Famiglia, la mediazione come risorsa

L’ITALIA CHE CAMBIA
Giornata di studi del Cnr a Roma sulle possibili risposte ai conflitti di coppia.


Il cardinale Tonini: in Europa si confrontano culture molto diverse. Costanza: la soluzione della crisi è nei giovani. Sabino Acquaviva: drammatico il calo delle nascite. Cassiani: legge da adeguare.

Da Roma Michela Gambillara


Calo demografico, divorzi e separazioni, famiglie allargate, coppie in crisi e figli come merci di scambio: il “sistema famiglia” sta vivendo un periodo di conflitti e cambiamenti. E la società deve riunire tutte le sue forze per salvarlo, perché insostituibile punto di riferimento per lo sviluppo della persona. Queste le riflessioni e conclusioni della giornata di studi organizzata ieri al Cnr dall’associazione “Coppia e Famiglia 2000”, dal titolo appunto La famiglia all’inizio del terzo millennio – Mediazione per ottenere una vittoria nella gestione del conflitto familiare.
«Con la caduta del muro di Berlino – spiega il cardinale Ersilio Tonini – la democrazia si è diffusa in tutta Europa, mettendo a confronto tra loro legislazioni e culture molto diversi. Forse anche per questo si è creata l’attuale confusione e la società europea, anche attraverso il recupero delle sue radici cristiane, deve trovare la forza per superarla».
«La famiglia – ricorda il pedagogista clinico Maria Rosaria Costanza, presidente dell’Associazione promotrice dell’incontro – è qualcosa che va aldilà del suo stesso nome, è un senso di appartenenza che vive ed esercita il potere in ognuno di noi. Nei nuclei dove manca il dialogo, la comunicazione, ai figli non viene offerta l’immagine di una coppia, ma di un “genere” che prevale sull’altro». La soluzione alla crisi attuale, prevede ancora Costanza,- può trovare risposta in ogni società «nei giovani, nella loro crescita individuale, nella tenerezza e nel sostegno morale che ogni coppia e famiglia può dare, rintracciando il valore immutabile di questa appartenenza».
«Una volta – riflette il sociologo Sabino Acquaviva – i genitori “sapevano” che cosa insegnare ai loro figli, mentre adesso forse il loro ruolo educativo è conteso da internet e tv. Ma al di là dei cambiamenti non possiamo stravolgere le nostre radici, che affondano nella base genetica antichissima del comportamento umano». Quello che preoccupa di più, aggiun ge Acquaviva, «è il calo delle nascite, che sta diventando drammatico, con una stretta connessione tra crescita economica e situazione demografica. Ecco perché il “sistema Europa”, se vuol sopravvivere nella competizione globale, dovrà “avere più figli” o accettare più immigrati».
Che ruolo devono e possono dunque avere i mediatori familiari in questo processo di risanamento?
«Nel processo di cambiamento della famiglia e della società – risponde Alessandro Cassiani, presidente dell’Ordine forense romano – c’è sicuramente in atto una “patologia” che deve essere curata da esperti e addetti ai lavori. Fondamentale quindi un adeguamento della legislazione alla nuova realtà sociale e una maggiore formazione dei mediatori familiari che svolgono un ruolo importantissimo e di avvocati specializzati nella tutela dei minori. Perché è evidente che sono i figli la parte più debole di separazioni e divorzi. Ma bisogna tutelare anche la figura del genitore non affidatario, in genere il padre, che spesso viene esautorato dal ruolo educativo e diventa solo il genitore che provvede ai bisogni economici».


Avvenire 5 febbraio 2005