I ministri che vanno al gay pride

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Ci sono tre ministri che vogliono sfilare in piazza con i gay

Ferrero, Pecoraro Scanio e Pollastrini tra i partecipanti. Aderiscono Giordano e Diliberto. Bertinotti: “Non ci sarò per ragioni di ruolo”. E intanto l’Arcigay, con il suo nuovo presidente Aurelio Mancuso, si presenta in piazza con la parola d’ordine del matrimonio omosessuale


Duecento pullman, 40 carri allegorici, con drag queen e piume brasiliane, famiglie Arcobaleno e gogo boys, clima da sambodromo, personaggi dello spettacolo e politici. Domani pomeriggio dalla stazione Ostiense parte il gay Pride della «parità, dignità, laicità», come dice lo slogan della manifestazione, festa di diritti ma anticlericale nei contenuti, tanto che sarà l’ennesima piazza spacca-governo, perché se alcuni ministri contestano, altri partecipano, mentre non si arrestano le polemiche sulla concessione alla manifestazione del patrocinio del ministero delle Pari Opportunità.

Più scontate le presenze dei ministri Paolo Ferrero (Rifondazione) e Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), mentre sarà Barbara Pollastrini, ministro proprio delle Pari Opportunità, la più in difficoltà. «Concorderò con Prodi la presenza del governo», ha chiarito Pollastrini, e ha precisato che «il patrocinio del ministero delle Pari Opportunità non è al corteo e non è alla piattaforma, ma agli eventi culturali e sportivi che precedono, nel corso della settimana, la manifestazione». Al ministro Rosi Bindi, che aveva contestato la partecipazione dei colleghi, ha risposto il titolare dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio: «In tutti i Paesi del mondo i ministri sostengono le iniziative contro la discriminazione. Credo sia meglio parlare di meno e mettersi a lavorare».

Il risultato è che, sia sulla presenza dei ministri sia sul patrocinio, nell’Unione si sono riaperti i contrasti tra l’area cattolica e quella più laica. Proprio i contenuti anticlericali hanno creato imbarazzo in una parte della maggioranza: i ds invieranno soltanto una delegazione di rappresentanza, mentre Fausto Bertinotti aderirà, ma non andrà alla manifestazione «per ragioni di ruolo». Adesione anche dai segretari di Rifondazione e Pdci, Giordano e Diliberto e dal ministro delle Politiche Comunitarie Emma Bonino.

«Le polemiche, non solo da parte della Cdl, ma anche dei soliti noti dell’Ulivo, sono sconcertanti», ha attaccato il responsabile dei diritti civili dei Verdi, il senatore Giampaolo Silvestri. Il ministro Bindi, a suo parere, «piuttosto che polemizzare sulla presenza dei ministri al Gay Pride dovrebbe promuovere ed essere presente, lei per prima, a questa iniziativa». «Non si capiscono le critiche al Gay Pride – polemizza anche il capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio -. L’Italia è un Paese laico e ricordarlo non fa male».

Sul fronte cattolico invece, dopo le critiche dei teodem della Margherita, anche l’Udeur chiede spiegazioni al ministro Pollastrini: «Sinceramente non comprendiamo il distinguo capzioso del ministro Pollastrini – sottolinea il capogruppo dell’Udeur alla Camera, Mauro Fabris – riguardo alla tipologia di adesione che il suo ministero avrebbe assicurato al Gay Pride». Il ministro Pollastrini, insiste Fabris, dovrebbe essere «più chiara. Se non ha dato il patrocinio a tale manifestazione, così come nessun patrocinio diede al Family Day, lo dica apertamente. Segnaliamo però al ministro che per i promotori del Gay Pride non ci sono dubbi, tanto che sul sito ufficiale compare la scritta “con il patrocinio di…”». Anche il giallo sul patrocinio «è l’ennesimo equilibrismo di una sinistra di piazza e di governo», commenta Elisabetta Gardini, portavoce di Forza Italia.

Un patrocinio «discriminatorio» secondo il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè «verso 22 milioni di italiani che hanno una famiglia». Chiede invece la «par condicio» con il Family day per la diretta televisiva sul Gay Pride il deputato dei ds e presidente onorario dell’Arcigay Franco Grillini. In via Merulana sono comparsi alcuni manifesti omofobi, con la scritta «No more gay-basta froci» e firmati da Forza Nuova, subito rimossi dal Comune: ogni manifestazione di intolleranza in questa città non è accettata», ha avvertito il sindaco, Walter Veltroni. In piazza domani, tra i personaggi della musica e dello spettacolo, ci saranno domani Simone Cristicchi, Tiziano Ferro, Silvia Salemi, Paola Cortellesi, Alba Parietti, Leo Gullotta e Paola Barale.


Il Giornale n. 140 del 2007-06-15