Milano e il cattivo gusto…

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Escrementi, wc e foto in mostra al museo di Storia Naturale


L’ultima trovata di Sgarbi. E in mostra foto a tema di Toscani.


NON C’È LIMITE AL CATTIVO GUSTO!

MILANO Così materiale, ignobile, se volete ripugnante. Ma innominata proprio non è vero, tant’è che il museo di Storia Naturale, le dedica una mostra. A che cosa? Alla cacca: all’odore, al colore, alla consistenza, ai tipi. La descrive, la riproduce, la racconta, quasi la erge a valore. Coprofili e curiosi, però, dovrete aspettare il prossimo 21 marzo, giorno della “vernice” (si può dire?) di “Storia naturale dell’innominabile”: modellini di cacca di centinaia di animali, foto, tipi di water da tutto il mondo e sezioni di storia, tradizioni e curiosità. Il percorso inizia con uno slalom tra le cacche, «visto che in città siamo abituati a farlo tutti i giorni sui marciapiedi», continua Guaraldi. Tutti gli escrementi sono riprodotti fedelmente in silicone e materia organica (fieno per quelli degli erbivori, piccole ossa per quelli dei carnivori). C’è anche la cacca di elefante: 10 chili, con la didascalia che spiega che se non ci fossero gli scarabei che mangiano lo sterco degli animali, la savana sarebbe tappezzata di escrementi. Sono soddisfatte anche tutte la curiosità: come nasce il senso del disgusto, perché i cuccioli del koala e dell’elefante si cibano di cacca e a cosa servono gli escrementi dei gabbiani. Segue una sezione curata da Oliviero Toscani, che mette in mostra le foto del suo libro “Cacas”. Le immagini raccontano, ad esempio, il mondo visto attraverso i wc: da quelli tedeschi che trattengono gli escrementi perché la gente li vuole guardare prima di tirare l’acqua a quelli giapponesi che sono in grado di fare un’analisi dettagliata delle feci. «Fare la cacca è un’attività della produzione umana importantissima», commenta Toscani, «e se l’arte non ha a che fare con l’esistenza è solo mediocrità. Pensate che un uomo nella sua vita fa 50 mila cacche e sono tutte diverse l’una dall’altra. Se non è arte questa, in un mondo in cui tutti copiano tutto…». Al Museo di Storia Naturale è prevista anche una sezione “exibit”, dove il pubblico può interagire con i pezzi esposti. Ci sono dei water, sui quali la gente si può sedere, mettersi le cuffie e ascoltare la storia dei vespasiani. C’è un sifone sezionato per vedere che fine fa la cacca una volta che si tira l’acqua. E c’è la Cacca-machine, dentro la quale si inserisce il cibo, una lucina si accende simulando che sta producendo energia (come succede nel corpo con la digestione) e infine esce la riproduzione della cacca, precisa come l’avrebbe fatta un uomo ingerendo quei cibi. La mostra – che prende spunto dal libro di Nicola Davies “Storia naturale dell’innominabile” dell’Editoriale Scienze, e da un’esposizione di due anni fa alla Tate Gallery di Londra – si potrebbe estendere, secondo i progetti dell’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, anche agli spazi del Pac. Ci saranno opere d’arte sull’argomento della cacca da Duchamp a Manzoni. «E’ un tema dominante del Novecento, quello della cacca. La “Merda d’Artista” di Manzoni vale 1 milione di euro», commenta Sgarbi. Sponsor della mostra è una ditta di servizi igienici, che installerà cabine-toilette pubbliche nei parchi milanesi, decorate con riproduzioni di opere d’arte del secolo scorso.


di Camilla Montella
LIBERO 21 ottobre 06