No all’uomo mercificato!

L’uomo e il diritto alla mercificazione della persona


Possibile che oggi la sinistra iscriva sulle proprie bandiere proprio il diritto alla integrale mercificazione dell’essere umano e che gli unici a ricordare la banale verità che un uomo è un uomo debbano essere solo i cristiani?


di  Rocco Buttiglione















In Belgio la coalizione di liberali e socialisti al governo ha legalizzato l’eutanasia, accettato i matrimoni gay e adesso ammette anche la generazione di figli attraverso l’utero in affitto.


Non è una buona notizia. La buona notizia invece è che il 70% dei belgi sono contrari.
Prese una per una quelle misure sembravano avere una qualche giustificazione, sembravano ampliare la sfera della libertà del singolo e la possibilità di realizzare i propri desideri e quindi di essere più felici. Prese tutte insieme esse delineano i tratti di una società sempre più alienata in cui gli uomini sono sempre più soli, privi di sostegni e riferimenti, scossi nelle elementari certezze esistenziali che li sostengono (li dovrebbero sostenere) nella loro esistenza. Per di più, è sempre più evidente che questa libertà è libertà di prevaricazione contro l’altro uomo, di considerarlo solo come un oggetto di cui si fa quello che si vuole. Si usa l’altro uomo per soddisfare il proprio desiderio, ma non ci si preoccupa affatto di lui, né del suo desiderio né tanto meno del suo bene.


Una donna ha accolto nel suo utero il seme di un membro di una coppia omosessuale. Volevano un figlio e lei ha offerto il proprio utero perché potessero averlo. Poi ha scoperto di poter trovare per il bambino, ancora nel suo seno, un acquirente migliore. Il bambino è stato venduto ad una coppia olandese stabile. Di chi è adesso il bambino? Della madre che lo ha venduto? Del padre biologico che non lo ha generato? Di chi lo ha pagato? E che ne è in questa vicenda della dignità del bambino, del suo diritto ad essere considerato come un essere umano e non come una cosa? Cosa ne è di quell’insieme di sentimenti e di affetti attraverso il quale un bambino ha il diritto di essere introdotto nella comunità umana?


Quando un bambino abita il ventre di una donna si stabilisce un rapporto simbiotico fra lui e la madre. Sono l’uno per l’altro non solo nel corpo ma anche nel cuore. La fantasia della donna è riempita dal pensiero del bambino ed il pensiero del bambino, che certo ancora non pensa ma sente e vive, è riempito dal battito del cuore della madre. Il padre non vive questo rapporto diretto, ma vede come si modifica il corpo della donna, ascolta i movimenti in lei del bambino.


Il bambino è generato in un attimo nella carne e per nove mesi nei sogni dei genitori. Tutto questo crea legame, fa della nascita un evento. Questo significa generare e non fabbricare. Nel Credo la Chiesa ci tiene a spiegare che il Figlio è generato e non fatto.


Che ne è di tutto questo quando l’utero è prestato e il padre attende la consegna del bambino come si può attendere la consegna di un mobile che a suo tempo è stato ordinato ad un falegname. E che male c’è se alla fine il mobile è venduto ad un altro acquirente? Al massimo insorgerà un problema di risarcimento. Chi non verrà risarcito sarà invece il bambino che ha il compito di soddisfare un desiderio unilaterale di chi non lo accetta come un dono (di Dio o della vita), ma lo compra come un oggetto.


Per fortuna la gente comincia a ribellarsi. Adesso in Belgio la gente è contraria ed anche in Olanda c’è un forte movimento di protesta contro la mercificazione della vita umana. Non è un movimento di “destra” piuttosto che di “sinistra”. Una volta si era abituati a citare K. Marx per protestare contro l’ alienazione , l’ oggettificazione , la mercificazione della vita umana. Possibile che oggi la sinistra iscriva sulle proprie bandiere proprio il diritto alla integrale mercificazione dell’essere umano e che gli unici a ricordare la banale verità che un uomo è un uomo debbano essere solo i cristiani.


Rocco Buttiglione

www.pensarecristiano.it ( Wednesday 18 January 2006 )