Battaglia in Aula per il referendum
Fontanini: sulla Costituzione Ue la parola spetta ai cittadini
In preparazioni un progetto di legge per consultare i cittadini anche sull’ingresso della Turchia in Europa
ROMA – Sì al referendum sulla costituzione della Ue, no a una rapida approvazione senza sentire il popolo, preparazione di un progetto di legge per consultare i cittadini anche sull’ingresso della Turchia in Europa: la Lega non ha nessuna intenzione di mollare e di cedere ai poteri forti che spingono in direzione della creazione di un Super-Stato sovietico e affila le armi. Pietro Fontanini, vicepresidente leghista della commissione Affari Costituzionali a Montecitorio, rilancia la grande battaglia referendaria del Carroccio. Non è pensabile sottrarre una larga fetta della sovranità popolare, come prevede la costituzione Ue, senza interpellare direttamente i cittadini. In molti paesi d’Europa le forze politiche hanno permesso al popolo di esprimersi direttamente, invece in Italia stanno vincendo quelle lobbyes che vorrebbero decidere tutto alle spalle della gente. Una scelta che la Lega contrasta furiosamente. Giovedì scorso la commissione Affari costituzionali ha avviato l’iter di discussione sul progetto di legge sul referendum di cui lo stesso Fontanini è relatore. Oggi e domani sono previste altre sedute per esaminare il testo.
“Il presidente Bruno – ha detto ieri il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini rispondendo in Aula sui tempi del provvedimento – ha già incardinato il testo e le proposte di legge, che sono già all’ordine del giorno, verranno esaminate tempestivamente”. Casini si è poi riservato, però, di riunire i capigruppo di Montecitorio per stabilire i tempi dell’esame del ddl di ratifica del Trattato costituzionale europeo.
“Ci auguriamo, a questo punto, – ha affermato Fontanini – che la legge vada veramente spedita così come ha chiesto, più volte, il nostro presidente, Alessandro Cè, in occasione delle varie conferenze dei capigruppo”.
Onorevole Fontanini, Casini ha promesso un esame tempestivo del vostro progetto di legge sul referendum, ma intanto ha convocato una riunione dei capigruppo per decidere quando approvare la Costituzione. Un po’ contraddittoria come decisione, non le pare?
“Certamente, noi eravamo contenti di quanto affermato in aula dal presidente Casini ma sembra ovvio che le sue parole non siano state poi seguite dai fatti. La capigruppo convocata per decidere quando approvare la ratifica della Costituzione va in tutt’altra direzione rispetto a quanto detto a Montecitorio”.
Una eventuale ratifica della Costituzione vanificherebbe la vostra richiesta di un referendum?
“Sicuramente perderebbe di valore. Il nostro progetto di legge ha un precorso lungo. Essendo materia costituzionale prevede una doppia lettura. Secondo questo Pdl la legge di ratifica arriverebbe fino alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, senza però essere promulgata ed entrare in vigore, in attesa del referendum. Se invece le cose procedono secondo la strada intrapresa la ratifica sarà quella standard e l’approvazione arriverà dal Parlamento senza ascoltare il popolo”.
Voi come risponderete?
“Daremo dura battaglia in aula, decideremo la strada migliore per salvare la consultazione popolare, il referendum”.
Su di voi sono piovute critiche da destra e da sinistra. Secondo queste posizioni, il referendum non è previsto dall’attuale Costituzione italiana.
“Ecco perché noi abbiamo predisposto una norma ad hoc per aggirare questo divieto che la Costituzione pone per quanto riguarda i trattati. Si tratta di una norma una tantum per permettere ai cittadini di esprimersi. Noi siamo d’accordo che gran parte delle ratifiche non devono essere sottoposte a referendum, ma in questo caso stiamo parlando di una Costituzione europea che cambierà radicalmente la vita dei cittadini. Negli anni 80, quando fu costituita l’unione europea, si tenne un referendum. Anche allora erano in gioco questioni fondamentali come la supremazia delle leggi comunitarie su quelle nazionali. Ci sono dei precedenti, non sarebbe la prima volta. Perché allora sì e oggi invece no?”.
Non le sembra che certe critiche siano strumentali e nascondano il tentativo di esulare dal merito, lasciando la gente nell’ignoranza?
“Certi esponenti politici hanno interessi da difendere. Direi che è più che strano che il popolo non possa dire la sua su argomenti di tale rilevanza. Invece bisogna aprire un dibattito, un confronto. Ce non sia limitato ai palazzi, ma che scenda nelle piazze. Io mi meraviglio della posizione dei nostri politici. In Francia e in Germania stanno pensando al referendum, così gli inglesi: tutti i grandi Paesi europei porteranno i loro cittadini ad esprimersi sulla Costituzione Ue. Noi no… Perché in Italia c’è fretta di essere i primi della classe e gli altri Paesi d’Europa si prendono tutto il tempo necessario?”
Giovedì inizia l’esame della ratifica della Costituzione Ue in commissione Esteri alla Camera. Qual è la posizione della Lega?
“La Lega voterà contro, perché una ratifica approvata dentro i palazzi non va bene. Noi vogliamo un confronto con i cittadini. Noi abbiamo delle posizioni critiche sulla costituzione Ue, però è ancora più grave negare il diritto dei cittadini di esprimersi su questo. Poi il popolo potrà anche esprimersi favorevolmente, ma è necessario che abbia questa possibilità. Chiederemo la democrazia dal basso, vogliamo che sia il popolo ad esercitare la propria sovranità. Quando si cede potere a organismi “superiori” occorre consultare i cittadini”.
Però a vedere lo schieramento dei partiti, davanti a questa Costituzione c’è una sorte di unità nazionale…
“Mi sembra strana, anche alla luce di quanto visto al parlamento Ue dove gli schieramenti sono ben marcati e distanti. Si pensi a cosa è successo a Buttiglione. In Italia c’è una lobbye trasversale, comprendente i giornali e la Chiesa cattolica, assente da questo dibattito”.
Lo stesso dibattito avviene a proposito della Turchia e del suo ingresso in Ue. Alcuni Paesi hanno proposto il referendum, scatenando le ire del Premier turco Erdogan, che ha definito la Lega “un gruppuscolo”. Cosa avete intenzione di fare?
“Abbiamo già predisposto un disegno di legge per un referendum sull’ingresso della Turchia in Europa. Speriamo che non siano i burocrati a decidere, ma il popolo. Stiamo parlando di questioni troppo importanti per estromettere i cittadini”.
Igor Iezzi
La Padania 03/11/2004