Campagne anti-cattoliche: l’attacco ai Legionari di Cristo

Preti pedofili, stereotipi anti-sette  e campagne anti-cattoliche: l’attacco ai Legionari di Cristo. La stagione di caccia al cattolico, al prete, al vescovo è aperta tutto l’anno, e ora mira al bersaglio grosso, il Papa.

Ora basta. Il lancio negli Stati Uniti del libro dei “giornalisti dal buco della serratura” Jason Berry e Gerald Renner Vows of Silence. The Abuse of Power in the Papacy of John Paul II (Free Press, New York 2004) mostra l’urgenza di una lega cattolica contro la diffamazione efficace quanto la Jewish Anti-Defamation League.


Il libro parte dai preti pedofili: un problema reale, giustamente attribuito anche alla lunga tolleranza americana verso conventicole di preti omosessuali, ma amplificato attraverso statistiche fantasiose. L’opera cerca quindi di riciclare vecchi rifiuti: un attacco al padre Marcias Maciel, fondatore dell’ordine religioso dei Legionari di Cristo e personalità vicinissima al Papa, per presunti abusi omosessuali che sarebbero avvenuti negli anni 1950, lanciato dagli autori nel 1997 sul quotidiano Hartford Courant e, per loro ammissione, ignorato dai media nazionali americani. Infine, si punta direttamente al Papa, che di fatto proteggerebbe i pedofili a causa delle sue idee conservatrici e di una “tragica ingenuità” per quanto riguarda la sessualità: un’accusa ridicola, se si pensa che Karol Wojtyla è l’autore di Amore e responsabilità, una delle più profonde interpretazioni filosofiche anche degli aspetti intimi dell’amore umano.


Quanto a Maciel, una mezza dozzina di ex-religiosi hanno “ricordato” abusi venti o anche quarant’anni dopo. Altri membri ed ex-membri dei Legionari di Cristo hanno risposto affermando di avere ricevuto offerte di denaro perché confermassero calunnie inventate. I tribunali ecclesiastici, più volte aditi, non hanno mai preso sul serio le accuse, cui il libro fornisce involontariamente un elemento di smentita. Gli accusatori, apprendiamo, frequentano un ambiente dove si muovono intere legioni di avvocati, pronti a strappare alla Chiesa transazioni miliardarie in ogni caso di veri o presunti abusi. Eppure contro Padre Maciel non ci si è mai rivolti ai tribunali secolari. Gli autori sostengono che in Italia e in Spagna, dove sarebbero avvenuti gli abusi, i giudici non indagano a fondo sui potenti: forse i nomi di giudici come Borrelli, Caselli o Garzòn non sono mai arrivati fino a Hartford, Connecticut.


Lo schema generale del libro deriva a sua volta da una nota letteratura contro le “sette” (in cui si includono i Legionari di Cristo): queste praticano il “lavaggio del cervello”, di cui si sono liberati solo gli ex-membri diventati oppositori militanti, gli unici testimoni credibili. È una mitologia smentita da intere biblioteche di studi accademici sulle cosiddette “sette”, e da anni screditata.


La soluzione proposta non è nuova: per arrestare un suo presunto declino la Chiesa dovrebbe aprire le porte alle donne sacerdote, ai preti sposati, ai diritti degli omosessuali, all’aborto. Ma proprio negli Stati Uniti, le denominazioni protestanti conservatrici negli ultimi vent’anni hanno raddoppiato il numero dei membri, mentre quelle liberal che hanno annacquato la morale li hanno dimezzati. Anche nella Chiesa cattolica, i Legionari di Cristo, l’Opus Dei, i fedeli di Padre Pio e altri gruppi attaccati da Berry e compari prosperano, mentre è piuttosto il loro tipo di progressismo a vegetare stancamente.


Massimo Introvigne


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