La famiglia sotto assedio
Arcivescovo e parroci all’amministrazione: “Preoccupati per il futuro della comunità”
L’intervento a pochi giorni dalla decisione di istituire il registro per i conviventi. L’opposizione lasciò l’aula: solo sei i voti a favore.
Nell’approvazione del registro per le coppie di fatto all’anagrafe di Formia, è stato anche il modo in cui è maturata la votazione (con soli sei consiglieri favorevoli su un totale di trentuno), a far montare la polemica, con l’intera maggioranza di centrodestra che ha fortemente criticato il provvedimento, abbandonando l’aula in segno di protesta al momento del voto. I sei voti favorevoli sono emersi tra Ds, Rifondazione comunista, Rinascita per la Sinistra e dall’unico consigliere di Lavoratori Cristiani per Formia, caso, quest’ultimo, che lascia più perplessi e che attende delucidazioni, specie dopo l’intervento della Chiesa di Formia. Ma la mozione ha spaccato la stessa maggioranza, tra le cui file si sono contati nove astenuti (tra cui anche il sindaco Bartolomeo) ma anche due contrari, tra Margherita e Udeur, oltre all’intera minoranza (Udc, Fi, An, Autonomi di Centro, Civica per Simeone sindaco). Sostenuti anche dal senatore Michele Forte, i consiglieri di opposizione hanno avanzato la richies ta di revoca della mozione, per cui questa tornerà in consiglio domani. (A. Cin.) Da Latina Augusto Cinelli per Avvenire (10-7-2007)
«Profondo rammarico», ma anche «disappunto addolorato»: sono i sentimenti con i quali l’arcivescovo Pierluigi Mazzoni e i parroci della città di Formia prendono posizione di fronte all’istituzione del registro per le coppie di fatto, anche omosessuali, approvata dall’amministrazione comunale della città del litorale pontino.
L’arcivescovo di Gaeta e i quattordici sacerdoti intervengono, a pochi giorni dalla decisione, con una nota indirizzata al sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, inoltrata agli organi di stampa e rilanciata domenica in gran parte della regione dalla pagina diocesana di Gaeta nel settimanale Lazio Sette, in edicola con Avvenire.
Intanto il dibattito intorno alla decisione del consiglio comunale sta assumendo una dimensione persino nazionale. Tanto che, a sostegno della mozione approvata, promotore il capogruppo di Rifondazione comunista Delio Fantasia, sono scesi in campo i segretari nazionali di Arcigay e Arcilesbica, Aurelio Mancuso e Iula Pietrangeli, mentre tra i consiglieri che l’hanno sostenuta c’è chi ha parlato di «alto valore simbolico» della decisione adottata, in relazione all’iter parlamentare della proposta di legge sui Diritti dei conviventi.
Prese di posizione di più ampio livello, ma di segno contrario, anche tra gli oppositori, come quella del senatore Michele Forte. E ora, dunque, anche il disappunto dell’arcivescovo Mazzoni e dei parroci formiani, che parlano a nome dell’intera comunità cristiana, «offesa nei valori fondamentali», e in nome del «servizio alla verità», in un contesto di democrazia e di libertà di parola. Senza voler «entrare in merito a quanto è di competenza dell’amministrazione comunale circa l’organizzazione del bene comune» e tantomeno «voler alimentare dinamiche politiche e partitiche di contrasto», arcivescovo e sacerdoti intendono però «rendere pubblica la posizione del Magistero della Chiesa, che manifesta la propria preoccupazione per il futuro della comunità civile, dove il valore sociale della famiglia già da ora viene lesionato con l’istituzione del registro per le coppie di fatto». Pertanto essi invitano tutti i cittadini, «indipendentemente dalla confessione religiosa, dalla pratica di culto e dalla convinzione politica, a riflettere sul provvedimento con cui è stata approvata l’istituzione del registro per le coppie di fatto maggiorenni, anche dello stesso sesso, al fine di salvaguardare l’alto valore della famiglia, sulla quale si costruisce il vivere sociale della città di Formia». Rivolgendosi al primo cittadino, riaffermano di aver esercitato «il proprio dovere di esprimersi a nome di tutti coloro che si sentono uniti alla Chiesa e offesi nei sentimenti più cari».