Colle Val d’Elsa: no al referendum contro la moschea

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Non si farà il referendum per bocciare la costruzione della moschea di Siena


Il mega centro islamico, 576 metri quadrati, verrà pagato anche dal rossissimo Comune e dalla Fondazione Mps.


Ancora bocciato chi vuol bocciare la mega moschea di Colle Val d’Elsa, in provincia di Siena. Qui, le polemiche non si placano ma l’ultimo goal lo ha segnato il rossissimo consiglio comunale, favorevole alla nascita del nuovo centro culturale islamico. La popolazione è spaccata in due e un comitato cittadino ha chiesto che tutti i colligiani si esprimessero sul caso. Ma un secco no è arrivato da un collegio di garanzia, istituito presso lo stesso comune. È la seconda volta, dopo il tentativo della Lega, che il fronte del «no moschea» viene sconfitto nella sua richiesta di dare la parola ai 14mila abitanti. Quindi, il centro islamico si farà. E sarà enorme. Certo, ne esiste già uno, in piazza Bartolomeo Scala. Ed è anche più che sufficiente per le poche decine di fedeli che lo frequentano abitualmente. Eppure il nuovo costruendo centro dovrebbe sorgere su una superficie di 3.200 metri quadrati, con una superficie coperta pari a 576 metri quadrati, comprensiva della moschea con cupola e minareto. Ma a chi servirà questa megastruttura?
L’Imam Feras Jabareen gongola e cerca di rassicurare tutti: «Il centro verrà costruito con la facciata di vetro e cristallo per dare trasparenza a tutto ciò che verrà fatto lì dentro». Ma chi paga tutto ciò? La moschea dovrebbe sorgere in virtù di un protocollo stipulato tra il Comune e una sedicente «Comunità dei musulmani di Siena e Provincia» e vede un’istituzione dello Stato direttamente partecipe nella costruzione e nella gestione del centro islamico. Inoltre, la moschea beneficerà di cospicui finanziamenti pubblici diretti e indiretti. Nel 2001 il costo della sola moschea era stato stimato in 700 milioni di lire, mentre il costo della biblioteca, scuola coranica, uffici e bagni ammontava a 400 milioni di lire. Interpellato, il sindaco Paolo Brogioni ha minimizzato: «Di pubblico non c’è molto, visto che l’Associazione culturale islamica ha agito in maniera privatistica e ha chiesto soldi alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena». Peccato che lo stesso sindaco Brogioni sia membro della Deputazione generale della Fondazione, ovvero di quell’organismo che decide a chi concedere i contributi. In più, il Comune si accolla tutti i lavori di sistemazione dell’area circostante.


Il Giornale n. 90 del 16-04-06 pagina 6