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Musulmano mura la Madonna, il paese si ribella

In provincia di Lecco un marocchino ricopre di cemento un tabernacolo votivo: “Mi dà fastidio vederla ogni mattina”. Ma due donne lo fermano. La statua è tornata al suo posto Il sindaco inorridito: “Non c’era nessuna autorizzazione, subito emessa un’ordinanza di ripristino”. Un’occasione per riflettere … Intanto sarebbe utile leggersi o rileggersi il libro “La Croce e la mezzaluna” di Alberto Leoni (Ed. Ares)


Casatenovo (Lecco) – «Ma cosa stai facendo? Muri la Madonna? Ma non ti vergogni?. Fermati». Se non fosse stato per loro, due pie donne della corte, il marocchino avrebbe già fatto sparire la cappella votiva con la statua della Santa Vergine dentro. Invece la statua è stata salvata per un soffio dall’intolleranza del fedele di Allah.

«Mi dà fastidio, vedermela tutte le mattine davanti», ha replicato lui, mentre continuava il lavoro a colpi di cemento e cazzuola. Le due donne hanno insistito: «Se proprio vuoi chiudere la cappella, dai a noi la Madonnina. Non si fanno queste cose anche se tu non ci credi». Il marocchino ha nicchiato. Poi ha fatto segno: «Prendetela». Ed è andato avanti a riempire di cemento l’edicola votiva.

Il permesso di mettere in salvo la statua è stato l’unico punto sul quale la signora Agnese e le altre donne della corte sono riuscite a mediare l’altro giorno. Gli angeli che stavano intorno alla madre di Gesù sono rimasti seppelliti dalla calce.

Il problema è che nelle cascine di Casatenovo, nei prati alla periferia di Valaperta, non ci abita quasi più gente del posto. Le case vengono vendute o affittate a marocchini e, più in generale, a extracomunitari di fede islamica. «Quelli, appena arrivano, inorridiscono, vedendo i simboli della religione cristiana. E siccome le case sono loro, fanno pulizia da sé, partendo proprio dalle cappelle votive che noi teniamo in ordine, cambiando i fiori tutte le mattine. Ogni casa ha la sua statuetta e non capisco come queste persone possano pensare di portarcele via senza nemmeno chiedere il permesso. E poi in quella casa ci sono altri abitanti che non avrebbero mai voluto rinunciare alla Madonnina e ora invece devono guardare un muro in cemento».

Ma finché ci sono le donne di chiesa come quelle di Cascina Rimoldo, capelli bianchi e grembiuli fantasia, il destino del Cristianesimo è in salvo. «Ci penserà lei ad aggiustare tutto», dicono in coro indicando la Madonna che i carabinieri hanno rimesso a posto ieri. «Già convivere con questa gente è dura, ma vedere che cancellano le nostre tradizioni è troppo», aggiungono.

Il sindaco, Antonio Colombo, è inorridito: «Non c’era nessuna autorizzazione. Emetto un’ordinanza di ripristino immediata». E anche se alla fine, con l’intervento dei carabinieri, la nicchia è stata riaperta, il sindaco ha parlato di «un’iniziativa individuale arbitraria e incivile».

Il consigliere regionale della Lega Nord, Giulio De Capitani è stato ancora più duro: «Il gesto di questo signore musulmano rappresenta una ferita lancinante nei confronti delle nostre tradizioni, della nostra secolare religiosità e dei simboli della nostra identità».

Per ora la ferita è stata risanata. La statua è tornata al suo posto. Le donne della corte e lo straniero si sono stretti la mano. La guerra di religioni, per ora, è risolta.


di Anna Savini

Il Giornale n. 197 del 2007-08-22 pagina 15