Cdl o Ulivo? La Chiesa sotto due bandiere

VESCOVI, TEOLOGI E MOVIMENTI VERSO IL VOTO SU FRONTI OPPOSTI: chi difende la vita e famiglia, chi sottolinea la questione morale


 

CITTÀ DEL VATICANO. La Chiesa si avvia al voto incerta e divisa forse come mai prima d’ora; e se il presidente della Cei ha compiuto, nella sua ultima prolusione al Consiglio Permanente, un vero miracolo di equidistanza, calibrando gli argomenti a favore dell’uno e dell’altro polo, vescovi, associazioni, giornali e movimenti si schierano, eccome. In molti casi le simpatie dei vescovi sono presunte, o indovinate; ma alcuni invece parlano apertamente; e di tanto in tanto abbandonano il «fair play» ecclesiastico e criticano le opinioni degli altri. Ma anche quando la scelta è mascherata, a un osservatore avvertito basta leggere gli accenti, per decifrare il messaggio in codice. Se si insiste su difesa della famiglia, e valore irrinunciabile della vita, è probabile che si pensi alla Casa delle Libertà; mentre se le priorità sono bene pubblico e questione morale, è presumibile che l’oggetto di preferenza sia l’Unione.

Il grado di chiarezza è, in genere, inversamente proporzionale alle responsabilità; e chi risponde solo di se stesso, o quasi, si può permettere un’esposizione massima. E’ il caso di padre Alex Zanotelli, che firma su «Mosaico di Pace» un editoriale: «Non posso accettare un Paese dove così tante leggi siano state approvate in sordina ed essenzialmente ad personam. Soprattutto mi sconvolgono i cambiamenti apportati alla Costituzione attraverso una serie di riforme che fanno a pezzi la nostra Costituzione repubblicana, che ignorano o dimenticano la nostra storia, che frammentano la nostra democrazia». Cambiare pagina, consiglia il religioso. E da Milano, sul sito della diocesi, il gesuita padre Bartolomeo Sorge lancia un allarme: «La cultura neoliberista, a cui la Cdl ispira il suo programma, si è dimostrata inadatta in cinque anni di governo a risolvere i gravi problemi del Paese; anzi lo ha precipitato in una grave emergenza democratica»; in particolare la riforma della Costituzione «intacca i fondamenti stessi della democrazia, alterando l’equilibrio tra i poteri dello Stato».

Ma proprio «Incroci», il sito della diocesi di Milano, per questa e altre prese di posizione è stata attaccata dal vescovo di Como, monsignor Alessandro Maggiolini: «Non riesco a capire come una forza politica voglia l’aborto, invochi l’eutanasia, si impegni a sfasciare la famiglia, si schieri per le unioni di fatto che di matrimonio non hanno proprio nulla, sostenga l’omosessualità dichiarata e legalizzata votando a favore di questo pattume e poi inviti i credenti e gli uomini di retto sentire, ad allinearsi al presidente della Conferenza Episcopale Italiana». Risponde indirettamente la rivista milanese di Azione Cattolica: «La famiglia e la vita – scrive il presidente dell’AC meneghina, Fabio Pizzul – non si difendono solo dichiarandosi più cattolici degli altri, ma impegnandosi a varare provvedimenti che siano realmente in grado di promuoverne quotidianamente il valore». Sulla stessa linea, anche se più sfumata nei toni è parsa una lettera aperta dell’Azione Cattolica Nazionale, che pone al primo piano «la questione morale».

E comunque anche i vescovi si schierano. «Mobilitatevi per difendere la famiglia dalle aggressioni politiche», ha chiesto monsignor Cosmo Ruppi, presidente della Conferenza episcopale pugliese; mentre il vescovo emerito di Ivrea, Luigi Bettazzi, commenta duramente l’opuscolo inviato da Forza Italia alle parrocchie: «A leggere quello che proponeva molti anni fa il Gran Maestro della Loggia Massonica P2, Loggia sconfessata dalla stessa Massoneria si dovrebbe concludere che la politica dell’attuale governo si è modellata su quel programma più che sulla dottrina sociale della Chiesa». Un altro presule «in odore» di simpatie uliviste, monsignor Giuseppe Casale, commenta il primo duello tv: «La cosa più evidente dal dibattito che abbiamo seguito è che il premier è sembrato un uomo a tratti incapace di dialogare sui veri problemi, prigioniero di una visione manichea: tutto il bene da una parte, e il male dall’altra».

Da Bologna il neo-cardinale Carlo Caffarra scrive ai parroci, e invita a «illuminare il fedele perché individui quei beni umani fondamentali che oggi meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi». E rimanda a un documento della Congregazione per la Dottrina della fede del novembre 2002. Ecco l’elenco delle priorità: lotta all’aborto, all’eutanasia, tutela dei diritti dell’embrione umano, tutela del matrimonio monogamico fra persone di sesso diverso…

Se la Compagnia delle Opere pubblica un manifesto, per annunciare: «Voteremo centrodestra», e il Movimento cristiano Lavoratori è sulle stesse posizioni, le Acli difficilmente tradiranno il loro ex Presidente, Luigi Bobba, candidato nell’Unione, e anche Agesci e Meic probabilmente convergeranno in quello schieramento. La battaglia corre anche su Internet: «Totus tuus» ospita «FattiSentire», che dopo aver attaccato Famiglia Cristiana e Jesus, per sospetto filo-prodianesimo, ha dato vita a un’iniziativa speciale. Ha selezionato 28 leggi di «valore etico», dagli sprechi di Stato, al voto all’estero, ai crimini nazi e all’aiuto agli oratori, e ha analizzato il voto dei parlamentari. Forza Italia e Lega Nord sono – secondo quel sito – i più «etici»; Rifondazione comunista ha la maglia nera.



http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=25&ID_articolo=732&tp=C#
di Marco Tosatti


La Stampa 28 marzo 2006