figli, nel 1913 manda a monte tutto (ma si risposerà). Infermiera diplomata, nel 1914 pubblica il primo numero del mensile femminista Il ribelle donna; in copertina sta il motto “Né dèi, né padroni”. Segue Family Limitation, opuscolo sulla contraccezione subito messo al bando. Fugge la galera sbarcando in Gran Bretagna, dove s’innamora dell’eugenetica. Nel 1916 apre a Brooklyn la prima clinica per il controllo delle nascite, chiusa dalla polizia dopo nove giorni di attività. Alla Sanger costa un mese di carcere. Nel 1917 fonda la Rivista per il controllo delle nascite. Nel 1920 pubblica il libro La donna e la nuova razza. Amante di H. G. Wells, il quale definisce la Sanger una eroina della storia biologica della nostra civiltà (l’unica vera storia umana), nel 1922 pubblica Il cardine della civiltà, suo manifesto ideologico, di cui lo scrittore firma la prefazione: in esso si afferma che il neomalthusianesimo è tutt’uno con l’eugenetica.
Poi crea una clinica che dal 1940 è il “Margaret Sanger Research Bureau“, il più grande centro mondiale di controllo della fertilità. Nel 1927 con i fondi del secondo marito, petroliere, e di vari sostenitori (fra cui la Fondazione Rockefeller) organizza a Ginevra la prima Conferenza Mondiale sulla Popolazione. Intervengono in molti, fra cui Julian Huxley e John Maynard Keynes. Nel 1927 è a Copenhagen alla fondazione della Lega mondiale per la Riforma sessuale, la prima organizzazione per i diritti degli omosessuali al cui vertice stanno dichiarati sostenitori dell’eugenetica e della sterilizzazione. Quindi venne la Planned Parenthood, la grande creazione sangeriana. Uno dei chiodi fissi dell’augusta fondatrice era la fertilità dei deboli di mente, pericolosa matrice del crimine e dell’indigenza. Forse è per questo che oggi la Ppfa cerca di fermare la proliferazione dei “negri” di New Orleans.

Tempi num.38 del 15/09/2005