L’imam promette bombe a chi vede Submission

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La minaccia del torinese Bouchta Bouriki:
se Rai2 trasmette il film di Van Gogh aspettatevi attentati anche alle ambasciate all’estero


Hamza Boccolini
Libero 11 maggio 2005


“La trasmissione del film “Submission” potrebbe mettere in pericolo l’Italia e scatenare la vendetta di qualche fanatico”. E’ questo il monito lanciato ieri dall’Imam di Torino, Bouchta Bouriki, che ha spiegato quali sono i pericoli derivanti dalla messa in onda del video costato la vita a Theo Van Gogh.



Dopo aver appreso che il programma “Punto e a capo”, condotto da Giovanni Masotti su Raidue, intendeva trasmettere circa 5 minuti del documentario, l’esponente islamico torinese è intervenuto con forza nella vicenda per chiedere alle istituzioni di fermare la diffusione del film. “Io non sono contro la libertà d’opinione”, precisa l’imam, “ma ritengo che la trasmissione del video “Submission” possa scatenare l’ira di qualche fanatico che, alla ricerca di una vendetta, finisca per commettere lo stesso reato che è stato commesso in Olanda dall’assassino di Van Gogh”.



Secondo la guida religiosa islamica il pericolo maggiore, però, potrebbe riguardare le nostre rappresentanze all’estero. “Il fatto che a trasmetterlo sia Raidue rende la faccenda ancora più pericolosa”, ha affermato, “perché si tratta di una Tv di Stato che viene vista anche all’estero. Il film verrà visto in tutto il mondo, compreso quello musulmano, attraverso una Tv italiana mettendo così in pericolo le nostre ambasciate. I fanatici troveranno la scusa per indicare l’italia come il Paese che ha offeso la religione islamica. Per questo chiedo un intervento dello Stato nella vicenda che deve assumersi le proprie responsabilità. Non vogliamo far nascere un nuovo Zarqawì e per questo ci stiamo movendo contro la proiezione del film, per il bene dell’Italia”.



Quello di Bouriki è il monito di un Imam che da anni vive all’interno della comunità islamica del nostro paese e che ne conosce perfettamente gli umori ed i pericoli. Quelli che lui chiama”fanatici” potrebbero essere sia dei cani sciolti sia persone organizzate in cellule. Non dimentichiamo che i kamicaze di terza generazione, quelli cioè che hanno colpito negli ultimi mesi a Dolia e ben tre volte al Cairo, erano proprio dei cani sciolti reclutati e addestrati tramite i siti internet di Al Qaeda.



Inoltre l’Italia ha già conosciuto questo tipo di pericolo. Solo l’anno scorso un giovane marocchino, Mustafa Chouki, si fece saltare in aria davanti ad un McDonald’s a Brescia emulando i kamikaze iracheni. Tanto che è convinto dcl pericolo che corre l’Italia, che lo stesso Imam torinese ha inviato due giorni fa al presidente della Repubblica. Carlo Azeglio Ciampi, ed alle altre alte cariche dello Stato un documento nel quale avvertiva che il contenuto della pellicola avrebbe potuto creare roblemi per la sicurezza pubblica del nostro Paese. Il documento è stato firmato anche da Fouzi Ben Salem, presidente della Consulta islamica di Torino. “Il filmato in esame offre una lettura inesatta dei principi della fede musulmana”, si legge nella nota. “Codesto Consiglio Islamico, pertanto, non solo dichiara formalmente di non condividere il contenuto del film “Submission”, ma invita le SS.LL.Ill.me a valutare seriamente la reale opportunità di proiettare il filmato, al fine di evitare l’insorgere di nuove e forti tensioni che potrebbero indurre i più fanatici a commettere gesti clamorosi e pericolosi per la pubblica sicurezza”.



Leggendo le dichiarazioni dell’imam Bouriki e le frasi contenute in questo comunicato emerge certamente un quadro poco rassicurante. Se i massimi esponenti della comunità islamica torinese ravvedono nella divulgazione di un filmato la possibilità di reazioni da parte di fanatici islamici, vuol dire che il pericolo del terrorismo nel nostro Paese è ormai un fatto concreto. Nonostante ciò, sembra che il conduttore di “Punto e a capo”, Masotti, abbia risolto ieri ad Amsterdam la questione dei diritti col produttore del cortometraggio Gijs van de Westelaken. Addirittura il produttore olandese si sarebbe detto soddisfatto dell’accordo perché per lui la trasmissione di “Submission” in Rai rappresenterebbe una forma di completamento del lavoro fatto da Theo Van Gogh. Eppure il giorno prima aveva definito “molto serie” le minacce telefoniche in arabo, ricevute da Masotti la scorsa settimana. “Non conosco bene la natura di queste minacce”, dice van de Westelaken, “so che è quasi impossibile riconoscere minacce vere dalle burle; in ogni modo qualsivoglia minaccia, sia pure proveniente da uno sperduto sito web, potrebbe essere molto seria, avendo noi a che fare con idioti molto pericolosi”.



Van de Westelaken ha affermato di non avere minimamente immaginato in passato, nel momento in cui decise di produrre “Submission”, che il film potesse provocare una reazione tanto violenta, e ha suggerito di ricordare Van Gogh, non tanto per questa sua ultima opera, quanto piuttosto per gli altri suoi film.



Infine, domani “Submission” sarà proiettato in versione integrale al cinema Michelangelo di Firenze e in un circolo culturale e nella segreteria provinciale della Lega Nord a Torino.



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