Caffarra docet
Il Vescovo di Bologna che vuole educare alla realtà ne ha fatta un’altra. Interessante
Di Giuliano Ferrara
Dice il vescovo, che è un intellettuale di valore (se la parola intellettuale abbia ancora un senso, chissà), che nel mondo si agita uno spiritualismo disincarnato, di tipo gnostico; che prevale un’etica universalistica, da “arcipelago dei popoli”, in cui il denominatore morale si attesta su una soglia morale sempre più bassa, fatta di mere regole formali; che la Chiesa non può limitarsi all’amore per la pace e per i poveri, deve essere significativa nel confronto con la realtà; che i cristiani hanno diritto di essere tali nella società e nella scuola, contro la religione della laicità che annulla l’identità; e che l’uomo sarà pure un discendente biologico evoluto della scimmia, ma è anche altro.
C’è un piccolo partito convinto che nella penuria di pensiero della società liberale moderna certi uomini di Chiesa sono un senato accademico di prima utilità e grandezza per capire la realtà, perché studiano e parlano da una cattedra che oggi ha più cose da dire della cattedra impolverata del libero pensiero. Siamo da tempo in quel partito.
E Caffarra docet.
Il Foglio (16/09/2004)