L’uso religioso della nuova tecnologia informatica
ROMA, sabato, 28 gennaio 2006 (ZENIT.org).- L’avvento di Internet e degli altri strumenti informatici sta rapidamente ampliando le forme in cui le Chiese e le organizzazioni religiose possono promuovere il proprio messaggio. Il 3 gennaio, l’agenzia di stampa “Fides”, della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha pubblicato la prima parte di un dossier intitolato “Il popolo di Dio su Internet”.
Secondo questo rapporto, in Italia è quasi impossibile contare il numero dei siti cattolici, grazie alla rapidità con cui sta crescendo questo settore. Il numero dei link che si trovano sui siti, dà un’idea di come i siti cattolici stanno emergendo. Ad esempio, il link ad uno dei siti più diffusi, www.totustuus.it, si trova su circa 50.000 siti.
Il ricambio dei siti è notevole: rispetto a due anni fa sono stati dismessi 1.400 siti. Ma il tasso di crescita del numero complessivo dei siti è alto, con un aumento del 25% negli ultimi due anni. La crescita è stata particolarmente sostenuta nel campo della musica cristiana con un aumento del 33,6%, nella radio e televisione cattolica con un aumento del 32,8%, e nell’arte sacra con un aumento del 31,5%.
Anche negli ambienti religiosi degli Stati Uniti sta crescendo la cultura informatica. Jonathan Last, editore on-line del Weekly Standard, ha offerto una riflessione sull’attuale situazione nell’edizione di dicembre della rivista First Things.
Blogging
Nel suo articolo “God on the Internet”, Last riporta un sondaggio del 2004, secondo cui il 64% degli utenti – 82 milioni di persone – affermano di utilizzare Internet per motivi religiosi. Di questi, il 32% ha affermato di usare la rete per tenersi aggiornati sulle notizie religiose; il 17% consulta Internet per individuare luoghi di culto; e l’11% per scaricare musica spirituale.
Un altro fenomeno informatico recente, in cui emerge un utilizzo anche religioso, è quello dei “blog”. Un “blog” – abbreviazione per “Web log” – è un sito Internet in cui, in ordine cronologico inverso, compaiono i messaggi che quotidianamente vengono inviati al sito. Il numero totale dei blogs negli Stati Uniti è stimato a circa 8 milioni. Lo scorso ottobre si è svolto il primo convegno dei bloggers religiosi, “GodblogCon”, organizzato da John Mark Reynolds, professore di filosofia presso la Biola University, un istituto cristiano in California.
Reynolds ha riferito a Last che esistono “letteralmente milioni” di bloggers religiosi. Tra questi, qualche migliaio, scrive per un pubblico che va oltre la ristretta cerchia familiare o della comunità. Le persone che accedono ai blog per leggerli varia molto: un piccolo Godblog viene consultato da solo 115 persone al giorno, mentre altri arrivano anche a migliaia di consultazioni giornaliere. Anche i sacerdoti se ne stanno interessando. Secondo Last, al giorno d’oggi circa 50 preti possiedono un proprio blog.
Last osserva inoltre che quasi ogni chiesa in America ha il proprio sito Internet. Le chiese protestanti generalmente hanno siti più avanzati rispetto a quelli cattolici, anche se questo svantaggio è in parte compensato dall’enorme diffusione e dalla grande profondità del sito Internet del Vaticano.
La proliferazione delle attività su Internet non è esente da effetti negativi, aggiunge Last. Chiunque può mettere su un sito o un blog. Per questo gli utenti devono essere attenti circa la qualità dell’informazione. Inoltre la natura stessa dello strumento tende a scadere nel triviale o talvolta nella polemica. Anche la commercializzazione è un elemento di cui tenere conto: alcuni siti sfruttano il proprio bacino di utenti per vendere ogni sorta di beni.
Download dei Testi Sacri
La crescente diffusione degli iPod sta aprendo a nuove forme di trasmissione della religione. Gli iPod sono strumenti audiofonici digitali portatili, capaci anche di gestire i cosiddetti podcast: un tipo di pubblicazione in formato audio scaricabile da Internet. Nell’ambito dei podcast stanno emergendo ora anche i Godcast, secondo il quotidiano britannico Telegraphdel 5 agosto scorso.
