Cristiani di Galilea nel mirino

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Pogrom dei drusi contro i cristiani di Galilea

La polizia israeliana è intervenuta in forze solo tre giorni dopo l’inizio degli assalti, su richiesta pressante del delegato apostolico in Terra Santa…

Per due giorni interi, venerdì 11 e sabato 12 febbraio, il quartiere cristiano di Maghar, in Galilea, è stato messo a ferro e fuoco dai drusi, una setta considerata eretica dall’islam. Il bilancio è di 7 feriti, di cui due da arma da fuoco, 70 case e negozi saccheggiati e bruciati, la chiesa di san Giorgio in rovina, 150 automobili date alle fiamme, 2 mila cristiani su 4 mila fuggiti nei paesi vicini.  Una volta intervenuto, il capo della polizia israeliana ha definito gli assalti drusi “un pogrom”.
Ma la polizia israeliana è intervenuta in forze solo tre giorni dopo l’inizio degli assalti, su richiesta pressante del delegato apostolico in Terra Santa, l’arcivescovo Pietro Sambi.
Maghar, una citta di 18 mila abitanti nel nord della Galilea, è di popolazione mista: la metà degli abitanti sono drusi, il 35 per cento musulmani, il 15 per cento cristiani, in larga parte cattolici melchiti. A scatenare gli assalti è stata la voce – poi rivelatasi falsa – della pubblicazione su internet di immagini provocanti di ragazze druse del luogo da parte di un giovane cristiano.
Non è la prima volta che a Maghar i cristiani sono presi di mira. E non è la prima volta che lamentano l’indifferenza della polizia israeliana.



Settimocielo, Blog di Sandro Magister 18 febbraio 05