Famiglia: allarme ROSSO

Coppie gay e unioni di fatto battaglia d´estate alla Camera. Parte in Parlamento la discussione sulle coppie gay e le unioni di fatto. L´esame delle proposte di legge sarà messo in calendario la settimana prossima in commissione Giustizia della Camera. Al via in commissione Giustizia l´esame delle iniziative. Per gli omosessuali è un passo storico

Dall´Ulivo a Fi, le proposte di legge debuttano in Parlamento
I progetti principali di Grillini e dei laici azzurri. Ma per ora vince la trasversalità
Con diversi accenti i temi dei diritti dei partner. E mai si parla di matrimonio



ROMA – Parte in Parlamento la discussione sulle coppie gay e le unioni di fatto. L´esame delle proposte di legge sarà messo in calendario la settimana prossima in commissione Giustizia della Camera. «Nei prossimi giorni verrà nomitato il relatore – anticipa a “Repubblica” il presidente della commissione Pecorella – e inizierà l´esame delle proposte di legge». Subito dopo verrà varata un´indagine conoscitiva come chiesto da Franco Grillini, già presidente dell´Arcigay e deputato Ds. «Le prime audizioni – prevede Pecorella – potranno cominciare entro il mese di luglio».


La richiesta di calendarizzazione è avvenuta ieri da parte del gruppo diessino, facendo uso del regolamento che prevede che il venticinque per cento delle proposte di legge venga “riservato” all´opposizione. Ma il dato politico rilevante è la spinta trasversale che sta emergendo in parlamento per una regolamentazione legislativa delle coppie etero ed omosessuali. Alla proposta di legge presentata da Grillini e che ha tra i suoi centosessantun firmatari esponenti di tutto il centrosinistra, dai Ds ai Verdi, da Rifondazione al Pdci, allo Sdi e ad una pattuglia della Margherita, fra cui Enzo Bianco, fa da sponda speculare l´iniziativa dei laici di Forza Italia (fra cui Biondi e Costa) che guidati da Dario Rivolta hanno lanciato anche loro l´iniziativa di una regolarizzazione delle unioni di fatto indipendentemente dal sesso dei partner.


Per i gay italiani il traguardo di una legge è un evento storico. L´iter si profila lungo, conflittuale – anche per la dura opposizione delle gerarchie ecclesiastiche alla tutela normativa delle convivenze di fatto per non parlare della legalizzazione delle unioni omosessuali aborrite dal Papa, dalla Curia e dalla Cei – ma adesso si è messo in movimento un processo che porterà inevitabilmente ad un voto in parlamento. La vicenda è destinata a diventare un contrappasso alla storia della brutta legge sulla fecondazione assistita. Se allora si manifestò una trasversalità confessionale nel freno alla modernizzazione, è facile prevedere che sui diritti delle coppie di fatto si aprirà una battaglia nel segno della laicità.


«L´inizio della discussione alla commissione Giustizia è il punto di arrivo di una mobilitazione ventennale del movimento omosessuale», commenta Sergio Lo Giudice, presidente dell´Arcigay, che preannuncia un´intensificazione di iniziative di supporto a partire dalla marcia del Gay-Pride che si terrà sabato a Roma. «E´ arrivato il momento – sottolinea – di chiudere con l´anomalia Italia, tra i pochissimi Paesi dell´Europa occidentale a non avere ancora legalizzato le coppie gay».


L´opinione pubblica italiana sostiene la modernizzazione. Un sondaggio dell´Eurispes del giugno 2003 rivela che il 51,6 per cento degli italiani è persino favorevole a estendere il rito civile del matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Peraltro, ponderatamente, l´indagine mostra che il 63,4 per cento dei nostri connazionali non condivide invece l´adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.


Le proposte in esame alla commissione Giustizia non parlano però di “matrimonio”. Il modello perseguito è quello francese delle coppie di fatto unite da un Patto civile di solidarietà. “Pacs” è la parola magica. Per i deputati del centrosinistra è «l´accordo tra due persone di sesso diverso o dello stesso sesso al fine di regolare i propri rapporti personali e patrimoniali relativi alla loro vita in comune». Per i laici di Forza Italia è un «contratto concluso tra maggiorenni per l´organizzazione della vita in comune». Il progetto Rivolta sorvola sulla questione del sesso, chiarisce che il Patto non è una copia dello status familiare e sottolinea che l´obiettivo è di regolare la «convivenza fra due individui, indipendentemente dalle motivazioni che li conducono a convivere». Prudentemente si ribadisce che il Pacs non serve per attestare o sindacare legami affettivi. In ogni caso l´esito finale è lo stesso: il riconoscimento legale di un´unione quale che sia il sesso dei partner.


Per il resto il patto, nelle varie proposte e con diversi accenti, affronta i temi dei diritti dei partner per quanto riguarda la successione, la reversibilità della pensione, il subentro nei contratti di affitto, l´estensione delle agevolazioni fiscali previsti per le famiglie e persino – siamo in Italia – pari diritti allo status coniugale in caso di graduatorie e concorsi.


 


02/07/2004 – La Repubblica – MARCO POLITI