Tempi.it sposa il “Renzi, ci dimenticheremo”

Il settimanale tempi.it, che un tempo si ispirava all’insegnamento di Don Giussani, sta sponsorizzando la candidatura dell’On. Maurizio Lupi a Sindaco di Milano.
I lettori protestano, dimostrando ancora una volta l’abisso che divide il mondo cattolico da chi pretende di rappresentarlo: così scrive una lettrice:

Molto spettabile e apprezzata redazione, ho appena terminato di leggere l’articolo di Amicone nel quale, se ben intendo, vi è tutto sommato un endorsement a Lupi quale sindaco di Milano.
Ma mi chiedo e vi chiedo:
[…] come sta il medesimo a principi non negoziabili?
Perché il Lupi è un negoziatore e in passato ha negoziato. Eccome se ha negoziato. Ha ferito. Eccome se ha ferito.
[…]

Ha ragione la lettrice: sono i valori non negoziabili il banco di prova con cui giudicare e decidere in ogni tornata elettorale. Non le professioni di fede (troppo spesso smentite dai fatti), né l’essere amicone di amiconi.

L’On. Lupi (e quasi tutti i suoi amiconi di Alternativa Popolare e democrazie cristiane varie), durante il Governo Renzi ha votato a favore delle Unioni Civili, del gender nella Buona Scuola e del Ddl sullo Ius culturae. Di più: non ha votato contro la semplificazione del divorzio (DL 132/2014), contro il divorzio breve (L. 55/2015), contro la cannabis, contro l’eutanasia.
Non è cosa da poco: si tratta di cooperare con la Legislatura più anticristiana nella storia della Repubblica.

Le continue fregature subite dai cattolici dopo le elezioni, non riguardano solo l’On. Lupi e i suoi amiconi, ma abbracciano almeno i 75 anni di storia della Repubblica.
Fu dopo la sconfitta al referendum sul divorzio che questi aspetti tornarono a essere analizzati e diffusi. Dapprima nel 1975 con una profonda sintesi La questione democristiana; poi, nel 1987 su Il Sabato, con “Tredici anni della nostra storia” (Socci-Fontolan); ancora, nel 1994, con l’accuratissimo volumetto “Il Centro che ci portò a sinistra”.

Queste e altre opere dimostrano che la vittoria della secolarizzazione è dovuta più all’azione di traditori che alla forza della dittatura del relativismo. In estrema sintesi, all’interno del mondo cattolico vi è una tendenza alla subalternità nei confronti del potere: essa si manifesta in vari raggruppamenti dalle idee via via più eterodosse, cui segue una corrispondente eteroprassi.

Nei confronti di costoro vi è una sola difesa: chi ha tradito una volta, non deve più essere votato. Meglio ancora: se tradisce un intero gruppo Parlamentare (Alternativa Popolare, UDC, Popolari per l’Italia, PDF, Idea e tanti altri) non votare mai più per tale gruppo, quand’anche candidasse San Ferdinando di Castiglia.
Certo, la conversione è sempre possibile per tutti: ma chi si converte davvero non si ricandida e, invece, fa penitenza per il male fatto all’Italia almeno per un bel po’.

“Dimenticarsi” dei Governi Renzi, o far finta che (dopo soli 4 anni) non sia successo nulla è il modo più sicuro per venire traditi di nuovo e cooperare alla distruzione del Paese.
Molto meglio dare il proprio suffragio a chi si è opposto con intransigenza anche solo a qualche aspetto della rivoluzione antropologica, anche se non è credente. E così scoprire che una collaborazione non solo è possibile, ma è fruttuosa per entrambi.

Ultima osservazione: chi fa l’amicone dell’On. Lupi è responsabile della sconfitta quanto il parlamentare traditore. E’ questo il motivo per cui non lo abbiamo segnalato come votabile alle elezioni politiche del 2018, individuandolo come “popolare” grazie all’endorsment di un altro cattolico-democratico come Massimo Gandolfini e il Family day.

Attenzione, dunque, alle amministrative del 2021.
Almeno “ricordiamoci”.

FattiSentire.org
Bologna, 14/12/2020

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