dal blog di Massimo Pandolfi, capo-redattore de Il Resto del Carlino
Oggi parliamo di questo blog, perchè è successo un fatto che è giusto venga raccontato a voi tutti (e siete migliaia) che mi state seguendo da un anno e mezzo. Qualche giorno fa i carabinieri sono andati a bussare alla porta di uno di voi, cioè di un amico che spesso e volentieri interviene sul blog. Questo amico era intervenuto più volte anche lo scorso febbraio, nel bel mezzo delle mille polemiche che hanno lacerato l\’Italia, mentre Eluana Englaro si spegneva a Udine. Questo amico è stato denunicato per diffamazione, presumo dalla famiglia Englaro, tramite i suoi legali. I carabinieri gli hanno notificato l\’atto proveniente dalla Procura della Repubblica di Lecco; almeno altre 30 persone, in queste settimane, hanno ricevuto la stessa notifica. Credo che gli avvocati del signor Beppino Englaro siano stati distratti, o forse hanno lavorato male: seguendo il loro parametro, migliaia di italiani, forse milioni, dovevano essere denunciate, altro che 30! Se lo studio legale Campeis ci dà una percentuale sul lavoro di ricerca, siamo pronti a fornire tanti altri nomi per le loro richieste di risarcimento.Scherzi a parte, arriviamo al sodo. Fermo restando che in un Paese libero chiunque può (per fortuna) rivolgersi al\’autorità giudiziaria se crede di essere stato diffamato (e a sua volta deve essere pronto a pagarne le conseguenze se i giudici gli daranno torto: mica può finire sempre a tarallucci e vino) mi sembra che la questione sia insieme un po\’ assurda e un po\’ seria.
Premessa per capirci meglio: cosa aveva scritto di tanto grave il nostro amico denunciato per finire nel mirino degli avvocati di Englaro? In maniera decisa ma assolutamente educata (spesso nei blog si trovano interventi mille volte più offensivi) quello che semplicemente hanno detto, e scritto, migliaia di persone: e cioè che in fondo la morte di Eluana non è stato altro che un omicidio. Ci aggiungo subito un\’altra parolina, magica, altrimenti i carabinieri vengono a bussare domattina anche a casa mia. Ci aggiungo \’legalizzato\’. Omicidio legalizzato. E su questo non ci piove, perchè se Eluana fosse morta di fame e di sete (come è successo a Udine) prima del giugno 2008, i medici e forse lo stesso padre di Eluana sarebbero stati accusati di omicidio. Nel giugno del 2008 la Corte d\’Appello di Milano, dopo i più diversi e controversi interventi della magistratura, ha dato il via libera alla possibilità di staccare il sondino e quindi quello che fino al giorno prima sarebbe stato un reato, è diventato un atto consentito, grazie al decreto di un tribunale. Un omicidio legalizzato appunto.Ma diciamola tutta: in questi mesi tutto il dibattito politico, culturale, sociale, religioso e chi più ne ha più ne metta, si è incentrato proprio sul corpo di questa povera ragazza. Si poteva o non si poteva farla morire così? Io dico di no, ma non tappo la bocca a chi dice di sì, e questo blog ne è la prova.
Anche il disegno di legge approvato al Senato e ora all\’esame alla Camera, dice di no: cioè, un\’ altra morte come quella di Eluana Englaro, se passerà quella legge, non potrà più verificarsi. Cioè: sarà un reato. E chiaro che si viaggia sul filo delle opinioni e mi pare tremendamente strumentale che ora qualcuno, quel qualcuno che in fondo ha già vinto la sua battaglia personale, voglia marciarci sopra, ancora. Cos\’è, non gli basta vincere e vuole stravincere? Forse vuole che tutti gli dicano \’bene, bravo, bis\’. Chiede il plebiscito: e chi non ci sta, beh, gli mandiamo i carabinieri a casa. Bella idea di libertà, quella libertà che per mesi-mesi è stata eretta a totem di una campagna ideologica e politica. La cosa assurda è che mentre l\’Italia e il mondo hanno mille problemi seri dei quali carabinieri e magistrati dovrebbero occuparsi, forze dell\’ordine e giudici perdono tempo ad occuparsi del nostro blog (un po\’ ci lusinga, è la conferma che siamo seguitissimi) e del nostro amico blogger, che ha usato sfidare il pensiero culturale dominante di questo nostro povero paese.Mi auguro e presumo che finirà tutto in una bolla di sapone, ma vi terrò informati. E comunque: non ci faremo tappare la bocca da nessuno. Anzi, quasi quasi mi viene voglia di lanciare un\’idea: che ne dite se ci autodenunciamo tutti? Pensiamoci.
(Massimo Pandolfi)
(10/09/09 – (C) Vite Spericolate)