Il fanatismo deve essere guardato in faccia

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NOI E IL FANATISMO


Il coraggio di guardare in faccia l’odio
di ANDRE’ GLUCKSMANN


Avanti, brava gente che tappezzate i vostri balconi di belle bandiere arcobaleno, spiegateci con sufficienza che la colpa è di Berlusconi, Blair e Bush. Non è evidente?

Senza intervento occidentale in Iraq, nessun rogo a Falluja. Saddam sarebbe ancora sul suo trono. Senza occidentali in Iraq, gli stranieri potrebbero vendere in pace camion e cannoni mentre le pile di cadaveri crescerebbero di nuovo alla media calcolata su 20 anni di 300/400 morti al giorno. Spoglie irachene, naturalmente: le trovate più sopportabili perché autoctone, o sublimi antirazzisti? Ieri la barbarie calava dalle alte sfere locali e insanguinava 25 milioni di iracheni. Oggi, risorge tra gli ambienti sunniti inquadrati e diretti dalla passata nomenklatura. Dall’inizio alla fine, questa efferatezza resta abominevole, porta il segno di un Saddam o di un Bin Laden, l’uno privo di scrupoli quanto l’altro.


Avete mai sentito parlare di guerre di religione? Non portano la responsabilità di Blair. E Guernica? Berlusconi non c’entra nulla. E le fosse Ardeatine, credete di potervi scorgere la mano nascosta della Cia o dei neocon? Vi prego: osate, per un istante, guardare in faccia l’odio e il fanatismo per come l’eternità li riproduce, uguali a se stessi. Dimenticate per un momento le vostre sacrosante baruffe da campanile, perché non hanno voce in capitolo: Prodi o Berlusconi sono zuppa o pan bagnato per i linciatori del Medio Oriente. Mentre voi brandite i vostri deliziosi striscioni intitolati «pace», quelli concludono la loro festa a colpi di vanga e di pietre sui corpi incendiati.


© Corriere della Sera, 1 aprile 2004