Chi lo direbbe?

E’ il sindacato la zavorra d’Italia?


La disoccupazione scende (è all’8,7% contro il 9,1 del 2003 dice l’Istat), ma non sale la produttività. Viene da chiedersi se una delle cause più serie delle difficoltà italiane non sia da ricercarsi nel ruolo di forza conservatrice, conflittuale e privilegiata, assunto dai sindacati.

Negli ultimi anni la media di ore annuali lavorate in Italia è scesa dall’ 82% al 64% rispetto alla media di ore lavorate negli Usa. Nel 2003 le ore non lavorate a causa di scioperi sono state 13,1 milioni, il 56,3% delle quali dovute a vertenze non originate dal rapporto di lavoro. Cgil-Cisl-Uil incassano ogni anno, tra finanziamenti statali e trattenute automatiche sugli stipendi (che il referendum del 1995 aveva abrogate, ma che il governo di centrosinistra non ha poi tramutato in legge), oltre 2mila miliardi di vecchie lire. Con questi soldi vengono pagati gli oltre 20mila funzionari sindacali (esenti dalle protezioni dell’art.18) e i treni speciali per gli scioperi che hanno avuto una bella impennata negli ultimi tre anni (solo nel 2002 l’incremento degli scioperi rispetto al 2001 è stato del 400%!) I lavoratori retribuiti per incarichi di natura politico-sindacale (“distacchi sindacali”) sono circa 80mila (dato 1998) e ammontano a 2 milioni i loro giorni di aspettativa.


TEMPI – Numero: 15 – 8 Aprile 2004