Università Cattolica: nasce l’Enciclopedia filosofica

La filosofia in dodici volumi


L’uomo contemporaneo, per lo più, la considera una attività inutile, che non cava un ragno dal buco: quella cosa con la quale e senza la quale si rimane tale e quale. Ma un’opera è appena giunta in libreria: l’“Enciclopedia filosofica”, edita da Bompiani. Niente meno che 12 volumi di 12.498 pagine, con autori e concetti tratti da due millenni e mezzo di pensiero europeo per non perdere la fonte originaria della riflessione critica

1) Se diventa fine a se stessa la filosofia non serve più
2) Intervista a Virgilio Melchiorre, direttore generale del progetto


1)


Se diventa fine a se stessa la filosofia non serve più


Tempi duri per la filosofia. Attività disinteressata del pensiero, è stata messa in un angolo dal prevalere dell’utilità immediata, dal predominio sensoriale degli audiovisivi, dal tipo di vita volto alla soddisfazione immediata dei bisogni e dei desideri. L’uomo contemporaneo, per lo più, la considera una attività inutile, che non cava un ragno dal buco: quella cosa con la quale e senza la quale si rimane tale e quale. Perché perderci del tempo? Cose vere, ma solo un lato della medaglia. Da sempre la filosofia ha avuto vita difficile: «Povera e nuda vai, filosofia», cantava Petrarca. Forse nel nostro secolo le difficoltà sono aumentate. Ma la filosofia è pur sempre una necessità dell’uomo: essa nasce, ci dicevano Platone e Aristotele, dalla meraviglia, dalla necessità di rispondere non solo alla domanda: «Perché?», ma anche a quella, ben più ardua, sul «perché dei perché». Nata in Grecia, la filosofia è (insieme col diritto di Roma e la religione di Gerusalemme) una delle anime forti dell’Europa. Essa manca, nella stessa qualità e misura, in altre civiltà.
MILANO RISCRIVE IL DIZIONARIO FILOSOFICO
Se, poi, qualcuno dubita della filosofia, si prenda un’opera appena giunta in libreria: l’ “Enciclopedia filosofica”, edita da Bompiani. Niente meno che 12 volumi di 12.498 pagine: autori e concetti tratti da due millenni e mezzo di pensiero europeo (per non dire dei precorrimenti orientali). Questa grande enciclopedia (più di diecimila voci) nacque cinquant’anni or sono, per opera del “Centro dei filosofi cristiani” di Gallarate. Ma in questo mezzo secolo il pensiero filosofico è cambiato più che nei secoli precedenti. Non bastava che gli stessi (e altri) studiosi la aggiornassero, era necessario rifarla a fondo (in tutto 1.897 firme). È accaduto a Milano, Università cattolica, per opera di una équipe guidata da Virgilio Melchiorre. Può sembrare un paradosso: è proprio la regione più attiva e industriale d’Italia che ha eretto un monumento alla filosofia. Quel fervore di traffici e commerci, che è tipico della Lombardia, non ha impedito una riflessione a fondo su ciò che ne è in qualche modo il contrario: la calma serena e solenne del pensiero. Ma era già accaduto agli inizi: la filosofia non nacque nelle città della Grecia tradizionalista, ma nelle colonie della Magna Grecia, le più attive e ricche.
GRECI E CRISTIANI: I MAGGIORI PENSATORI
Ma ciò che maggiormente stupisce e convince in questo monumento al pensiero europeo è il criterio di fondo. L’orientamento dei direttori delle sezioni che compongono l’opera è certamente filosofico nel senso della tradizione metafisica. Essi sanno che pensatori greci e cristiani sono le fonti perenni della filosofia. Ma non dimenticano che, almeno quantitativamente, le tendenze oggi dominanti, al confine tra il pensiero e l’industria culturale, sono notevolmente distanti dalla metafisica classica. Essi sanno che la filosofia, oggi, più che essere una attività autonoma, è posta al servizio di altre scienze. La filosofia “pura” è stata soppiantata dalle filosofie “applicate”, dalle filosofie “del genitivo”: della morale, della società, della politica, del diritto, del linguaggio, della scienza. Col pericolo di annullarne la specificità e di farne una semplice donna tuttofare al servizio della prassi. L’enciclopedia reagisce a questo andazzo delle “filosofie settoriali”. Ma lo fa nel modo migliore, con un lavoro intenso di comprensione delle nuove tendenze, lette con un atteggiamento spassionato, ma anche indicate nel loro limite. Ne deriva un collegamento del discorso filosofico a quello delle scienze, naturali e umane. Una filosofia, dunque, non “monastica”, ma “interdisciplinare”, aperta alla sociologia e psicologia, logica e fisica, antropologia e religione, teologia e pedagogia. Aperta, mai dissolta. Dato che le differenze tra le civiltà e le epoche non modificano la domanda essenziale della filosofia: «Perché l’essere e non, invece, il nulla?». Come non modificano la risposta: che non è il sapere «tutte le cose», ma «il tutto delle cose» (Aristotele).
ARRIVA LA FINE DELLA FILOSOFIA
Con le sue grandi conquiste, la nostra epoca rischia di perdere la fonte originaria della riflessione critica. Ecco perché i giovani dovrebbero essere educati anche a quel «sapere per l’inutile» (Platone) che è la filosofia. Come formazione previa e difesa sicura contro le dispersioni di un mondo che privilegia la quotidianità e l’immediatezza. E che troppo spesso agisce senza pensare. Heidegger ha scritto che viviamo nell’epoca postmetafisica. Forse è vero, ma non viviamo certo nell’epoca della postfilosofia. A meno che non vogliamo rinunciare a quella caratteristica dell’uomo, che ne ha consentito la definizione come “homo sapiens”: la capacità di andare oltre la pur necessaria ragione strumentale con un sapere rivelativo superiore alle ideologie e alla scienza. 


