Un documento interessante del compagno Stalin…..

  • Categoria dell'articolo:Socialismo

“W Hitler!” firmato Stalin
In cosa è consistito precisamente l’antinazismo dei comunisti? Nell’alleanza con i nazisti (finché fece comodo). Si prega (quasi) tutti i libri di storia scolastici di prendere gentilmente nota del seguente discorsetto, pronunciato il 18 agosto 1939 davanti al Politbjuro di Mosca, dal togliattianamente venerato “padre dei popoli”, segretario generale del Pcus.

di STALIN GIUSEPPE
Segretario generale del Pcus (Partito comunista sovietico) e leader dell’Urss dal1922 al1953. Discorso pronunciato al Politbjuro il18 agosto 1939, tratto dagli archivi del Politbjuro, cit. in a cura di AAVV, “Novecento” Edizioni Ceset, Milano, 1998


La questione della pace e della guerra entra in una fase per noi critica. Se stipuleremo un trattato di mutua assistenza con la Francia e la Gran Bretagna, la Germania rinuncerà alla Polonia e cercherà un modus vivendi con le potenze occidentali. La guerra sarà evitata, ma in seguito gli eventi possono assumere un carattere pericoloso per l’Urss. Se accetteremo la proposta della Germania di stipulare un patto di non aggressione, essa certamente attaccherà la Polonia, e l’intervento della Francia e dell’Inghilterra in questa guerra sarà inevitabile. L’Europa occidentale andrà incontro a serie agitazioni e disordini. In queste condizioni noi avremo buone possibilità di restare fuori dal conflitto e potremo sperare di entrare in guerra al momento favorevole. L’esperienza degli ultimi vent’anni dice che in tempo di pace è impossibile avere in Europa un movimento comunista forte al punto da permettere al partito bolscevico di prendere il potere. La dittatura di questo partito diventa possibile soltanto dopo una grande guerra. Noi faremo la nostra scelta, ed essa è chiara. Dobbiamo accettare la proposta tedesca di rimandare indietro cortesemente la missione anglo-francese. Il primo vantaggio per noi sarà la distruzione della Polonia, la Galizia ucraina compresa. La Germania ci dà piena libertà di azione nei Paesi baltici e non si oppone al ritorno della Bessarabia nell’Urss. Essa è disposta a cederci in qualità di zone d’influenza la Romania, la Bulgaria e l’Ungheria. Resta aperta la questione della Jugoslavia. Nello stesso tempo dobbiamo prevedere le conseguenze che deriveranno sia da una sconfitta sia da una vittoria della Germania. Nel caso di una sconfitta si avrà inevitabilmente una sovietizzazione della Germania e si formerà un governo comunista. Non dobbiamo dimenticare che una Germania sovietizzata si troverà di fronte a un grande pericolo, se questa sovietizzazione sarà la conseguenza di una sconfitta in una guerra di breve durata. L’Inghilterra e la Francia saranno abbastanza forti per prendere Berlino e annientare la Germania sovietica. E noi non saremo in grado di venire in aiuto ai nostri compagni bolscevichi in Germania.


Il nostro compito, quindi, consiste nel far sì che la Germania possa condurre la guerra quanto più a lungo possibile in modo che l’Inghilterra e la Francia, spossate, non siano in grado di sgominare una Germania sovietizzata. Su una posizione di neutralità, l’Urss presterà aiuto all’attuale Germania, fornendole materie prime e derrate alimentari. Ma il nostro aiuto non dovrà superare certe dimensioni per non danneggiare la nostra economia. Nello stesso tempo dobbiamo svolgere un’attiva propaganda comunista, soprattutto nel blocco anglo-francese e, in particolare, in Francia. Dobbiamo essere pronti al fatto che in questo Paese, durante la guerra, il partito sia costretto a rinunciare all’attività legale e ad entrare in clandestinità. Sappiamo che questo lavoro richiederà molti sacrifici, ma i nostri compagni francesi non avranno dubbi. I loro compiti in primo luogo consisteranno nella disgregazione e demoralizzazione dell’esercito e della polizia. Se questo lavoro preparatorio sarà svolto bene, la sicurezza della Germania sovietica sarà assicurata e ciò favorirà la sovietizzazione della Francia. Per attuare questi piani è necessario che la guerra duri il più possibile ed è proprio in questa direzione che devono essere orientate tutte le forze di cui disponiamo nell’Europa Occidentale e nei Balcani.


Consideriamo ora la seconda ipotesi, cioè la vittoria della Germania. Alcuni sono dell’opinione che questa eventualità costituisca per noi un serio pericolo. Una dose di verità in questa affermazione non manca, ma sarebbe sbagliato pensare che questo pericolo sia così vicino e così grande come alcunio ritengono. Se la Germania riporterà la vittoria, uscirà dalla guerra troppo stremata per dare inizio ad un conflitto con l’Urss almeno per una decina d’anni. La sua preoccupazione maggiore sarà quella di tenere sotto controllo l’Inghilterra e la Francia vinte allo scopo di impedirne la rinascita. D’altra parte, la Germania vincitrice disporrà di territori enormi e nel corso di molti decenni sarà impegnata nel loro “sfruttamento” e nell’instaurazione in essi dell’ordine tedesco. È evidente che la Germania sarà troppo impegnata altrove per rivolgersi contro di noi.


C’è poi un’altra cosa che servirà alla nostra sicurezza. Nella Francia vinta il Partito comunista francese sarà molto forte. La rivoluzione comunista avverrà inevitabilmente e noi potremo valerci di questa circostanza per accorrere in aiuto alla Francia e farne la nostra alleata. Più tardi tutti i popoli caduti sotto la “protezione” della Germania vincitrice diventeranno anch’essi nostri alleati. Avremo così un ampio campo di attività per lo sviluppo della rivoluzione mondiale. Compagni! È negli interessi dell’Urss, Patria dei lavoratori, che si scateni una guerra tra il Reich e il blocco capitalista anglo-francese. Bisogna fare di tutto affinché questa guerra duri il più possibile allo scopo di estenuare le due parti. Proprio per questa ragione dobbiamo accettare il patto proposto dalla Germania e lavorare affinché la guerra, una volta dichiarata, si prolunghi per un massimo di tempo. Si dovrà rafforzare il lavoro di propaganda nei Paesi belligeranti per essere pronti al tempo in cui la guerra finirà.


 


Tempi – Numero: 21 – 9 Giugno 1999