Il Papa e i Vescovi della Terra Santa ai neocatecumenali

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«Cammino con ancora molte complicazioni…»


Lo scorso giovedì 22 febbraio 2007 il Papa, nell’aula della Benedizione in Vaticano, ha incontrato i parroci e il clero della diocesi di Roma per il tradizionale appuntamento di inizio Quaresima. In quella circostanza, parlando dei movimenti ecclesiali, ha fatto riferimento al Cammino Neocatecumenale dicendo testualmente: «Ci si domanda se dopo cinque anni di esperimento, si debbano confermare in modo definitivo gli Statuti per il Cammino Neocatecumenale o se ancora ci voglia un tempo di esperimento o se si debbano forse un po’ ritoccare alcuni elementi di questa struttura. In ogni caso, io ho conosciuto i Neocatecumenali dall’inizio. E’ stato un Cammino lungo, con molte complicazioni che esistono anche oggi, ma abbiamo trovato una forma ecclesiale che ha già molto migliorato il rapporto tra il Pastore e il Cammino. E andiamo avanti così! Lo stesso vale per gli altri Movimenti».
In data 25 febbraio 2007 gli Ordinari cattolici della Terra Santa (i vescovi delle diocesi in Israele, Giordania e Palestina) hanno inviato una lettera agli appartenenti al Cammino Neocatecumenale (lingua originale: francese). Quella che presentiamo è una traduzione ufficiale italiana, disponibile anche sul sito internet del Patriarcato Latino di Gerusalemme.


1) Il Papa: ho conosciuto il Cammino, ”molte complicazioni” anche oggi
2) Lettera dei Vescovi della Terra Santa al Cammino Neocatecumenale


 

1)
Il Papa: ho conosciuto il Cammino, ”molte complicazioni” anche oggi 
Durante l’Incontro con il clero e i parroci di Roma Benedetto XVI affronta il tema della presenza dei movimenti ecclesiali nelle parrocchie: l’unico riferimento esplicito è per il Cammino. “Andiamo avanti così!”, ma i problemi non sono nascosti.
  