di Gianfranco Morra
LIBERO 29 dic. 2006



2)


La filosofia in dodici volumi
Intervista a Virgilio Melchiorre, docente di Filosofia morale e direttore generale del progetto editoriale della nuova Enciclopedia filosofica Bompiani


Un’opera completamente rinnovata, a cui hanno lavorato negli ultimi sette anni centinaia di studiosi italiani e stranieri di ogni tendenza.
Ora la nuova Enciclopedia Filosofica di Bompiani è in libreria. Con 12 volumi, 12.496 pagine, 24 mila colonne di testo e oltre 10 mila lemmi la nuova edizione dell’Enciclopedia – curata dalla Fondazione del Centro Studi filosofici di Gallarate – compie un’analisi completa del pensiero filosofico moderno.
Virgilio Melchiorre, docente di Filosofia morale in Università Cattolica, e direttore del progetto, spiega il senso generale dell’opera che “per quanto possibile, deve registrare lo stato attuale della scienza in questione”. «Non parlerei dunque al singolare – spiega Melchiorrre – meglio parlare di un regesto delle filosofie, che si è cercato di fare affidandoci agli esperti dei diversi campi e secondo i diversi orientamenti speculativi. Anche le voci tematiche sono state declinate con la recensione dei diversi punti di vista. Si è cercato insomma di comporre un’opera di largo respiro pluralistico. Ciò non toglie che nell’Enciclopedia sia presente un nucleo speculativo di largo spessore teoretico, sul filo della tradizione classica: una tradizione che è stata articolata in modo organico, sempre con dialettica attenzione rispetto alle sollecitazioni del pensiero contemporaneo. Penso a voci quali Metafisica, Filosofia, Dio. Il lettore attento potrà ben ritrovare quell’idea, tanto antica quanto attuale, della filosofia come ricerca dell’ultimo senso, come fondazione radicale del sapere».
Quali sono le novità che maggiormente rispecchiano il pensiero della società attuale?
Abbiamo cercato di allargare, per quanto possibile, l’orizzonte dell’informazione filosofica ben oltre l’ambito della tradizione occidentale. Sono per questo rilevanti, per la loro ampiezza e per la loro novità, le voci dedicate alle tradizioni filosofiche dell’Africa, della Russia, della Cina, dell’India, del Giappone ecc. In parallelo segnalerei una particolare attenzione alla storia e alla filosofia delle religioni, all’ebraismo e all’islamismo. Su un altro versante, in gran parte nuovo rispetto alla precedente edizione dell’Enciclopedia, segnalerei l’ampio spazio dedicato alla logica, un ambito che – com’è noto – è stato ampiamente incrementato nel corso del XX sec. dalla filosofia analitica. Sono anche particolarmente rilevanti e per molti aspetti nuove le voci legate all’antropologia culturale, alla politica, all’economia, al diritto, alla teologia, niente affatto trascurabili per la loro incidenza sul discorso filosofico. Altre novità, restando nel campo della filosofia, vanno segnalate nelle voci relative ai nuovi modelli di ontologia elaborati sugli stimoli provenienti dalla filosofia analitica, del linguaggio, della mente, della scienza.
Citerei, fra le altre, voci particolarmente legate alle recenti stagioni del progresso scientifico come computer, cosmologia, etologia, intelligenza artificiale, internet, neurobiologia, neuroscienze.
Come responsabile del progetto può spiegarci l’impianto dell’Enciclopedia che appare quello di un “laboratorio filosofico” dove ogni tematica è presentata in tutte le sue problematiche…
L’immagine del laboratorio mi pare del tutto pertinente. Il nostro lavoro è iniziato nel 2000 con la revisione e l’integrazione del lemmario su cui era stata progettata l’edizione Sansoni del 1968/69: è stato il primo passo che ha visto all’opera, insieme a me, i quattro condirettori e il coordinatore della redazione.
