Spagna, i cattolici e il “laicismo del Natale”

“Sembra impossibile essere capaci di inventare una celebrazione laica del Natale, senza riferimenti religiosi, invece è già una realtà”.

È la constatazione di mons. Fernando Sebastián Aguilar, arcivescovo di Pamplona-Tudela e vicepresidente della Conferenza episcopale spagnola, in una lettera pastorale resa nota il 13 dicembre a commento di un diffuso atteggiamento di “laicismo” nei confronti del Natale.

Mons. Aguilar fa riferimento in particolare a ciò che accade nelle aule scolastiche spagnole: “Nella scuola non si cantano i ‘villancicos’ (canti natalizi) – osserva – perché ci sono venti bambini che non sono cristiani”. “È obbligo di uno Stato aconfessionale rispettare e appoggiare le manifestazioni religiose dei cittadini, senza aggravio per nessuno, in virtù del sacro diritto alla propria libertà religiosa”, precisa. In questo senso mons. Aguilar suggerisce che “i bambini cristiani celebrino la loro festa cristiana a scuola, lasciando che i non cristiani partecipino se lo vogliono o restino a casa” e facendo in modo “che i bambini musulmani celebrino la loro festa un altro giorno, illustrando e spiegando i significati ai compagni cristiani”. Il vescovo si chiede “che pluralismo è se c’impedisce di vivere ognuno secondo le proprie credenze?” “Lo Stato è per la società, non la società per lo Stato – afferma -. E la scuola è per i bambini, non i bambini per la scuola. O non è così?”.

L’arcivescovo è critico anche nei confronti degli stessi cristiani che vivono il Natale “in maniera laica”: “Le feste di Natale scorrono tra regali, cene, viaggi ed abbuffate. Si uniscono le famiglie, cosa molto buona, si uniscono gli amici, santo e buono anche questo, ma non vanno a Messa, né pregano, né danno grazie a Dio, né c’è un gesto o una sola parola che inviti a vivere religiosamente il Natale. Sarà mai possibile – si chiede – che i primi inventori del Natale laico siamo stati gli stessi cristiani?”. “In un mondo aperto e polivalente, ognuno deve affermare con chiarezza e senza conflitti la propria identità”, suggerisce mons. Aguilar, che aggiunge: “Non è ora di diluire il nostro cristianesimo, bensì di affermarlo e viverlo con calma ed allegria.”

Da Agenzia SIR, 22 dicembre 2004

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