LA SORPRESA POTREBBE VENIRE DAI DATI UFFICIALI
«Tra i dati del Viminale e quelli della Cassazione c’è sempre uno scarto di 40-50mila voti». I precedenti. Nel 2001 la Cassazione certificò uno scarto di 57mila voti rispetto a quelli del Viminale…
A guardare bene i numeri finali non si è trattato neanche di un pugno. È stata una manciata di voti a dare la vittoria a Romano Prodi e all’Unione. Una vittoria, checché ne dica il Professore che già si sente rivestito dell’incarico, ancora provvisoria.
«Probabilmente sarà il nuovo presidente della Repubblica a chiedere al vincitore di formare il governo», ha detto ieri pomeriggio nel corso di una conferenza stampa sui generis (giornalisti accalcati a semicerchio e dalla seconda fila in poi non si riusciva a percepire neanche i sussurri) convocata nella sede di piazza Ss. Apostoli.
Probabile che sia così come previsto da Prodi, resta da vedere chi salirà al colle con l’alloro del vincitore. Il dubbio è fondato proprio sui precedenti. E siccome l’Unione la sua bella scivolata sui numeri già l’ha fatta lunedì pomeriggio, Professore e compagnia tutta farebbero bene a usare un minimo di prudenza. Perché lo scarto di voti che ha decretato la loro vittoria alla Camera dei deputati è stato quantificato in meno di 25mila. E quelli che in Campania, per il Senato, hanno fatto pendere la bilancia dalla parte del centrosinistra sono stati davvero pochi.
E allora a leggere i precedenti viene il dubbio che qualche sorpresa dietro l’angolo possa esserci, brutta o bella dipende dai punti di vista. «La partita non può ancora essere considerata definitiva perché i dati del ministero degli Interni non sono ufficiali in quanto le nomine degli eletti le fa la Corte di Cassazione», ha ricordato ieri con una punta di sadismo Peppino Calderisi, dei Riformatori liberali. «Tra i dati del Viminale e quelli della Cassazione», ha continuato provocando sudori freddi agli unionisti, «c’è sempre uno scarto di 40-50mila voti. Nel 2001 questo scarto è stato di 57mila voti. Dunque…» I puntini di sospensione la dicono tutta.
I dati provvisori pervenuti al ministero dell’Interno parlano chiaro: per il Senato della Repubblica 1.093.277 i voti non validi, di cui 488.403 schede bianche (e quindi fuor di dubbio), 39.822 schede contestate e 565.052 schede considerate nulle. Per la Camera dei deputati 1.102.188 voti non validi, di cui 448.002 schede bianche (come sopra), 43.028 schede contestate e 611.158 schede considerate nulle. «La legge», ha ricordato il Viminale, «attribuisce agli uffici centrali circoscrizionali per la Camera dei deputati ed agli uffici elettorali regionali per il Senato della Repubblica (entrambi costituiti da magistrati) il potere di definire i dati ufficiali, decidendo anche su ogni eventuale contestazione. I dati così verificati verranno poi trasmessi alla Corte di Cassazione che procede alla proclamazione degli eletti. Infine, la convalida degli eletti è riservata alla giunta delle elezioni della Camera e del Senato, che si pronunciano definitivamente su ogni altra eventuale controversia o reclamo».
Nel 2001, tanto per spargere un po’ di sano terrore, a Pannella il Viminale aveva attribuito 841.124 voti e la Cassazione gliene diede 832.213. Cioè 8911 in meno. Alla Lega, invece, la Cassazione ne attribuì 7800 in più del Viminale.
Chi salirà al Quirinale? O meglio, ci salirà qualcuno?
L’Indipendente 12 aprile 2006