Siena: soldi alla moschea, cristiani in garage

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TOSCANA:  soldi alla moschea, nulla alla chiesa

SIENA – I musulmani nella moschea, i cristiani in un garage. Non succede nel Pakistan o in Sudan ma nel senese, la terra di Santa Caterina. E di San Bernardino, titolare in Val d’Elsa di una parrocchia molto simile a un provvisorio alloggio per terremotati ( la provvisorietà dura però da anni e anni), che sorge a poca distanza dal luogo dove avrà invece sede un lussuosissimo centro islamico, finanziato con i soldi del Monte dei Paschi di Siena e benedetto dai diessini locali.
È una storia paradossale di una provincia dove di chiese, in realtà, ce ne sono diverse. Una è appunto quella bancaria: il Monte, come lo chiamano i senesi, è una istituzione plurisecolare che fa da volano di un colossale giro di quattrini. Molti di questi, tramite la Fondazione Mps, finiscono per finanziare innumerevoli e spessissimo meritorie iniziative, ma anche attività la cui utilità pubblica appare più discutibile, come la moschea con annesso centro culturale di Colle Val d’Elsa. L’imam e ideatore del progetto, Feras Jabreen, ha giustamente pensato: perché non battere cassa? ” Abbiamo chiesto 700 mila euro, ma ci hanno finanziato per 300 mila ” . La munifica sponsorizzazione delle attività musulmane, primo caso da parte di una banca non confessionale in Europa, ha ricevuto anche il placet dell’altra ” chiesa” locale, i Ds. ” Non solo siamo d’accordo sulla realizzazione di un luogo di culto islamico, siamo orgogliosi di appartenere a una regione dove si affronta in modo concreto il tema dell’integrazione e dell’accoglienza ” ha commentato, ai limiti della commozione, l’ecumenico segretario regionale Marco Filippeschi. Del resto, Quercia e Monte vantano una comunione d’intenti consolidata.
La Chiesa cattolica, da queste parti, sembra quella che conta di meno. Tanto che a un tiro di schioppo da Colle val d’Elsa, in quel di Riggioni, i fedeli sono costretti a celebrare da tantissimi anni in un prefabbricato con il tetto di eternit. La cosa accade in quel di Le Badesse, nella parrocchia di San Bernardino: da un lato impicci urbanistici, dall’altro problemi materiali, fatto sta che il simil-garage costruito alla nascita della parrocchia è rimasto immutato..
D’accordo che Gesù è nato in una mangiatoia e che i protocristiani si riunivano nelle catacombe, però il contrasto con il celere e generosissimo finanziamento del tempio maomettano è stridente: nessuna banca si è offerta di finanziare la costruzione di una chiesa più bella e più grande ( non ci vuole molto). Tra l’altro, quella di San Bernardino non è l’unica situazione di disagio nella diocesi. Anche il quartiere dell’Agrestone, a Colle val d’Elsa, è in attesa della costruzione di un luogo di culto cattolico da lunga pezza. Mentre nella zona delle Grazie sono ancora in corso le faticose trattative per l’acquisto di un immobile che consenta alla chiesa locale di svolgere adeguatamente le attività parrocchiali. Intendiamoci, senza demagogia: la chiesa senese non è poverissima. Anzi, dispone di un discreto patrimonio immobiliare che, conformemente ai principi cristiani, utilizza per andare incontro alle esigenze dei più poveri, senza alcuna distinzione di fede, tanto che alcuni appartamenti di proprietà della diocesi sono occupati da immigrati extracomunitari, musulmani inclusi.
Per certo, però, la diocesi di Siena è molto meno ricca di quei paesi arabi che – se proprio si ritiene la costruzione del centro islamico indispensabile – potrebbero provvedere alla costruzione senza bisogno della regalia del Monte dei paschi. Paesi nei quali sarebbero inimmaginabili gesti di generosità e ospitalità speculari. Ma il “vescovo” diessino Filippeschi predica ” tolleranza e apertura, il dialogo tra religioni e culture “. Il buonismo dei diessini e del Comune toscano non ha però convinto la Lega, che ha organizzato una manifestazione di protesta ( contro cui alcuni giovani comunisti sono scesi in piazza) e ha annunciato una raccolta di firme contro la delibera municipale che concede il terreno pubblico per la moschea dietro pagamento di 11 mila euro l’anno.
A proposito di generosità, il finanziamento alla moschea spicca anche in rapporto alle altre erogazioni del Monte dei paschi di Siena. I 300 mila euro sono una voce importante, anche in un capitolato stratosferico: 45 milioni di euro. I musulmani hanno preso più di qualunque parrocchia e quanto una costruita ex novo. La diocesi ha ricevuto circa 300 mila euro, ma per quasi due terzi devoluti in beneficenza. Spicca poi (insieme al milione per la ristrutturazione del palazzo vescovile di Montepulciano) il finanziamento di 705 mila euro ad Emergency: Gino Strada, si sa, è un filantropo politicamente corretto.

di MARCO FERRAZZOLI

Libero 14 novembre 2004