di Stefano Caredda/ 28/02/2007 
    
Lo scorso giovedì 22 febbraio 2007 il Papa, nell’aula della Benedizione in Vaticano, ha incontrato i parroci e il clero della diocesi di Roma per il tradizionale appuntamento di inizio Quaresima. Dopo l’indirizzo di omaggio rivolto dal cardinale vicario Camillo Ruini, nove sacerdoti hanno preso la parola per interrogare il papa su aspetti specifici della loro missione. La sala stampa della Santa Sede ha reso nota una sintesi degli interventi dei sacerdoti e la trascrizione integrale delle parole che il Papa ha pronunciato a braccio.
Uno dei sacerdoti ad intervenire è stato padre Gerardo Raul Carcar, appartenente alla Comunità dei Padri di Schönstatt, arrivato a Roma sei mesi fa dall’Argentina, e oggi vicario cooperatore della Parrocchia di San Girolamo a Corviale. Nella sua domanda ha introdotto il tema dei movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità, come dono provvidenziale per i nostri tempi. “Si tratta di realtà che hanno uno slancio creativo, vivono la fede e cercano nuove forme di vita per trovare una giusta collocazione missionaria nella Chiesa”, si legge nella sintesi fornita alla stampa. Al papa il religioso ha chiesto un consiglio su come inserirsi per sviluppare realmente un ministero di unità nella Chiesa universale. E la risposta del papa – nella quale Benedetto XVI cita apertamente il Cammino Neocatecumenale – è stata questa:
«Grazie per questa domanda. Mi sembra che Lei abbia citato le fonti essenziali di quanto posso dire sui Movimenti. In questo senso la sua domanda è anche una risposta.
Vorrei subito precisare che in questi mesi ricevo i Vescovi italiani in visita «ad limina» e così posso un po’ meglio imparare la geografia della fede in Italia. Vedo tante belle cose insieme con i problemi che conosciamo tutti. Vedo soprattutto come la fede sia ancora profondamente radicata nel cuore italiano, anche se, naturalmente, in molti modi è minacciata nelle odierne situazioni. I Movimenti accettano anche bene la mia funzione paterna di Pastore. Altri sono più critici e dicono che i Movimenti non si inseriscono. Penso che realmente le situazioni sono diverse, dipende tutto dalle persone in questione.
Mi sembra che abbiamo due regole fondamentali, delle quali Lei ha parlato. La prima regola ce l’ha dato San Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi: non spegnere i carismi. Se il Signore ci dà nuovi doni dobbiamo essere grati, anche se a volte sono scomodi. Ed è una bella cosa che, senza iniziativa della gerarchia, con una iniziativa dal basso, come si dice, ma con una iniziativa anche realmente dall’Alto, cioè come dono dello Spirito Santo, nascono nuove forme di vita nella Chiesa, come del resto sono nate in tutti i secoli.
Inizialmente erano sempre scomode: anche San Francesco era molto scomodo e per il Papa era molto difficile dare, finalmente, una forma canonica ad una realtà che era molto più grande dei regolamenti giuridici. Per San Francesco era un grandissimo sacrificio lasciarsi incastrare in questo scheletro giuridico, ma alla fine è nata così una realtà che vive ancor oggi e che vivrà in futuro: essa dà forza e nuovi elementi alla vita della Chiesa.
Voglio solo dire questo: in tutti i secoli sono nati Movimenti. Anche San Benedetto, inizialmente, era un Movimento. Si inseriscono nella vita della Chiesa non senza sofferenze, non senza difficoltà. San Benedetto stesso ha dovuto correggere l’iniziale direzione del monachesimo. E così anche nel nostro secolo il Signore, lo Spirito Santo, ci ha dato nuove iniziative con nuovi aspetti della vita cristiana: vissuti da persone umane con i loro limiti, esse creano anche difficoltà.
Prima regola dunque: non spegnere i carismi, essere grati anche se sono scomodi. La seconda regola è questa: la Chiesa è una; se i Movimenti sono realmente doni dello Spirito Santo, si inseriscono e servono la Chiesa e nel dialogo paziente tra Pastori e Movimenti nasce una forma feconda dove questi elementi diventano elementi edificanti per la Chiesa di oggi e di domani.
Questo dialogo è a tutti i livelli. Cominciando dal parroco, dal Vescovo e dal Successore di Pietro è in corso la ricerca delle opportune strutture: in molti casi la ricerca ha già dato i suoi frutti. In altri si sta ancora studiando. Ad esempio, ci si domanda se dopo cinque anni di esperimento, si debbano confermare in modo definitivo gli Statuti per il Cammino Neocatecumenale o se ancora ci voglia un tempo di esperimento o se si debbano forse un po’ ritoccare alcuni elementi di questa struttura.
In ogni caso, io ho conosciuto i Neocatecumenali dall’inizio. E’ stato un Cammino lungo, con molte complicazioni che esistono anche oggi, ma abbiamo trovato una forma ecclesiale che ha già molto migliorato il rapporto tra il Pastore e il Cammino. E andiamo avanti così! Lo stesso vale per gli altri Movimenti.
Adesso come sintesi delle due regole fondamentali direi: gratitudine, pazienza e accettazione anche delle sofferenze che sono inevitabili. Anche in un matrimonio ci sono sempre sofferenze e tensioni. E tuttavia vanno avanti e così matura il vero amore. Lo stesso avviene nella comunità della Chiesa: abbiamo pazienza insieme. Anche i diversi livelli della gerarchia – dal parroco, al Vescovo, al Sommo Pontefice – devono avere insieme un continuo scambio di idee, devono promuovere il colloquio per trovare insieme la strada migliore. Le esperienze dei parroci sono fondamentali, ma poi anche le esperienze del Vescovo e, diciamo, la prospettiva universale del Papa hanno un proprio luogo teologico e pastorale nella Chiesa.
Quindi, da una parte, questo insieme di diversi livelli della gerarchia; dall’altra, l’insieme vissuto nelle parrocchie, con pazienza e apertura, in obbedienza al Signore, crea realmente la vitalità nuova della Chiesa.
Siamo grati allo Spirito Santo per i doni che ci ha dato. Siamo obbedienti alla voce dello Spirito, ma siamo anche chiari nell’integrare questi elementi nella vita: questo criterio serve, alla fine, la Chiesa concreta e così con pazienza, con coraggio e con generosità certamente il Signore ci guiderà e ci aiuterà».

http://www.korazym.org/news1.asp?Id=21718



2)
News from the Latin Patriarchate
Lettera al Cammino Neocatecumenale in Terra Santa


