Veneto, 4 novembre: le forze armate insegnano a scuola

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L’Assessore all’Istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan (FdI), ha lanciato un’intelligente iniziativa a favore dell’educazione delle giovani generazioni: per una volta saranno dei militari a insegnare:
«Con il Comando Forze Operative Nord abbiamo condiviso la comune intenzione di coinvolgere sempre più le scuole promuovendo la presenza di rappresentanti dell’Esercito in occasioni e incontri formativi, come testimoni di una funzione pubblica indispensabile per la sicurezza e la protezione dei cittadini».

E’ nota la vicinanza della patriota Donazzan ai nostri valorosi militari, cui sovente dedica post e dichiarazioni d’affetto sui social.
E’ ciò di cui la scuola (veneta e italiana) ha più bisogno: la testimonianza dei nostri “angeli in divisa”.

Infatti, le Forze Armate fanno eco all’evangelico “non c’è amore più grande del dare la vita per i propri fratelli”, mentre la scuola di Stato, purtroppo, insegna il relativismo,  l’edonismo, il lassismo.
Ecco la ragione profonda dell’iniziativa: la sola presenza di uomini in divisa, invece, evoca l’amor di Patria, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere.

Naturalmente, i nipotini di Marx non sono stati a guardare.
Un gruppo di docenti e una classe del Liceo classico «Marco Polo» di Venezia ha rifiutato di partecipare a un incontro con due ufficiali della Marina Militare e della Guardia di Finanza, perché ritenuto «non in linea» con i principi dell’istituto e per il rifiuto della guerra.

Peccato che la guerra sia inestirpabile: sempre presente in tutte le epoche della storia umana, anche al giorno d’oggi colpisce decine di nazioni. Anche l’Europa, presto o tardi, dovrà subire l’attacco dell’Islam, che oggi finge di dormire mentre prepara l’ennesimo assalto.
Si vis pacem para bellum (se davvero vuoi la pace, sii pronto per la guerra), è la logica che ci ha tramandato il pensiero classico, e la Donazzan ne è degna erede.

Pertanto, la replica dell’Assessore è stata fermissima e ammirevole:

«Questi docenti non meritano di insegnare in una scuola italiana, perché nel loro ruolo di educatori si stanno dimostrando irrispettosi della Costituzione e delle Leggi italiane».
«La Costituzione riconosce l’importanza delle Forze Armate quale organo a difesa dello Stato, e una Legge italiana dedica alle Forze Armate la giornata dell’anniversario della firma dell’armistizio che segnò la fine della Grande Guerra. La polemica mossa di questi insegnanti è completamente fuori luogo: dimostrano un atteggiamento sovversivo, perché contestare le Forze Armate significa disobbedire alle leggi e all’ordinamento dello Stato, nonché mancare di rispetto a chi indossa ogni giorno con grande orgoglio la propria divisa. Interverrò, chiedendo all’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto un’ispezione in questo Istituto. La scuola non è un’organizzazione politica privata, e non può essere utilizzata per dar voce a propagande ideologiche ben lontane dal compito educativo degli insegnanti».

L’auspicio è che la bella iniziativa della Donazzan sia presto imitata da tutte le Regioni italiane.

Grazie, fratelli delle forze armate che vegliate sulla nostra famiglia, dal cielo, dalla terra e dal mare.

FattiSentire.org
4 novembre 2019

 

NOTA. Il commento da parte social-comunista in https://www.nextquotidiano.it/elena-donazzan-contro-i-docenti-sovversivi-che-non-vogliono-i-militari-a-scuola/

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Mauro MALAGUTI

    Bravissima Elena match point!

  2. Simona

    Articolo molto interessante e molto ben scritto, mentre quello di Next esordisce con il cacofonico “l’Assessora’ brrrrrrrrrr

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