Un numero crescente di persone sta utilizzando il proprio lettore musicale portatile per scaricarsi le omelie. L’articolo riferisce di un vicario anglicano di nome Leonard Layne, che si è sorpreso di come, nell’arco di breve tempo, più di 2.400 utenti si erano scaricati uno dei suoi sermoni dal sito. E questo riguarda solo un vicario di una parrocchia sperduta di campagna.
Il 29 agosto, il New York Times ha dato conto dell’aumento della domanda di materiale religioso audiofonico negli Stati Uniti. Nell’arco del solo mese di luglio dello scorso anno, il numero dei podcast religiosi offerti su un sito Internet è aumentato da 177 a 474.
Secondo il Times, tra tutte le organizzazioni religiose, quelle cristiane sono state le più attive nell’ambito dei podcast. Un famoso sito cattolico, gestito da un prete olandese, padre Roderick Vonhögen, aveva già più di 10.000 ascoltatori per ogni programma. Anche “Radio Vaticana” (www.radiovaticana.org) fornisce materiale audio da scaricare in diverse lingue.
Un altro strumento diffuso di comunicazione è quello degli SMS dei telefonini cellulari. Anche tra gli SMS la religione ha trovato spazio, secondo il quotidiano australiano Sydney Morning Herald del 6 ottobre.
La Bibbia ora può essere inviata via SMS. E così, anche i testi delle Sacre Scritture vengono convertiti nel linguaggio utilizzato negli SMS.
L’iniziativa è della Bible Society in Australia che ha tradotto tutti i 31.173 versi della Bibbia in testi SMS che possono essere scaricati da Internet gratuitamente ed invitati ai cellulari.
“I tempi in cui la Bibbia esisteva solo negli austeri volumi rilegati in nero con una croce sulla copertina sono ormai molto lontani”, ha affermato il portavoce della Bible Society, Michael Chant. C’è voluto il lavoro di quattro settimane di una sola persona per convertire l’intero Nuovo e Antico Testamento in testo SMS. “L’idea è che la Bibbia può essere oggetto di un uso moderno, esattamente come si legge il detto del giorno o l’oroscopo”, ha affermato Chant.
Maxischermi nelle chiese
La nuova tecnologia viene utilizzata anche per animare le funzioni religiose. Ad oggi la tendenza è più frequente nelle chiese protestanti. Il 14 gennaio il Los Angeles Times ha riferito di come la chiesa metodista di Santa Margarita United Methodist Church, nella contea di Orange, utilizzi i maxischermi per far scorrere i testi delle canzoni. Inoltre, quando il pastore fa il suo sermone, proietta alcuni spezzoni tratti da film per accompagnare le sue parole. E tre videocamere registrano tutto per la successiva pubblicazione sul sito Internet della chiesa.
Secondo l’articolo, lo scorso anno, più del 60% delle chiese protestanti negli Stati Uniti ha utilizzato il sistema della proiezione su maxischermo; un notevole aumento rispetto al 39% del 2000. E la percentuale delle congregazioni che fanno uso di servizi in video è raddoppiato nell’arco dello stesso periodo di tempo, per raggiungere il 61%. Alcune chiese inoltre inviano la propria documentazione tramite e-mail e podcast.
La tecnologia non è tuttavia del tutto esente da costi. La chiesa della contea di Orange ha speso circa 75.000 dollari (61.000 euro) in strumentazione, più 15.000 dollari (12.200 euro) l’anno per il personale e la manutenzione.
Non tutti sono entusiasti di questi cambiamenti. Il pastore battista Ken Uyeda Fong ha affermato che alcune persone non considerano questi nuovi strumenti come molto adatti alla religione. Altre persone non sono entusiaste di doversi limitare a fissare degli schermi nella chiesa, anziché partecipare a forme liturgiche più attive e tradizionali.
A livello individuale, anche i programmi multimediali stanno registrando un boom. La vendita annuale di software religioso ha raggiunto il record di 80 milioni di dollari (65 milioni di euro), secondo il Boston Globe del 2 gennaio. Esiste una miriade di programmi che offrono traduzioni della Bibbia, immagini, commenti e altri materiali. La Parola di Dio sembra in effetti diffondersi assai rapidamente.