L’Unione dice sì alle coppie gay. Legge a gennaio

Dopo una serie di tira e molla
l’Unione dice SÌ: diritti alle coppie gay


Cancellati dalla Finanziaria, i Pacs rientreranno sotto falso nome in un disegno di legge che il governo ha messo all’ordine del giorno. A gennaio, infatti, verrà presentato  il disegno di legge sulle famiglie di fatto «senza distinzione di orientamento sessuale». Prodi: «Un passo avanti». La Cdl: demolita la famiglia …

I diritti delle coppie di fatto, eterosessuali e gay, possono attendere. L’Unione ci penserà l’anno prossimo. Un centrosinistra troppo lacerato per trovare una sintesi condivisa su un tema così controverso ha preso l’unica decisione possibile: guadagnare tempo per rinviare lo scontro interno fra sinistra (Ds, Comunisti, Verdi) e cattolici (Margherita e Udeur). E così, cancellato l’emendamento che garantiva anche ai conviventi gli stessi sgravi fiscali destinati alle famiglie sulla tassa di successione, la maggioranza ha messo a punto un ordine del giorno che impegna il governo a predisporre un disegno di legge in materia di unioni di fatto ed a presentarlo entro il 31 gennaio. Un odg che al momento rappresenta soltanto una promessa sulla carta ma che tra poco più di un mese potrebbe già essere licenziato dal consiglio dei ministri ed arrivare in Parlamento. L’odg per i suoi contenuti preoccupa il centrodestra visto che impegna l’esecutivo ad inserire nel ddl «diritti anche in materia fiscale, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte di unioni di fatto» senza tenere conto «al fine di definire natura e qualità dell’unione di fatto né il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale». Insomma in altre parole niente discriminazioni per le coppie omosessuali alle quali andranno riconosciuti gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. Un ddl che appare inaccettabile per gli alleati cattolici della Margherita e dell’Udeur che avevano posto il veto all’emendamento sulle successioni.
La cancellazione di quell’emendamento rappresenta proprio il tentativo estremo di mettere a tacere le polemiche dentro e fuori la maggioranza, mentre finisce per fomentarle. Anche se il capogruppo dell’Ulivo al Senato, Anna Finocchiaro, la presenta come «un grande successo dell’Unione» questa decisione appare piuttosto come una mediazione estrema che, in questo round, vede vincitori i cosiddetti teodem, l’ala cattolica della Margherita e l’Udeur di Clemente Mastella. Ala che però domani potrebbe uscire sconfitta dal via libera a un ddl che riconoscesse diritti civili alle coppie gay.
Il ministro di Giustizia, nemico dichiarato dei Pacs (i patti civili di solidarietà già ratificati in molti paesi europei), ha incontrato il premier, Romano Prodi, a Palazzo Chigi proprio poco prima che la riunione governo-maggioranza decidesse di far saltare dalla Finanziaria l’emendamento sui conviventi. Ma certamente Mastella non deve aver faticato troppo a convincere un Prodi già molto preoccupato anche per le conseguenze sui rapporti fra il suo governo e le gerarchie vaticane derivanti dalle esternazioni continue dei rappresentanti della sinistra più radicale su temi eticamente sensibili: droga, omosessualità, convivenze.
E Palazzo Chigi non fa in tempo a diramare una nota sull’«intesa raggiunta in Senato dalla maggioranza con il governo» dove Prodi parla «di un fondamentale passo in avanti nell’applicazione del programma dell’Unione» che un secondo dopo la maggioranza procede già in ordine sparso. I senatori teodem della Margherita esultano. Cancellare quell’emendamento è «un successo politico della maggioranza in Senato» per Luigi Bobba e «un gesto di pace del governo» per Paola Binetti. Di tono opposto i commenti dei loro alleati. Il diessino Franco Grillini denuncia «l’apartheid contro le coppie di fatto» asserendo che in questo caso ha vinto «l’ala estremista e clericale del centrosinistra che continua a ricattare la coalizione». Si proclama offeso pure Vladimir Luxuria, il deputato transgender di Rifondazione. Lo stralcio dell’emendamento «delude me e altri 550mila conviventi in tutta Italia» commenta Luxuria che considera l’odg soltanto «un escamotage». E pure il segretario Sdi, Enrico Boselli, confessa di temere che rispetto ai diritti dei conviventi il Senato abbia fatto «un passo indietro». Stessa preoccupazione per Lanfranco Turci della Rosa nel Pugno: «Temiamo che l’odg sia un rinvio per non concludere nulla».
Certamente l’idea di un ddl che equipari i diritti delle coppie gay a quelli delle coppie sposate non piace affatto al centrodestra. «Nessuno vuole discriminare le coppie di fatto o i gay. Ma deve essere chiaro che in nessun modo le coppie omosessuali possono essere parificate nella nostra legislazione alle famiglie», taglia corto Pier Ferdinando Casini, leader Udc. Il presidente dei senatori della Lega Roberto Castelli accusa la sinistra di « demolire la famiglia dopo aver distrutto l’economia».


di Francesca Angeli
Il Giornale n. 290 del 08-12-06 pagina 6