GLI ITALIANI E LA SALUTE. Locatelli (San Matteo): successo frutto della sinergia tra strutture di eccellenza. Il ministro Sirchia: si aprono speranze per tutti i malati, anche le cellule espanse funzionano.
Le staminali «adulte» vincono la talassemia.
Moltiplicate in vitro al Policlinico di Milano, le cellule del cordone ombelicale di due gemellini hanno guarito dalla malattia il fratello di 5 anni. L’intervento è stato eseguito a Pavia
Da Pavia Raffaella Missaglia
Un bambino di soli 5 anni, malato di una grave forma di talassemia, oggi è completamente guarito. Lo scorso 12 agosto, nel reparto di Oncoematologia pediatrica del policlinico San Matteo di Pavia diretto dal professor Franco Locatelli, è stato sottoposto a un eccezionale e finora unico trapianto di sangue cordonale, dopo una procedura di espansione in vitro effettuata presso la Cell Factory dell’Ospedale Maggiore di Milano.
In pratica, il piccolo paziente ha ricevuto due unità di cellule staminali ombelicali ottenute dai due suoi fratelli gemelli dizigotici nati in aprile. Una unità di sangue placentare è stata sottoposta a procedura di moltiplicazione in laboratorio presso la Cell Factory di Milano, dove in 15 giorni a partire dal 27 luglio si è proceduto alla loro amplificazione; l’altra, non trattata perché già ricca di «cellule madri», è stata criopreservata e conservata presso il Servizio di Immunoematologia e Trasfusione del nosocomio pavese.
«Questo successo – ha commentato il professor Locatelli – è frutto di un lavoro di ricerca e di sinergie tra équipe di strutture sanitarie pubbliche di eccellenza in Italia. Inoltre permette di accorciare i tempi di recupero del paziente che, dopo un “classico” trapianto di sangue di cordone ombelicale, sono solitamente più lunghi rispetto all’impiego del midollo osseo». Non solo. «Questa eccezionale ed unica esperienza medica – ha commentato il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, presente ieri all’ospedale milanese – apre speranze anche per i malati adulti. L’esperimento ha permesso di valutare il contributo di entrambi i tipi di cellule staminali e di dimostrare che anche quelle espanse in laboratorio funzionano bene. In futuro potremo quindi utilizzare anche le sacche di sangue più “povere” e ottenere un numero di cellule abbastanza grande da permettere il trapianto anche negli adulti, oggi il vero problema».
Il piccolo paziente, nato in una provincia della Lombardia e trapiantato a Pavia, oggi sta bene. I medici hanno valutato ottimo il decorso clinico post-operatorio, annotando un precoce recupero ematologico. Già 16 giorni dopo l’operazione, infatti, il bimbo ha ottenuto valori di globuli bianchi ampiamente protettivi rispetto a rischi di infezione e due giorni dopo ha cominciato a produrre un numero significativo di globuli rossi. È finito così il suo calvario, iniziato il giorno della sua nascita, quando i pediatri che l’hanno avuto in cura gli hanno riscontrato una grave forma di talassemia. Il piccolo è stato subito costretto a sottoporsi a una trasfusione di sangue ogni 15-20 giorni e a «indossare» un apparecchio elettronico che per 12 ore di seguito gli iniettava sottocute un farmaco salvavita per prevenire il sovraccarico di ferro correlato alle trasfusioni. Poi, ad aprile, la svolta. La nascita di due fratelli gemelli sani che sua madre ha partorito a Pavia, presso la clinica ostetrico-ginecologica del San Matteo. Nel reparto di Oncoematologia pediatrica pavese, cresciuto sotto la guida del professor Roberto Burgio, è stato effettuato il maggior numero di trapianti di sangue placentare in Italia per talassemia e più del 30% dei trapianti di midollo osseo su pazienti di età compresa tra i 2 mesi e i 18 anni.
(C) Avvenire, 7-9-2004