Lotta alla droga, l’eredità virtuosa della presidenza Bush

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NEGLI USA I \”TOSSICI\” SONO DIMINUITI
E IN ITALIA COME SARA\’ IL 2009?

Capodanno felice in Usa: un milione di giovani in meno oggi usa droghe rispetto al 2001. Lo dicono i dati presentati da pochi giorni alla Casa Bianca e disponibili in due comunicati dell’Office of National Drug Control Policy. Vediamo i dati del primo comunicato Reducing Drug Use in America: il 25% di adolescenti in meno usa droghe rispetto al 2001; il consumo di cannabis è calato del 25%, quello di metamfetamine del 50%, di ecstasy del 50% e di steroidi del 33%. Le buone notizie poi non riguardano solo le droghe “illegali” ma tutte le sostanze psicoattive: l’uso giovanile di alcol è diminuito del 21%, quello di sigarette del 38%. E ancora: in calo la cocaina presso gli adulti nel mondo del lavoro: negli ultimi due anni si è registrata infatti una diminuzione dei test positivi a questa droga pari al 38%.

Quelli qui presentati sono certamente dati eccezionali ma non sono impossibili da raggiungere: sono il frutto di un impegno intenzionale e costante volto a migliorare la realtà giovanile, nel desiderio di tutelarla dai rischi mortali di tutte le droghe.

Il messaggio sottostante a questo impegno degli Usa è chiaro: i nostri giovani valgono molto, sono una risorsa per il futuro, e noi li tuteliamo. Un atteggiamento che ricorda quello dei Magi, che si sono inchinati di fronte alla nuova vita che si presenta al mondo e l’hanno onorata con dedizione, mentre nelle nostre piazze c’è ancora chi, magari per propaganda politica, regala le cartine o gli spinelli.

Ma come hanno fatto concretamente gli Usa? Lo riassume il secondo comunicato Making the Drug Problem Smaller 2001-2008]: questo successo è il risultato di una radicale innovazione del modo in cui vengono informati ed educati i giovani sulla pericolosità di tutte le sostanze, delle formule di trattamento con cui vengono aiutati coloro che sono entrati nella spirale della droga, e delle strategie con cui vengono ridotti e impediti il traffico e la vendita delle droghe stesse.

I capisaldi del progetto Usa contro questo male sociale sono stati e sono: fermare l’uso di droga prima che cominci (anche perché poi è molto difficile sconfiggere la dipendenza che è una malattia del cervello), aumentare nei giovani la consapevolezza sui pericoli che la droga comporta e rinforzare in loro la capacità di resistere alla pressione al consumo proveniente dall’ambiente circostante, sperimentare l’utilizzo di tecniche dissuasive moderne come il random drug testing nelle scuole (strumento che sta raccogliendo ampi consensi data la sua efficacia), coinvolgimento nella lotta contro la droga delle figure genitoriali (con particolari raccomandazioni ai padri affinché siano più presenti nella vita dei figli), delle scuole e di tutte le realtà comunitarie (comprese quelle religiose ritenute così importanti da ricevere anche finanziamenti governativi), attivazione di strumenti di prevenzione e trattamento presso il mondo del lavoro per raggiungere anche gli adulti inconsapevolmente prigionieri della droga e informare i datori di lavoro del calo di produttività causato dall’uso di sostanze nei contesti lavorativi, diffusione di tecniche moderne nel sistema medico di base (compreso il medico di famiglia) come il colloquio con l’adolescente finalizzato a far emergere casi di problematicità, pratica di strategie curative rapide ed efficaci ma poco costose come l’intervento breve (che è già praticato con gli adolescenti in Francia e in Germania contro la cannabis). A tutto questo si aggiunge naturalmente una lotta decisa contro il traffico e il commercio criminale con il fine di distruggere il mercato della droga e ridurre, soprattutto negli ambienti frequentati dai giovani, la disponibilità di qualsiasi sostanza.

Va sottolineato che già mesi fa, nel marzo 2008, l’Ufficio Esecutivo della Presidenza degli Stati Uniti d’America ha pubblicato un rapporto intitolato What Works. Effective Public Health Responses to Drug Use ovvero Risposte efficaci contro l’uso di droga in favore della salute pubblica.

Questo documento intendeva offrire, condividendole con la comunità internazionale, le strategie vincenti utilizzate negli ultimi anni da una delle nazioni più colpite al mondo dal problema dell’alcol e della droga. L’aspetto interessante di queste proposte è proprio questo: sono risultati validi, basati sulla approfondita ricerca scientifica, che nascono dall’esperienza drammatica di chi ha dovuto affrontare un problema sociale che stava devastando la parte più vulnerabile della comunità: i giovani. Ma, in questo inizio d’anno, conviene ascoltare direttamente alcune parole di quel rapporto: «È nostra speranza che i significativi investimenti fatti dagli USA nell’area della ricerca sul consumo di droga possano essere di beneficio per tutte le nazioni del mondo che si stanno confrontando, nella loro specificità, con tale problema. Nello sforzo di trasformare questa speranza in una realtà abbiamo redatto questa pubblicazione per la comunità internazionale come introduzione alle strategie qui utilizzate, con evidenti risultati positivi, per ridurre la domanda di droga nella comunità.[…] Benché la comunità internazionale abbia fatto passi notevoli nel rafforzare la lotta comune contro il consumo di droga, c’è ancora molto che possiamo imparare l’uno dall’altro. In questa pubblicazione, perciò, illustriamo le strategie di riduzione della domanda che abbiamo progettato, avviato, monitorato e valutato, anche in termini di investimento economico, e che si sono dimostrate di successo affinché possano essere di aiuto agli altri Paesi del mondo nell’indirizzare le loro particolari sfide contro il consumo di droga».

Speriamo che nel 2009 l’Italia inizi finalmente ad ascoltare tutti questi consigli, così importanti per il bene dei nostri adolescenti (e che avevamo già riportato in queste pagine nel giugno 2008).

Tra l’altro un intervento efficace contro il consumo di droga sarebbe un toccasana anche per la crisi economica: risulta infatti che i programmi di prevenzione fondati sulla ricerca e sui suoi risultati fanno risparmiare l’intera comunità: per ogni unità di denaro investita nella prevenzione (esempio: un dollaro) si ha un risparmio fino a dieci unità di denaro (esempio: 10 dollari) che verrebbero spese per il trattamento dell’abuso di alcol e altre droghe.

Antonello Vanni, IlSussidiario.net, 6 gennaio 2009