SULL’IMMIGRAZIONE AMATO FA UN REGALO ALL’ISLAM RADICALE
Uno dei primi obiettivi del Ministro dell’Interno: concedere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati…anche se clandestini!
Mai promessa elettorale è stata più prontamente esaudita di quella dell’Unione: la cittadinanza ai figli degli immigrati – anche se clandestini – purché siano nati in Italia. È lo “ius soli”, preteso dai Fratelli musulmani dell’Ucoii con un documento presentato alla Consulta islamica. Con la massima solerzia, alla prima riunione dell’organismo, il ministro dell’Interno Giuliano Amato, ha compiuto l’atto di sottomissione, annunciando che la riforma della normativa sulla cittadinanza è tra i suoi « primi obiettivi». E subito Ermete Realacci, senatore dell’Ulivo, ha sfornato la sua proposta di legge per dare la cittadinanza a qualsiasi bambino straniero i cui genitori vivano in Italia da almeno due anni. Tutto senza aver considerato che le maggiori minacce alla convivenza giungono da Regno Unito, Olanda e Danimarca, guardacaso dai Paesi dove vige lo “ius soli”. A provocare disordini, perfino a uccidere, sono proprio musulmani di seconda generazione, come l’assassino di Theo van Gogh, Mohammed Bouyeri. E sono figli di immigrati anche i capi della rivolta delle banlieue parigine iniziata nel novembre scorso e non ancora del tutto spenta. «Chi ha concesso troppo generosamente asilo, cittadinanza e voto», spiega Lorenzo Vidino, autore di “Al Qaeda in Europe”, «se ne è spesso dovuto pentire». Lo testimonia il caso di Wallait Khan, consigliere comunale di Copenaghen, di origine pakistana, eletto nel 2005 con la destra e subito passato nei banchi della sinistra. L’unica costante è che continua a far propaganda per il movimento ultrafondamentalista Hizb-ut-Tahrir. «Le eccezioni, come Nasser Khader in Danimarca e Ayaan Hirsi Ali in Olanda, ci sono», riconosce Vidino, ma avverte che «l’integrazione politica ed economica non coincide necessariamente con l’integrazione culturale». Tutt’altro, «lo European Council for Fatwa and Research, organismo guidato dai Fratelli musulmani, chiede espressamente agli islamici di concentrarsi in alcune città, creando isole per evitare il “pericolo” dell’assimilazione culturale, con scuole, network economici, moschee. Raggiunta una certa consistenza numerica, sarà naturale anche l’introduzione della shari’a. È lo stesso sceicco Yussuf al-Qaradawi che invita a creare tribunali coranici ufficiosi, che applichino la legge islamica in modo molto soft, e in cui si accettino formalmente le leggi vigenti». Ma, una volta creato il sistema parallelo, le istituzioni-ombra sono destinate a soppiantare lo Stato degli infedeli.
di Andrea Morigi
LIBERO 16 giugno 2006