L’ultima provocazione omo-genitoriale in Francia

La Francia perde il pelo ma non il vizietto


Un libro per bambini in cui un lupacchiotto viene cresciuto da due lupe: a Parigi è scontro sull’ultima provocazione omo-genitoriale. con alcuni sponsor inaspettati…

Parigi. Le edizioni “L’Ecole des Loisirs”, specializzate nei libri per bambini, hanno pubblicato un libriccino dal titolo suggestivo, Jean a deux mamans, Giovanni ha due mamme, destinato ai bambini da 0 a 3 anni. L’autrice, la grafica Ophélie Texier, in dieci illustrazioni cartonate mette in scena un lupacchiotto, Jean, insieme a due lupe «che si amano come un papà e una mamma» e che per questo vengono presentate come le due “mamme” di Jean. Interessante la sequenza delle illustrazioni: mentre con il suo pancione la lupa Jeanne se ne sta seduta in giardino l’altra lupa, Marie, imbianca la casa in attesa della nascita del lupacchiotto. Nelle illustrazioni successive: “mamma Marie”, dopo aver rinfrescato i muri di casa, conferma il suo ruolo maschile insegnando a Jean come si fa a pescare; “mamma Jeanne”, la vera mamma il cui ruolo femminile è reso ancora più esplicito da un grembiulino da perfetta casalinga, sta in cucina e mostra al lupacchiotto come cucinare dei piccoli pesci; «mamma Jeanne mi ha cucito un costume da indiano», dice Jean, e «allora mamma Marie si è trasformata in cavallo». E se a Jean capita di essere triste, «mamma Jeanne mi prende nelle sue braccia… mamma Marie arriva a grandi passi e ci facciamo una grossa coccola tutti e tre!». Fine della storia.
Un’associazione cattolica, “Femina Europa“, ha criticato il libro mettendo in evidenza che il papà del lupacchiotto Jean sembra non esistere; che anche se a Jean capita di vivere suo malgrado con due “lupe” una sola è davvero sua madre; e infine che qualcuno sta raccontando delle bugie al bambino che si ritrova quel libretto tra le mani. L’Association des Parents et futurs parents Gays et Lesbiens (Apgl) commenta così le critiche: «Un libro per i più piccini sull’omogenitorialità scandalizza gli ultracattolici». Per l’Apgl invece va tutto bene, perchè Jean a deux mamans non farebbe che descrivere «in modo semplice e bello una famiglia omogenitoriale».
GENERE VAGO
Il caso vuole che il 25 e 26 ottobre, a Parigi, sia stata proprio l’Apgl, insieme all’International Lesbian and Gay Association (Ilga), ad avere organizzato una conferenza internazionale sulla cosiddetta omogenitorialità. Per l’Apgl si trattava, tra l’altro, «di fare il punto sullo stato delle conoscenze su questo modo di “fare famiglia” e di discutere delle questioni che questo pone alla società». Difficile da credere, detto da quell’Apgl che ha reagito come si è visto qui sopra alle questioni semplici, chiare e pertinenti di “Femina Europa“. In questo contesto la conferenza – alla quale hanno partecipato numerosi ricercatori, non solo francesi, e che ha avuto il sostegno di sponsor prestigiosi come Ibm o il Centro nazionale della ricerca scientifica – sembra essere un’operazione di marketing politico. Lo dimostra il fatto che, nel pur ampio programma della conferenza, non si è trovato necessario inserire nella discussione, tra il diritto e la giurisprudenza, una riflessione su un tema centrale come la famiglia naturale. Come se, per fare un bambino e dare vita a una famiglia, non fosse più necessaria l’unione di un uomo e di una donna ma bastasse il desiderio di una coppia omosessuale. Sempre per caso, il 20 ottobre, il settimanale L’Express ha dedicato il suo dossier alle differenze tra uomo e donna che, pare, «gli scienziati fanno sempre più fatica a definire». L’Express si chiede: «La condizione maschile o femminile è impressa nell’anatomia, nei geni, nel cervello, oppure è creata dall’ambiente e dalle convenzioni sociali?».
Naturalmente viene voglia di rispondere che la differenza tra uomo e donna è biologica e che esiste a prescindere dall’ambiente e dalle convenzoni sociali. Invece no, perchè, si legge nell’articolo, «i criteri che un tempo permettevano di classificare senza ambiguità una persona nell’uno o nell’altro genere sono sempre più vaghi o contestati, a tal punto che non sappiamo più bene quello che distingue il maschile dal femminile». Cose che succedono, oggi, nella Francia che fu di Alain Delon e Brigitte Bardot e che non aveva dubbi sulle differenze tra un uomo e una donna.


di Arrigoni Gianluca
Tempi num.44 del 27/10/2005