Approvato al Senato lo strapotere dello Stato

Il disegno di legge  contro la “manipolazione mentale” approvato dalla Commissione Giustizia  del Senato italiano il 4 marzo 2004 costituisce un pericolo anche per  associazioni e movimenti cattolici?

La questione è delicata, e va esaminata  con pacatezza e con un occhio ai precedenti stranieri.
Spesso si crede – e si  afferma – che le leggi contro la “manipolazione mentale” colpiscano solo le  cosiddette “sette” o i “maghi”, e che non ci siano rischi per gruppi e  movimenti cattolici.


Dal momento però che
(a) non esistono nozioni condivise nella comunità accademica di “setta” e di “manipolazione mentale”; e
(b)  Stati e giudici laici non possono evidentemente fare distinzioni fra i  movimenti in base alle loro dottrine, o alla relazione con Chiese o religioni  maggioritarie o minoritarie,
questi rischi sono del tutto reali.
E  l’esperienza internazionale lo dimostra. 


Il codice penale spagnolo ha una norma contro “la alterazione o il  controllo della personalità” (art. 515, n. 3). Il Juzgado de Primera Instancia  n.. 42 de Barcelona con sentenza del 9 febbraio 1996 ha criticato, in una  sentenza molto severa, la nozione di “controllo della personalità” sotto il  profilo sia empirico sia costituzionale in un caso in cui era coinvolta  l’associazione anti-sette AIS.
La stessa associazione AIS (di impostazione  aggressivamente laicista, ma che gode dell’appoggio di ambienti politici di  qualche rilievo in Catalogna) ha ripetutamente attaccato l’Opus Dei e ha  diffuso e diffonde diversi volumi in cui sostiene che l’Opus Dei usa la  “alterazione o controllo della personalità”.
Recentemente ha proposto gli  stessi attacchi anche contro i Legionari di Cristo. 


In Francia il rapporto parlamentare del 1996 Les Sectes en  Francecontiene una contestatissima lista  di 172 “sette pericolose” in cui figurano gruppi cattolici tra cui l’Office  Culturel de Cluny, quest’ultimo un movimento riconosciuto in diverse diocesi  francesi.
Vari vescovi francesi hanno elevato la loro protesta.
Al di là della  lista, la politica anti-sette francese riconosce ad associazioni anti-sette di  impostazione laicista (ADFI e CCMM) il ruolo di “ausiliarie” della “lotta  anti-sette” del governo, e con la legge contro le “sette” la “manipolazione  mentale” del 30 maggio 2001 (a suo tempo vivamente criticata anche da La  Civiltà Cattolica) a queste associazioni attraverso l’introduzione di  un nuovo articolo 2-11 nel Codice di procedura penale è stato riconosciuto il  diritto di costituirsi parte civile contro gruppi accusati di praticare la  “manipolazione mentale”.
L’ADFI e il CCMM utilizzano una nozione di “setta” ancora più vasta di quella del rapporto del 1996 e le loro pubblicazioni, o  pubblicazioni da loro diffuse e raccomandate, attaccano regolarmente, fra gli  altri, l’Opus Dei e comunità del Rinnovamento nello Spirito.
Quanto a  quest’ultimo, agli attacchi che accusano sue comunità di praticare la  “manipolazione mentale” ha risposto nel 1996 un duro documento della  Conferenza Episcopale Francese.


Il rapporto parlamentare belga sulle “sette” del 1997, influenzato da  quello francese, ha in appendice una lista di “sette pericolose” accusate di  praticare la “manipolazione mentale” che comprende la Comunità di Sant’Egidio,  l’Opus Dei, il Rinnovamento nello Spirito e l’Opera (una comunità belga, da  non confondersi con l’Opus Dei, di cui fanno parte tra gli altri l’eminente  storico delle religioni padre Julien Ries e funzionari di congregazioni  romane).
Le veementi proteste dei vescovi cattolici hanno fatto sì che il  parlamento, votando il rapporto, dichiarasse di non volere con questo voto  approvare anche la lista, ma questa è stata comunque pubblicata con il  rapporto ed è alla base per esempio della decisione di consigli comunali e  catene alberghiere di negare a tutti i gruppi inclusi nella lista l’uso di  sale pubbliche. 


Negli Stati Uniti il governo non incoraggia le campagne contro le “sette”  e la categoria di “manipolazione mentale” non è accettata dalla giurisprudenza  maggioritaria, ma le associazioni anti-sette private (in contatto con quelle  europee, di cui sono peraltro più moderate) come l’American Family Foundation  (AFF) includono nelle loro pubblicazioni dove si parla di gruppi che  praticherebbero la “manipolazione mentale” comunità del Rinnovamento nello  Spirito, l’Opus Dei e i Legionari di Cristo.
Recentemente queste ultime due  realtà cattoliche sono diventate obiettivi primari di queste campagne.
Il sito anti-sette americano dedicato ad accusare l’Opus Dei di praticare la  “manipolazione mentale” è perfino citato, con tanto di indirizzo Internet, da  un personaggio de Il Codice Da Vincidi Dan Brown, il romanzo (piuttosto anti-cattolico) da cinquanta settimane in  testa alla lista dei best sellernegli Stati Uniti.
Un altro libro, Voti di silenzio,  lanciato dagli autori con una notevole  campagna pubblicitaria cui ha partecipato la stessa AFF accusa  sistematicamente i Legionari di Cristo di praticare la “manipolazione  mentale”.


In Italia una delle associazioni che più si batte a favore del disegno di  legge sulla “manipolazione mentale”, la FAVIS, propaganda sul suo sito il  libro di Gordon Urquhart Le armate del Papa. Focolarini, Neocatecumenali,  Comunione e Liberazione. I segreti delle misteriose e potenti nuove sette  cattoliche (Ponte alle Grazie, Firenze  1996), il cui titolo non fa precisamente mistero di quali gruppi intenda accusare di “manipolazione mentale”.
D’altro canto, nella nostra memoria collettiva la sentenza della  Corte Costituzionale del 1981 che ha eliminato il reato di plagio è  collegata al caso del filosofo comunista Aldo Braibanti.
Ma in realtà la sentenza non è intervenuta sul caso Braibanti, ma su quello del sacerdote cattolico carismatico don Emilio Grasso accusato da alcuni genitori di “plagiare” i figli.


La nostra opposizione al disegno di legge contro la manipolazione mentale  non deriva dal desiderio di difendere questo o quello specifico movimento o associazione.
Come illustrato ampiamente altrove, la legge è sbagliata,  inutile e pericolosa in via generale, e minaccia la libertà religiosa di tutti  i cittadini, siano essi cattolici o non cattolici.
Dal momento tuttavia che la  questione è spesso sollevata – anche come excusatio non petitada persone che sostengono il disegno di legge –  alla domanda specifica non si può non rispondere che la norma minaccia anche  associazioni e movimenti cattolici che entrino per loro sfortuna nel mirino di  questo o quel giudice o di questo o quel gruppo di “difesa delle vittime delle  sette”.
Come tale, è una mina vagante anche per i diritti delle maggioranze religiose, non solo per quelli delle minoranze.


L’esperienza insegna che in materia di religione solo gli Stati capaci di tutelare i diritti delle  maggioranze tutelano per davvero anche le minoranze.
E viceversa.


Massimo Introvigne
(C) http://www.cesnur.org/2004/mi_manip1.htm


Per approfondire:
Massimo Introvigne,  Il lavaggio  del cervello: realtà o mito?
Elledici,  Leumann (Torino) 2002 
Collana “Religioni e Movimenti”