Esponente socialista rubava i soldi dei bimbi africani

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Arrestato il segretario ligure Sdi
«Rubava i soldi dei bimbi africani»


Più che nel pozzo, i soldi finivano in un buco nero. Che tradotto, significa conto cifrato in Svizzera. Intestati al tesoriere della Onlus «Centro cooperazione sviluppo», Marco Curzi…

Più che nel pozzo, i soldi finivano in un buco nero. Che tradotto, significa conto cifrato in Svizzera. Intestati al tesoriere della Onlus «Centro cooperazione sviluppo», Marco Curzi. Ma a conoscenza, e probabilmente a disposizione secondo gli inquirenti, pure dell’avvocato Simone Castellini, trentanovenne dirigente generale nonché responsabile dei progetti internazionali dell’organizzazione umanitaria. Il terzo nome finito nel mirino della magistratura e sui registri del carcere genovese di Marassi è quello di Corrado Oppedisano,  presidente della Onlus, che nella vita fa il segretario regionale dello Sdi (una nota del partito ieri pomeriggio ha annunciato però la sua autosospensione) e il dipendente della Regione Liguria come portavoce dell’assessore socialista alla Cultura, Sport e Spettacolo. Oppedisano, 44 anni, è stato arrestato ieri mattina dai carabinieri della compagnia genovese di San Martino, insieme a Castellini e Curzi. Tutti accusati di «associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di fondi della beneficenza pubblica e privata» per aver sottratto fondi altrimenti destinati ai bimbi poveri del Mozambico.  «Circa duecentomila euro li abbiamo già individuati – spiegano i carabinieri -. Ma le indagini proseguono. C’è una rogatoria internazionale che ci consentirà di analizzare meglio i movimenti». Come dire che forse la cifra potrebbe crescere ancora. Anche perché il sistema era collaudato e attento a non suscitare sospetti. Perché la «Ccs», società onlus con sede a Genova e molto conosciuta per le sue attività umanitarie, spediva ogni euro che raccoglieva. «In realtà i dirigenti facevano pressioni sui collaboratori che avevano all’estero – spiegano i carabinieri -. Erano infatti in grado di costringerli a distrarre una parte dei fondi e a farli ritornare indietro, destinandoli sui loro conti. In questo senso ci teniamo a sottolineare che il nostro non è un atto di accusa nei confronti della Onlus o di questo genere di Onlus in generale, ma un accertamento delle responsabilità di singoli». Singoli che però, di fatto, costituiscono i vertici e l’unico nucleo decisionale della «Ccs». Oltre ai tre arrestati, infatti, non ci sono altri indagati e tutti i collaboratori e volontari dell’organizzazione sono risultati estranei alla vicenda.  Ora le indagini si concentrano sull’intera gestione dei fondi. Che non è limitata a qualche offerta. Il bilancio del 2005 presentato dalla società presieduta dal segretario ligure dello Sdi fa riferimento a ben 3 milioni e 754mila euro raccolti con l’intento di fornire aiuti umanitari in Mozambico, che andavano dalla realizzazione di pozzi d’acqua, scuole, orfanotrofi al sostentamento diretto delle famiglie africane. Il sistema delle «adozioni a distanza» era quello che fruttava il maggior numero di donazioni (19.756 alla fine dello scorso anno) e agli aderenti veniva assicurato un contatto costante con i «figli adottivi» che scrivevano regolarmente alle famiglie italiane. D’altra parte l’attività della «Ccs» è sempre stata molto pubblicizzata da testimonial di primo piano a livello nazionale, come gli attori Massimo Dapporto, Kim Rossi Stuart e Claudia Koll, oltre al noto «prete di strada» genovese don Andrea Gallo. E lo stesso sito dell’organizzazione pubblicizza il successo dello stand allestito alla Festa Nazionale dell’Unità 2004, dove sia il sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, sia il collega romano, Walter Veltroni si erano soffermati per avere informazioni sui successi della «Ccs». Ma le collaborazioni istituzionali sono sempre state numerose e l’ultima solo in ordine di tempo è (o forse era) in programma per oggi, visto che l’ufficio servizio civile del Comune di Genova aveva organizzato proprio con la Onlus di Corrado Oppedisano un incontro formativo rivolto ai ragazzi. Nei bilanci della «Ccs» poi compaiono in entrata anche versamenti importanti fatti da enti pubblici.  E proprio chi aveva creduto ciecamente che tutti i soldi raccolti dalla «Ccs» finissero in Mozambico o negli altri Paesi in difficoltà ha dato il via all’operazione «Sorriso interrotto». Lo spunto è infatti arrivato da una donna di colore che, uscita in lacrime da un call center al termine di una telefonata, è stata fermata da un militare. Il motivo di quel pianto dirotto era proprio l’improvvisa scoperta che i fondi destinati al Mozambico non erano arrivati. Che quel progetto per il quale lei stessa aveva dato la propria disponibilità,  offrendo tutta l’esperienza e i contatti di chi quell’inferno lo ha vissuto, era in realtà solo una scusa. Da qualche anno, hanno spiegato alcuni cittadini che versavano quote e sovvenzioni alla «Ccs», l’organizzazione aveva iniziato a chiedere, oltre alla quota per l’adozione a distanza, anche contributi straordinari per singole emergenze. E proprio fino a qualche anno fa risalgono gli accertamenti dei carabinieri.


di Diego Pistacchi
Il Giornale n. 271 del 16-11-2006