Reggio Emilia: con astensione dei catto-progr avanza la RU 486

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REGGIO EMILIA – Aborto e pillola Ru 486: dibattito infiammato


Il Consiglio provinciale, presieduto da Lanfranco Fradici, ha respinto un ordine del giorno presentato dal gruppo di Forza Italia in cui si chiedeva una presa di posizione per la sospensione della sperimentazione e dell’utilizzo della Ru 486 negli ospedali regionali  e l’aumento del fronte di prevenzione dell’aborto… Anche la Margherita dà una mano con la pilatesca astensione…


 


REGGIO EMILIA – Il Consiglio provinciale, presieduto da Lanfranco Fradici, ha respinto con 15 voti contrari (Ds, Prc, Verdi e Pdci), 5 voti favorevoli (An, Forza Italia e Udc) e 3 astensioni (Margherita) un ordine del giorno presentato dal gruppo di Forza Italia sulla legge 194 e sull’uso della pillola abortiva Ru 486.


Nel documento, illustrato dal forzista Stefano Tombari, si chiedeva una presa di posizione per la “sospensione della decisione della Giunta regionale di sperimentare e utilizzare negli ospedali regionali la pillola Ru 486”.
Forza Italia chiedeva anche di: “Dare piena attuazione alla legge 194, soprattutto sul fronte della prevenzione dell’aborto, con il sostegno medico e psicologico alla donna in difficoltà; respingere la strumentalizzazione ideologica di questo metodo che ne mistifica le gravi implicazioni non solo sanitarie, ma anche etiche e morali”.
Tombari ha poi definito la pillola Ru 486, un “metodo comunque invasivo e non risolutivo della solitudine che si trova ad affrontare una donna in un momento drammatico come quello dell’aborto”. Secondo Tombari “a prescindere dal momento in cui cominciare a parlare di una nuova vita, elemento su cui si può aprire un dibattito, sono un dato oggettivo i problemi psicofisici a cui vanno incontro questo donne. L’unico risultato è quello di alleviare lavoro e costi a carico del Servizio sanitario nazionale”. Tombari è poi entrato nel merito della legge 194: “Ritenere che questa legge vada interpretata alla stregua della volontà di controllare le nascite è fuori luogo. Si tratta piuttosto di un cerotto per una ferita, che attraverso un lavoro di prevenzione finora disatteso, andrebbe evitata. Purtroppo l’economicità della procedura con la pillola Ru 486, non definibile come terapia, ci scandalizza”.
“Su alcune questioni possiamo trovarci d’accordo – ha commentato la diessina Gloria Panizzi – e cioè sul fatto che la 194 ha avuto un’interpretazione sbilanciata. Tuttavia è stata importante la battaglia portata avanti dai consultori per combattere la clandestinità. E’ stato attivato un processo che nulla ha a che fare con il controllo delle nascite. L’aborto era e rimane l’extrema ratio”. Secondo Gloria Panizzi “l’aborto è senz’altro una piaga sociale, di cui nel tempo sono mutati protagonisti e cause. E’ su questo che bisogna far leva per offrire una adeguata prevenzione”.
Sul ruolo dei consultori si è soffermata anche la capogruppo dei Verdi Margherita Bergomi: ” La 194 stabilisce che la il consultorio deve dare appoggio psicologico alla donna. L’aborto è un dramma e nessuna donna prende questa decisione con leggerezza. Alcune ricerche sulla Ru 486 hanno rivelato che è la tecnica meno invasiva e traumatica. In Europa questa pillola è usata da molto tempo e gli aborti non per questo aumentati.Quello che manca in Italia è un forte e convinto lavoro di formazione-informazione-prevenzione. La 194 in sè è una legge perfettibile, ma necessaria, perchè ha liberato la donna e la sua capacità di scelta”.
Su questo ultimo punto si è espresso anche il consigliere della Margherita Alberto Ovi: “E’ una legge con cui lo Stato ha cercato di coniugare l’autodeterminazione donna e la libertà di coscienza dei medici. Questa legge detta le modalità dell’interruzione volontaria di gravidanza, avendo come obiettivo la prevenzione, fondata anche sul sostegno della maternità. La legge ha permesso la riduzione del numero di aborti e soprattutto di tenere sotto controllo quelli clandestini”. Secondo Ovi la maggior parte di donne che ricorrono all’ivg sono in condizione di povertà materiale: “Occorre far leva sul sostegno alla famiglia e alla maternità”. Ovi ha infine delineato un punto fermo: “La pillola Ru 486 non deve però essere scambiata per un metodo contraccettivo”.
“I cattolici progressistiha detto il capogruppo di An Leopoldo Barbieri Manodoridimenticano sempre di essere cattolici e si ricordano sempre di essere progressisti. La 194 è in realtà il punto di partenza di un’attuazione che non c’è mai stata. Credo piuttosto che il documento di Fi spieghi bene cos’è questa legge il fatto che non sia applicata non è un problema di laicità o clericalismo, ma è un problema di democrazia”.
Sulla questione è intervenuta anche la presidente della Provincia Sonia Masini: “Se il problema è di attuazione allora bisogna ricordare che chi ha governato in questi cinque anni non ha fatto davvero nulla. Tant’è vero che la migliore esperienza di attuazione è in Emilia Romagna. Mi auguro che nuovo governo investa sulla prevenzione perché è in questi termini che la 194 deve essere interpretata. L’aborto non l’ha inventato questa legge. Credo che sarebbe importante ascoltare davvero le donne che hanno alle spalle esperienze, sia di aborto, sia di maternità, perchè forse ne sanno qualcosa di più”. La presidente Masini ha poi detto che “sono ancora troppi gli ostacoli che si frappongono, soprattutto per le donne giovani, alla scelta di avere un figlio. E’ su questi temi che dobbiamo agire, favorendo la maternità e la rete di condivisione familiare delle responsabilità”. La presidente Masini ha infine detto che “non è impedendo alle donne di esercitare una scelta che si risolve il problema. In questo modo si favorirebbe la clandestina, riportano indietro il Paese, che negli anni invece ha saputo crescere in civiltà”.
E’ infine intervenuta la consigliere diessina Paola Casali, annunciando il “voto contrario. Condiviamo le procedure volute dall’assessore regionale alla Sanità Giovanni Bissoni, che ha anche inviato a tutte le strutture sanitarie un protocollo a tutela della sicurezza di questa procedura. La legge 194 legge è saggia ed equilibrata. I consultori non sono abortifici, come spesso il centrodestra li ha definiti. Siamo per la libertà la e responsabilità delle donne,la cui salute non deve essere penalizzata. Devono avere il diritto di realizzare in modo autonomo il proprio progetto di vita”.

RomagnaOggi.it, 7 maggio 2006