Da Milano Enrico Lenzi
«Non togliete il presepe dalla vita dei nostri studenti».
È l’appello che il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti rivolge ai dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado.
Un passo atteso, se non auspicato, dopo le polemiche delle scorse settimane sulla scelta di alcuni istituti di non festeggiare il Natale in quanto festa religiosa, ma come festa multietnica. Scelta, spiegano coloro che l’hanno presa, per non «offendere» la sensibilità religiosa degli alunni non cristiani.
La circolare è destinata a mettere un punto fermo in tutta la questione.
È lo stesso ministro a farlo ricordando che accanto al «Natale, fra luci e doni», c’è «però un altro Natale, quello che ci viene tramandato dalla tradizione del presepe, il Natale che ci ricorda la nascita di Gesù, nato in una grotta per portare sulla terra un messaggio d’amore, l’amore più sublime, quello per tutti, anche per chi è diverso, lontano, per chi non ci ama, l’amore più estremo portato fino al sacrificio della morte».
Una riflessione, confessa Letizia Moratti, durata a lungo prima di compiere questo passo, ma alla fine «ho pensato di portarvi le mie riflessioni sull’importanza delle tradizioni, dell’identità culturale».
Anche perché «senza rispettare la nostra storia, le nostre radici, non possiamo pensare di capire e rispettare i valori di chi ha storia e cultura differenti dalle nostre».
Parole che, purtroppo, non riescono a raccogliere unanimità di consensi. E così, se il presidente della Provincia di Treviso, Luca Zaia, esulta, sottolineando che « con le sue parole la Moratti ci da ragione, la ritengo una personale vittoria perché io stesso ho sollevato il problema presso il ministro criticando la scelta di una scuola locale di impedirne la realizzazione», dall’altra non manca chi definisce la circolare «un gesto improvvido».
Quest’ultimo è il caso della senatrice diessina Maria Chiara Acciarini per la quale «la circolare non può essere considerata un ordine di servizio, lasciando la libertà alle singole scuole». Osservazione a cui risponde indirettamente il presidente Zaia, che del presepe è invece un sostenitore. «Sono d’accordo per quanto riguarda il fatto che la struttura della scuola è laica, ma mi preoccupa la volontà di doverlo affermare in continuazione e in modo così ossessionante». Sacrificando tradizioni, cultura e storia del nostro Paese.
(C) Avvenire, 16-12-2004