Statalismo socialista: il lento assassinio delle scuole libere

Lo Stato vuole distruggere la libertà di scelta educativa e favorire una scuola unica e di regime.

Dopo 120 anni di storia, chiude un centro culturale, un polo educativo a Milano: ne chiudono quasi 400, di scuole cattoliche, ogni anno in altrettanti contesti italiani che erano stati – e non saranno più – animati e migliorati.

Oggi trecento famiglie devono fare i conti con un percorso educativo scelto, condiviso, che si interrompe, devono ricollocare altrove i figli come pacchi, rinunciando forse al pensiero libero e alla scelta ragionata.
Non è servito, a queste famiglie, avere sogni di normalità e di bene per i propri figli, e neppure è servito pagare due volte la scelta del Colonna con le tasse (un allievo della scuola statale costa 10 mila euro annui) e contemporaneamente con le rette.

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L’Emilia-Romagna “esporta” gender nelle Marche

da: Unità n. 3

“W l’amore”, il progetto per la diffusione dell’ideologia gender realizzato dalla “regione rossa” approda nell’assemblea legislativa delle Marche.
Il centro-destra reagisce: l’on. Giorgia Latini (Lega) presenta un atto ispettivo (1), quindi il 21 ottobre il consigliere regionale Marconi (centro-destra) un’interrogazione a risposta immediata (2).
Ma la protesta inizia già da prima, grazie alla consigliera regionale Marzia Malaigia (Lega): «questo progetto è una forzatura sull’indicazione di scelte intime e relazionali che, nel caso di adolescenti di 13 e 14 anni, dovrebbero al contrario essere libere da condizionamenti e affidate esclusivamente alla sfera familiare» (3).

L’Emilia-Romagna si conferma “punta di diamante” e laboratorio per la diffusione del gender a livello nazionale.

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“Gender school”: una nuova e potente iniziativa per inoculare l’ideologia omosessualista?

1. Un piano nazionale di formazione degli insegnanti sui temi che riguardano la violenza di genere, che si vuol far credere sia dovuta alle differenze (nella propaganda chiamate “stereotipi”) tra maschio e femmina.
E’ questo uno degli scopi del Progetto “Gender School, docenti in prima linea” (1) che è già fruibile su un ambiente online dedicato, pieno di “lezioni” (sic!) e di materiali costantemente a disposizione degli iscritti.
NO, non si tratta della solita iniziativa delle lobbies LGBT, ma è invece una iniziativa del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso Indire.

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