Ultima bufala dai seguaci di Darwin…

Corriere e Repubblica ritrovano i loro progenitori… ma il Foglio prontamente li smentisce


Scienza e mito

Quei quattro turchi che camminano sulle mani non sono l’Anello Mancante, sono solo malati…


di Giuseppe Sermonti

Si dicono “atassìe”, dal greco a-taxis, senza ordine, varie forme di incoordinazione dei movimenti volontari. Alcuni atassici agitano irrefrenabilmente un braccio, oscillandolo ampiamente e lentamente, altri lo spostano in modo frenetico. Una forma rarissima di atassia consiste nella incapacità degli sventurati di muoversi rimanendo diritti sulle gambe. Questi poveretti (ne sono stati scoperti 4 in una famiglia di 19 figli abitante in un villaggio turco nella provincia di Iskenderun) cadono in avanti e sono costretti a muoversi appoggiandosi su mani e piedi e procedendo obliquamente. La malattia è nota come sindrome di Uner Tan, dal nome di un fisiologo turco che l’ha descritta e attribuita a una tara genetica. Alla atassia di Uner Tan è collegato un rimpicciolimento del “vermis” del cervelletto, con conseguente ritardo mentale e povertà di linguaggio. Non immaginerete che cosa siano andati a pensare alcuni biologi di Cambridge (Inghilterra), venuti a conoscenza del caso! Anzi lo immaginerete quando vi avrò detto che si tratta di biologi evoluzionisti, due genetisti e un fisiologo. Finalmente eccoci sulle tracce dell’anello intermedio tra l’uomo e la scimmia! La scimmia cammina infatti su quattro mani, è di intelligenza scarsa e di linguaggio ridotto. Vero che lo scimpanzé cammina sulle nocche e non sulle palme, è perfettamente adattato alla sua andatura e non sa una parola di turco, ma la tentazione di trovare l’anello mancante è troppo irresistibile perché il pensiero non le vada appresso. Nella passione del ritrovamento, i nostri studiosi preferiscono ignorare che gli antropologi concordano da decenni che la postura “sulle nocche” degli scimmioni è di milioni di anni posteriore alla nostra stazione eretta, che quindi non ne deriva. Quei poveri turchi inchinati sarebbero semmai sulla strada di diventare, da bipedi, scimmie, dimenticando le loro contorsioni e il loro povero turco. Scusatemi se mi permetto di preoccuparmi di una sindrome più diffusa di quella di Uner Tan, quella dell’Anello Mancante. Questa fissazione porta uomini ragionevoli a seguire ipotesi grottesche. Un secolo fa portò alla truffa dell’Uomo di Piltdown e all’esibizione di Ota Benga nello zoo di New York. L’uomo-scimmia di Piltdown era un montaggio tra una calotta cranica di un australiano e la mandibola di un orango. Fu riverito come “anello mancante” per 40 anni. Ota Benga era un pigmeo, catturato nel Congo e messo in mostra in una gabbia dello zoo di New York insieme a un orango e uno scimpanzé, come esemplare vivente del fantasioso stadio intermedio tra uomo e scimmia. Era il 1906. Benga morì suicida. L’industria della fantasmagoria scientifica è ancora fiorente, e i nostri scienziati cercano il loro anello perduto seguendo 4 infelici che avanzano col sedere per aria e balbettando turco.


Il Foglio 8 marzo 06