Fratelli e Sorelle del Cammino Neocatecumenale
1.       La pace e l’amore di Nostro Signore Gesù Cristo siano sempre con voi.
Noi, Ordinari Cattolici di Terra Santa, vi rivolgiamo questa lettera all’inizio della Quaresima, nel quadro del Piano Pastorale comune per quest’anno, che ha come tema la catechesi e l’educazione religiosa nella parrocchia.
Fratelli e sorelle del Cammino, siete benvenuti nelle nostre Diocesi. Ringraziamo Dio per la grazia che il Signore vi ha data e per il carisma che il Santo Spirito ha effuso nella Chiesa tramite il vostro ministero della formazione post-battesimale. Siamo riconoscenti per la vostra presenza in alcune delle nostre parrocchie, per la predicazione della Parola di Dio, per l’aiuto offerto ai nostri fedeli nell’approfondimento della loro fede e nel radicarsi nella loro propria chiesa locale, in “una sintesi di predicazione kerygmatica, cambiamento di vita e liturgia” (Statuti, Art 8)
In seguito alIa Lettera che il Papa Benedetto XVI vi ha indirizzato il 12.1.2006, e a quella della Congregazione del Culto Divino del 1.12.2005, vi domandiamo di prendere  posto nel cuore della parrocchia nella quale annunciate la Parola di Dio, evitando di fare un gruppo a parte. Vorremmo che poteste dire con S. Paolo: ” Mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero” (I Cor 9, 19).
II principio al quale dobbiamo tutti insieme restare fedeli e informare la nostra azione pastorale dovrebbe essere “una parrocchia e una Eucaristia”. II vostro primo dovere perciò, se volete aiutare i fedeli a crescere nella fede, è di radicarli nelle parrocchie e nelle proprie tradizioni liturgiche nelle quali sono cresciuti da generazioni.
In Oriente, noi teniamo molto alla nostra liturgia e alle nostre tradizioni. E’ la liturgia che ha molto contributo a conservare la fede cristiana nei nostri paesi lungo la storia. Il rito è come una carta d’identità e non solo un modo tra altri di pregare. Vi preghiamo di aver la carità di capire e rispettare l’attaccamento dei nostri fedeli alle proprie liturgie. 
2.       L’Eucaristia è il sacramento di unità nella parrocchia e non di frazionamento. Chiediamo pertanto che le celebrazioni Eucaristiche, in tutti i riti orientali, nonchè nel rito latino, siano sempre presiedute dal parroco, o, nel caso del rito latino, in pieno accordo con lui. Celebrate l’Eucaristia con la parrocchia e secondo il modo della Chiesa locale. “Là dove c’è il vescovo, lì c’è la chiesa”, ha scritto S. Ignazio di Antiochia. Insegnate ai fedeli l’amore per le loro tradizioni liturgiche e mettete il vostro carisma al servizio dell’unità
3.       Vi chiediamo inoltre di mettervi seriamente allo studio della lingua e della cultura della gente, in segno di rispetto per loro e quale strumento di comprensione della loro anima e della loro storia, nel contesto della Terra Santa: pluralismo religioso, cultura1e e nazionale. Inoltre, nei nostri Paesi, Palestina, Israele, Giordania, tutti sono alla ricerca della pace e della giustizia, una ricerca che fa parte integrante della nostra vita di cristiani. Ogni predicazione dovrebbe guidare i nostri fedeli negli atteggiamenti concreti da assumere nel diversi contesti della vita e nella stessa situazione di conflitto che continua in Palestina: atteggiamento di perdono e di amore per il nemico, da un lato, e dall’altro, esigenza dei propri diritti: specialmente la dignità, la libertà e la giustizia.
Vi chiediamo di predicare un Vangelo incarnato nella vita, un Vangelo che illumini tutti gli aspetti della vita e radichi i fedeli in Gesù Cristo Risorto e in tutto il loro ambiente umano, culturale e ecclesiale.
Domandiamo a Dio di colmare i vostri cuori della sua forza e del suo amore, e di darvi la grazia affinché possiate colmare i cuori dei fedeli del suo amore e della sua forza.
Gerusalemme, 25 Febbraio 2007

† Michel Sabbah, Patriarca Latino di Gerusalemme
† Elias Shakour, Arcivescovo Greco Melchita Cattolico di Acri, Haifa, Nazaret
   e di tutta la Galilea
† George El-Murr, Arcivescovo Greco Me1chita Cattolico di Filadelfia, Petra
    e della Giordania
† Paul Sayyah, Arcivescovo Maronita di Haifa e della Terra Santa
     ed Esarca Patriarcale Maronita di Gerusalemme, dei Territori Palestinesi e della Giordania
† Fouad Twal, Vescovo Coadiutore Latino, Gerusalemme
† Kamal Bathish, Vescovo Ausiliare Latino, Gerusalemme
† Selim Sayegh, Vicario Patriarcale Latino per la Giordania
† Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario Patriarcale Latino per Israele
† Pierre Melki, Esarca Patriarcale Siro-Cattolico di Gerusalemme, di Terra Santa
   e della Giordania
† George Bakar, Esarca Patriarcale Greco Melchita Cattolico di Gerusalemme.
Rafael Minassian, Esarca Patriarcale Armeno Cattolico di Gerusalemme, di Terra Santa
e di Giordania


http://www.lpj.org/newsite2006/news/2007/02/lettre-chemin-neocathechumenal-it.html