La differenza fra i sessi difesa da Ratzinger ci rende liberi

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Straordinario polemista, scrittore e apologeta, l’inglese Gilbert K. Chesterton – convertitosi al cattolicesimo attorno agli anni Venti – prevedeva che sarebbe presto venuto un tempo in cui i cristiani avrebbero dovuto sguaianare le spade della polemica e battersi strenuamente in difesa dell’evidenza: per sostenere che due più due fa quattro, per affermare l’esistenza delle pietre, per asserire che i prati sono verdi in primavera e che il sole brilla di giorno. Quel tempo è già arrivato da un po’. La Chiesa si trova a dover difendere eroicamente evidenze clamorose come l’esistenza del sole. In questi giorni – per esempio – affermando solennemente che un uomo di sesso maschile è un maschio e un essere umano di sesso femminile è una femmina, ovvero che il corpo è un fatto innegabile, una realtà, e non un’opinione anche nel tempo in cui si afferma che “non ci sono fatti, ma solo opinioni” (ricordate Nietzsche e le polemiche su Caffarra?). E che il corpo è l’espressione fisica di una dimensione spirituale che differenzia uomini e donne e li rende complementari.


Naturalmente la Chiesa perderà anche su questo piccolo fronte. Al momento. Perderà come quando ha ammonito che il cosiddetto embrione è – con ogni evidenza scientifica – un essere umano. Nell’immediato ha perso anche lì, nonostante l’evidenza. Come duemila anni fa. Anche allora affermava evidenze solari della realtà: per esempio che gli schiavi erano esseri umani come noi, che gli idoli di pietra o legno adorati da tutti non erano dèi, ma appunto oggetti di pietra o legno e infine che l’Imperatore adorato come una divinità era in realtà – come appariva al buon senso – un normale essere umano.


Naturalmente anche allora perse. Nell’immediato. Una quantità di cristiani furono messi a morte nei modi più atroci (crocifissi divorati dai cani o dalle fiamme) solo perché indicavano l’evidenza dei fatti contro le fantasie: non a caso l’imputazione a loro carico era quella di “ateismo”. Era vero. Non credevano alle fantasie e alle idologie (da idolo). Con il cristianesimo infatti entrava nel mondo l’unico vero illuminismo della storia e dissolveva tutte le tenebre delle superstizioni, quelle che negano l’evidenza dei fatti e asseriscono che sono più vere le opinioni. Le superstizioni che non vedono un uomo in uno schiavo o in un embrione, le superstizioni per le quali un uomo è un maschio o una femmina a prescindere dal suo corpo e una statua è un dio a prescindere dal fatto che è di legno.


Dunque perderà anche oggi nell’immediato. Come perse allora. Nell’immediato. Mentre vinse alla lunga. Perché vinse? Non perché la Chiesa faccia crociate politico-mondane o lamentazione sulla cattiveria dei tempi. Se c’è qualcosa che colpisce nel documento che porta la firma del cardinale Ratzinger è questa. Come duemila anni fa. Lo ha colto meravigliosamente Charles Péguy: “C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani. Ma Gesù venne. Egli non perse i suoi anni a genere e a invocare la cattiveria dei tempi. Egli taglio corto. In un modo molto semplice. Facendo il cristianesimo. Egli non si mise a incriminare, ad accusare qualcuno. Egli salvò. Non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo”.


Ha fatto il cristianesimo innanzitutto scegliendo delle persone. La prima è Maria, una ragazzina insignificante per il mondo. Eppure questa umile fanciulla è – dice Dante – la più “alta” delle creature. Una donna. La più piccola per il mondo e la più grande per Dio, la più grande nel libro dell’eternità. “Questo ‘sì’ – di Maria – è piccolo come un soffio, è come un niente…” (don Giussani).


Per quel “niente”, per quel “si” sussurrato come un soffio è entrata nel mondo la salvezza. Sono stato in questi giorni a Medjugorje, il villaggio della Bosnia dove da 23 anni appare la Madonna. E ’ il posto più sperduto del mondo. Maria è apparsa a dei bambini, su una collina brulla e sassosa che abbraccia con lo sguardo la vallata dove svettano i campanili della parrocchia, con attorno le case. Maria ha compassione di tutti e chiama ognuno per nome proprio. Lo fa scegliendo il nulla, ciò che per il mondo è nulla, rendendolo un segno per tutto il mondo. Perché proprio così comincia il cristianesimo (e dunque il cambiamento del mondo). Proprio così è cominciato. Dice san Paolo: Dio sceglie ciò che nel mondo è nulla per confondere i sapienti e per ridurre a nulla le cose che sono. Per fare nuove tutte le cose.


Dirà la Bonino : la Madonna ? Cose dell’altro mondo. In effetti… Cose dell’altro mondo. Questo è il cristianesimo. Un altro mondo che inizia qui, adesso. Per pura grazia. Imprevedibilmente. Per la compassione di Dio.


C’è una parola che stupisce in questo documento: “lacrime”. Solo l’essere umano, sulla terra, piange. E le donne hanno un rapporto particolare con le lacrime. Nei Vangeli Gesù – quando incontra donne che piangono – è sopraffatto dalla compassione: “donna non piangere” dice quando s’imbatte in una madre che soffre per la morte del figlio. E lo resuscita. E a Maria Maddalena: “non piangere”. E la chiama per nome. E’ a lei, una donna, che affida il primo annuncio della sua resurrezione. I Padri della Chiesa chiedono “la grazia delle lacrime” perché sono la chiave che spalanca il cuore di Dio. Le lacrime “vincono” la Sua onnipotenza. E’ di tutto questo che parla il documento di Ratzinger: della realtà vera. Per liberare gli uomini dai loro fantasmi che in certi tempi ritengono più veri della realtà.


 


Antonio Socci (c) Il Foglio 4.8.2004