Cammilleri: solidarietà a Socci

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Molto probabilmente Antonio Socci rinuncerà alla conduzione di «Excalibur».
Si tratta di un problema che colpisce la libertà di espressione di tutti i cittadini.

Può darsi c’entrino gli ululati levatisi al suo tentativo di inchiodare la Melandri alla domanda
delle domande («l’embrione è un essere umano o no?»).

Gli hanno detto di tutto, al Socci, sfiorando perfino l’insulto.
Il più castigato appellativo è stato quello di Aldo Grasso, critico televisivo del «Corriere della Sera», che gli ha dato dell’«inadeguato».

Ora, abbiamo visto conduttori schieratissimi e per ragioni puramente politiche, laddove il tema
che ha “incriminato” Socci era di bioetica e assolutamente trasversale.

Per quelli, i girotondi e le convocazioni in teatro, con collegamenti in videoconferenza con
altre decine di teatri, si sono sprecati e addirittura se ne progetta uno al mese, per la
«libertà d’espressione».

C’è da fare tanto di cappello al soccorso rosso, d’una efficienza senza pari: toccàtene uno dei loro e vedrete che coro si scatena, eterno, organizzato, scientifico e in grado di tenere banco sui media finchè morte non sopraggiunga.

Invece, miserrimo lo spettacolo offerto dall’altro versante: tolgono la trasmissione a Socci? pazienza.
Anzi: chissenefrega.

Già, perché l’uomo di centrodestra è un moderato, un individualista, non è abituato al «collettivo», alla fratellanza d’armi, a reagire compattamente con cortei e manifestazioni.
Non ìdea girotondi, non ci pensa nemmeno, né scende in piazza a fare quadrato attorno ai suoi uomini quando questi vengono colpiti e affondati.

No, antropologicamente è uno che delega: ha votato, no?
e tanto gli basta, il suo compito è finito, ci pensino i suoi rappresentanti ad agire.
Peccato che i suoi rappresentanti sono come lui.

Per l’uomo di sinistra, invece, tutto è, gramscianamente, politica, tutto, anche i comici, i
cabarettisti e le soubrettes.
E’ la sua religione, l’unica cosa che lo tiene in vita; da qui il coinvolgimento personale e la disponibilità a ogni piazzata.

[Non ancora] E’ stata varata una legge sulla fecondazione, legge che giustamente il centrodestra considera una sua vittoria.
Ma non è in grado di difenderla propagandisticamente perché, diversamente dai suoi avversari, non ha la propaganda nel suo Dna.
Così, un eventuale referendum abrogativo (c’è già chi ci pensa) userà argomenti aggiranti, tipo «i ricchi potranno andare a farsi fecondare all’estero».

L’unico che ha centrato il punto focale della questione è stato Socci con la sua domanda (a cui non si è osato rispondere, preferendo esibire indignazione).

Ma nessuno ha mosso un dito per difenderlo.

Questo centrodestra, è noto, è assolutamente carente nella comunicazione.
La cosa è stata notata da più parti e ammessa dai suoi esponenti.

In effetti, è difficile improvvisare in un settore in cui gli avversari sono maestri grazie alla loro secolare esperienza.

Ma qui non c’era da inventare nulla, si trattava solo di levare le proprie voci a favore di Socci.
Invece, un silenzio di tomba, rotto solo da un appello di Luciano Garibaldi sul «Secolo d’Italia», giornale di partito che non si sa se se lo fila il suo stesso partito.

Socci verrà sostituito da Ferrara?
Benissimo.
Ma è desolante sapere che tutto il centrodestra può contare su un solo conduttore di talkshow, tanto da doverlo impiegare a mezzadria.

Non ha altro?
No, ed è questa la cosa più triste: di gente capace ne ha anche troppa.
Solo, nisciuno è fesso: lo sanno benissimo che, al primo scivolone, verranno abbandonati a sé stessi.

Come Socci.


Rino Cammilleri
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