La “morte cerebrale” el e false certezze sulla fine della vita
L’Osservatore Romano riapre il dibattito:
"La morte cerebrale non è sufficiente"
Quarant’anni dopo il «rapporto di Harvard», che cambiò la definizione di morte basandosi non più sull’arresto cardiocircolatorio ma sull’elettroencefalogramma piatto, L’Osservatore Romano riapre il dibattito. Il quotidiano della Santa Sede pubblica infatti in prima pagina un commento di Lucetta Scaraffia nel quale si legge: «L’idea che la persona umana cessi di esistere quando il cervello non funziona più, mentre il suo organismo – grazie alla respirazione artificiale – è mantenuto in vita, comporta una identificazione della persona con le sole attività cerebrali, e questo entra in contraddizione con il concetto di persona secondo la dottrina cattolica». Un argomento di grande importanza e di estrema attualità…
1) I segni della morte di Lucetta Scaraffia
2) «Sbagliato trattare quelle persone come cadaveri» Internista al professor Paolo Becchi
3) La “morte cerebrale” è davvero morte? di Mercedes Arzù Wilson membro della Pontificia Accademia per la Vita