Un Nobel bestemmiatore

Il Premio Nobel ateo
che se la prende con Dio

Lo scrittore portoghese José Saramago, premio Nobel per la letteratura, ateo e comunista viscerale, nel suo ultimo libro "Caino" se la prende con il «Dio della Bibbia», affermando che è "vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia". Ma il Premio Nobel nel suo nuovo libro non si limita a questo, giunge perfino a bestemmiare Dio, definendolo "figlio di p….".
I vescovi portoghesi, tramite il portavoce della conferenza episcopale nazionale, hanno accusato lo scrittore di offendere milioni di cattolici in tutto il mondo e al tempo stesso hanno denunciato "un’operazione pubblicitaria" per promuovere il libro che propone una rilettura "irriverente se non oltraggiosa" dell’episodio biblico dell’uccisione di Abele, primogenito di Adamo ed Eva, da parte del fratello Caino. In una conferenza stampa a Lisbona, Josè Saramago ha replicato ai vertici della Chiesa, accusandoli di suscitare "nuovi odi" e di alimentare "rancori, incomprensioni e resistenze". Nel 1992, dopo lo scandalo suscitato in Portogallo dall’uscita del suo libro Il vangelo secondo Gesù Cristo, José Saramago lasciò il suo paese per stabilirsi a Lanzarote nell’arcipelago spagnolo delle isole Canarie, dove tuttora risiede. In quel romanzo, Saramago raccontava che Gesù perse la sua verginità con Maria Maddalena, venendo utilizzato da Dio per dominare il mondo…  

È evidente che ai nostri giorni si possono offendere tranquillamente – ed anche impunemente – Dio, la Chiesa, il Papa, i cristiani, persino li si possono massacrare e crocifiggere, come si possono assassinare legalmente milioni di bambini con le pratiche abortive di vario genere, ma guai a chi osi dire che l\’aborto è un abominevole delitto o che l\’omosessualità è una malattia e che gli atti di sodomia sono gravissimi peccati contro natura…
Siamo nel tempo dell\’Anticristo? Ma su non esageriamo… è semplicemente il tempo dei Premi Nobel per la Distruzione della Società. Presentiamo come candidato per il 2010 una mascotte di questa non piccola categoria: José Saramago.
 
 

E Saramago se la prende con Dio: è cattivo
 
di Alessandro Gnocchi
 
«Vendicativo, rancoroso, cattivo e indegno di fiducia». Questo losco figuro, secondo lo scrittore portoghese José Saramago, premio Nobel per la letteratura, è il «Dio della Bibbia». In quanto alla Chiesa cattolica, essa «scatena nuovi odii alimentando rancore».
Il motivo di tanto risentimento verso il «Dio della Bibbia» è presto detto. Saramago ha appena pubblicato in Portogallo Caino romanzo in cui reinterpreta il fratricidio biblico. Lo spot del libro, un vero e proprio trailer, ha come slogan: «Che diavolo di Dio è questo che, per innalzare Abele, disprezza Caino?». Il lancio, a fine agosto, aveva suscitato scalpore ma non abbastanza, nonostante l’impegno dell’autore prodigatosi in affermazioni nelle quali qualcuno ha visto una sfumatura di antisemitismo: «Mi risulta difficile comprendere come il popolo ebraico abbia scelto per testo sacro l’Antico Testamento. È un tale miscuglio di assurdità che non può essere stato inventato da un uomo solo. Ci vollero generazioni e generazioni per produrre questa mostruosità».
Comunque sia, l’uscita del romanzo ha lasciato perplessa la chiesa lusitana, rinnovando così uno scontro iniziato negli anni Novanta, quando Saramago aveva mandato in libreria Il vangelo secondo Gesù, storia di come Cristo perse la verginità con Maria Maddalena. I vescovi del Paese hanno accusato lo scrittore di offendere i cattolici e bollato Caino come «una operazione pubblicitaria irriverente». Saramago non aspettava altro, e calatosi nella parte del perseguitato ha convocato una conferenza stampa durante la quale si è prodotto nelle dichiarazioni di cui sopra. «Nella Bibbia – ha poi aggiunto – si narrano crudeltà, incesti, violenze di ogni genere, carneficine. Tutto ciò è incontestabile, ma è bastato che lo dicessi io, per suscitare una polemica». E ha concluso con un sentito richiamo al «diritto di riflettere» che «appartiene a ciascun individuo» e con una vibrante denuncia della «intolleranza delle religioni organizzate».
Ecco, la «intolleranza delle religioni organizzate». Un tema già affrontato da Saramago, ateo e comunista, in modo alquanto sorprendente. Lo scrittore portoghese, infatti, quando vede i simboli del cristianesimo è come un toro nell’arena davanti al drappo rosso: carica a testa bassa. Diventa però mansueto se alla croce si sostituisce la mezzaluna islamica. Nel 2007 in Spagna fu pubblicato, con denaro pubblico, un libro fotografico con immagini choc: tanto per dirne una, la Madonna con in braccio un maiale. Comprensibile la reazione, ferma ma composta, dei cattolici spagnoli, ovviamente indignati. Saramago insorse contro chi protestava, gridando alla tentata censura: «Crediamo fermamente che un valore fondamentale delle società democratiche, come quello della libertà di espressione e di creazione, non possa essere sottomesso o soggiogato a regole morali».
Pochi mesi prima era scoppiata la questione delle vignette danesi sul profeta Maometto, le vergini, i kamikaze. I musulmani scesero in piazza e già che c’erano bruciarono qualche ambasciata. Anche in quel caso il premio Nobel insorse. Ma contro i disegnatori: «Quello che mi ha davvero spiazzato è l’irresponsabilità dell’autore o degli autori di quei disegni. Alcuni ritengono che la libertà di espressione sia un diritto assoluto. Ma la cruda realtà impone dei limiti».
Ecco, la «cruda realtà» è questa: per Saramago tutte le religioni sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre. La «intolleranza delle religioni organizzate»? In alcuni casi lo scrittore la giustifica. In quanto alla libertà d’espressione, è un valore relativo, dipende da chi chiede la parola. Un eventuale Nobel per la doppia morale non glielo toglierebbe nessuno.
 
Il Giornale domenica 25 ottobre 2009