Roma, 31 mar. (Adnkronos Salute) – Puntare sulle cellule staminali da cordone ombelicale per una ricerca eticamente accettabile e prospettive più incoraggianti rispetto all’uso delle staminali embrionali, come dimostrano i risultati già ottenuti fino ad oggi. A chiederlo è Olimpia Tarzia, segretaria generale del Movimento per la Vita e presidente dell’Osservatorio permanente sulle famiglie della Regione Lazio che ha organizzato oggi (31 marzo 2005, NdE), a Roma, una conferenza stampa sull’argomento. Da Yahoo! Notizie del 31 marzo 2005
“Ad oggi – ha detto Tarzia – le cellule staminali embrionali non hanno dato alcun risultato in termini terapeutici. Anzi, potrebbero avere effetti negativi favorendo lo sviluppo di linee tumorali”. Le cellule da cordone ombelicale, invece, rappresentano un’alternativa etica e scientificamente efficace. “Per questo – prosegue la rappresentante del Movimento per la Vita – le Regioni dovranno attrezzarsi sempre di più per rispondere con investimenti adeguati, in termini di risorse e organizzazione, alle richieste del territorio”.
“Le cellule staminali – ha spiegato Carlo Federico Perno, docente di medicina sperimentale all’università Tor Vergata di Roma- sono presenti nell’organismo umano in tutte le fasi del suo sviluppo, anche se in quantità decrescenti con l’aumentare dell’età. Nell’embrione queste cellule sono ‘totipotenti’, possono differenziarsi in qualsiasi tessuto, nell’adulto, invece, sono dette ‘multipotenti’, possono differenziarsi solo in alcuni tessuti. Ma proprio per questo sono più vantaggiose e presentano meno rischi di sviluppo tumorale”.
In Italia, come ha spiegato Maria Cristina Tirindelli, presidente dell’associazione donatrici italiane sangue cordone ombelicale (Adisco), le Banche per la conservazione del sangue ombelicale (utilizzato per la cura della malattie ematologiche) hanno standard di qualità elevatissimi e sono legati ad un network internazionale che permette di fornire le unità di cellule specifiche ai malati, in ogni parte del mondo. “Questo tipo di trapianto – ha detto Tirindelli – per il trattamento di malattie ematologiche nei bambini e negli adulti è uscito da tempo dalla fase sperimentale. Fino ad oggi, infatti, sono stati realizzati 3.000 trapianti per queste malattie”.
Purtroppo però “i finanziamenti sono scarsi- ha lamentato la Tirindelli – la Banca del Lazio, ad esempio, fino ad oggi non è stata rifinanziata dalla Regione ed è attiva solo grazie al sostegno dell’associazione”.
(Ram/Adnkronos Salute)
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