Il complesso dei lemmi vecchi e nuovi è stato poi ripartito in 24 sezioni specialistiche. Ciascuna sezione è stata affidata a un autorevole guida del settore, che a sua volta ha progettato e coordinato, d’accordo con la Direzione centrale, il lavoro degli estensori e dei revisori delle voci. I collaboratori sono stati 1897 e in particolare gli autori 1667, di cui anche molti stranieri. Non mi è facile dire di tanti autori: rischierei troppe omissioni e farei torto a molti colleghi, che con la loro autorevole partecipazione hanno reso possibile un’opera di così vasto respiro. Mi limito solo a fare qualche nome, fra quelli più noti nell’ambito dei lettori italiani: Evandro Agazzi, Dario Antiseri, Remo Bodei, Massimo Cacciari, Umberto Eco, Vittorio Mathieu, Giovanni Reale, Emanuele Severino, Gianni Vattimo, Vincenzo Vitiello, Franco Volpi. Il tempo di scrittura è stato lungo e negli ultimi due anni la redazione ha provveduto, con molta fatica alla raccolta e al coordinamento del materiale, alla compilazione definitiva delle voci con la bibliografia e i rimandi agli altri concetti. È stato un lavoro difficile, non privo di preoccupazioni e talora di ansia. Ma alla fine la macchina redazionale ha ben funzionato, grazie anche al fermo coordinamento generale del professor Marassi.
Nella nuova edizione dell’Enciclopedia numerose sono i rimandi a sociologia e psicologia, ci può spiegare il motivo?
Di fatto la storia della sociologia e quella della psicologia è ricca di incroci con la storia del pensiero filosofico. La cosa risulterà del tutto naturale, notando che le condizioni che rendono possibili le scienze psicologiche e quelle sociologiche risiedono, oltre che nell’esperienza, in una qualche visione complessiva dell’umano. In questi settori la ricerca empirica non può esimersi dal riferirsi a una qualche antropologia i cui supporti hanno, a ben vedere, un carattere ultimamente trascendentale: l’interagenza con la filosofia è in tal senso inevitabile.
L’inevitabilità di questo confronto vale, del resto, anche per altre discipline, che pur sono chiamate in causa nell’enciclopedia. Faccio solo un esempio, fra i più rilevanti,il caso della libertà: è un tema che assume nuovi contorni e nuova problematicità in relazione al tema del cervello, così come oggi viene trattato nel campo della neurologia. Non a caso la voce cervello è stata scritta per noi da un neurologo di prestigio, qual è il professor Berlucchi. Accosterei a questa voce quella dedicata all’evoluzionismo, redatta con ampiezza di riferimenti dal professor Cappelletti, che è un filosofo della scienza e che d’altra parte proviene dal mondo degli studi di medicina e biologia
La nuova Enciclopedia filosofica è un’opera di grande prestigio per l’alto profilo scientifico degli autori che vi hanno collaborato. Numerosi sono i contributi dei professori dell’Università Cattolica.
In effetti, sono circa centoventi i docenti che della Cattolica che a vario titolo hanno partecipato all’iniizativa. A iniziare dal rettore Lorenzo Ornaghi, hanno collaborato gli amici filosofi dell’Università, come Alessandro Ghisalberti, Francesco Botturi, Sergio Galvan. Ma anche molti colleghi la cui ricerca si svolge nel campo delle discipline letterarie, storiche, giuridiche, economiche, politiche, oltre che psicologiche e sociologiche come i professori Sergio Cigada, Michele Lenoci, Luigi Pizzolato, Annamaria Cascetta e Agostino Giovagnoli.
Di nuovo, va detto che questa collaborazione trova le sue ragioni di fondo in una visione unitaria del sapere, che è poi il senso ultimo dell’istituzione universitaria. Aggiungerei che, alle radici della nostra Università, c’è sempre stata, sin dalle origini, una particolare attenzione a un interscambio di questo tipo, al nesso che deve pur sempre porsi fra l’esercizio della filosofia e quello delle altre discipline umanistiche.
Ma nell’era di Internet che senso ha pubblicare una nuova edizione dell’Enciclopedia filosofica Bompiani?
Non abbiamo mai trascurato l’importanza della comunicazione via Internet. Le dirò anzi che è nei nostri progetti – sempre che ci sia possibile reperire un nuovo supporto economico – l’idea di passare a un aggiornamento continuo, via Internet, dell’Enciclopedia. Ciò non toglie che abbiamo mantenuto fede a una base cartacea. Occorre infatti che, nella ricerca filosofica per se stessa affidata ai tempi della riflessione, debba pur esserci un riferimento solido, a portata di mano.
La volatilità di Internet non sempre consente quella pacata capacità meditazione e di ritorno, che solo la pagina scritta concede.
Graziana Gabbianelli
MILANO, 29 NOVEMBRE 2006


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